sta, a me e ad un'altra avventrice, una ragazzetta tutta truccata e dai tacchi a spillo sotto i pantaloni stretti, che si pavoneggiava davanti a un pezzo di specchio rimasto libero tra scatole di biscotti e di cioccolatini: - Se il latte delle vacche è avvelenato; lo sarà anche quello delle mamme. Mi dispiace se muoiono i bambini, non i malvagi-. - Le prime a dover morire saranno le vecchie come voi! - le disse la ragazzetta. - A me - la rimbeccò la vecchia ridendo - non può accadere più niente, perché ne h? viste troppe! - n novembre, tornata da un lungo viaggio, ho appreso I.i.I ch'era morta. La ragazza che me lo ha raccontato in casa di amici ha aggiunto che c'era una gran folla al suo funerale in Santa Chiara; che la vecchia non dava da mangiare solo ai colombi ma anche ai cristiani; la sorella della ragazza ne poteva testimoniare, era stata per qualche tempo drogata, era fuggita di casa e dormiva in strada: la vecchia la proteggeva, le dava cibo, danaro, conforto. La chiamavano "Pace e bene" o "la colombaia", ha detto la ragazza. Allora ho capito in memoria di chi erano i numerosi annunci funebri affissi nel mio decumano, che avevo letto distrattamente credendo che la formula di saluto francescana fosse una frase di rito per i defunti, non un soprannome. Dopo il racconto li ho letti con più attenzione, sotto "Pace e bene" in caratteri più piccoli; seguiva il suo nome, Assunta Perna. Chiudeva l'annuncio una frase del Vangelo scelta dai frati di Santa Chiara: "Guardate gli uccelli del cielo, non seminano, non mietono, non raccolgono in granai, e il vostro Padre celeste li nutre" (Matteo, 6,26). Come è accaduto alla regina Giovanna I d'Angiò di venire confusa nella leggenda popolare con Giovanna Il, così già oggi "Pace e bene" o "la colombaia" viene confusa con un'altra randagia del quartiere, da lei assai diversa; una che volentieri parla da sola o con gli altri e che, a chi gliene chiede, racconta la storia della sua vocazione: che era un'insegnante; che fece un voto davanti a Padre Pio, che lasciò casa e lavoro per condurre una vita di penitenza; e che ha promesso al convento di Santa Chiara la sua pensione. Quando ho udito questa versione attribuita alla "colombaia" essa mi è parsa corrispondere troppo poco alle impressioni che ne avevo ricevute; se d'altra parte i vecchi del quartiere sostenevano di ricordarla così da giovane, questo era in contrasto con la sua professione di insegnante e con l'esistenza della pensione. La rivelazione della vocazione mi pareva banale e deludente, era in contraddizione con quel segreto che a dire dei vecchi aveva serbato con tutti. Perciò sono andata dai frati di S. Chiara per avere notizie, sperando che fosse confermata la mia intuizione e che si trattasse di due destini diversi. Alla sua morte, ha detto il frate, hanno fatto ricerche per evitare che finisse nella fossa comune. Hanno così saputo il suo vero nome e altri particolari. Era nata nel 1910 a Somma Vesuviana (1), apparteneva a una famiglia borghese, dopo la morte della madre era fuggita dal paese. Molti anni dopo la sua fuSTORIE / RAMONDINO 45 ga, la balia, trovandosi un giorno a Napoli, la riconobbe nella randagia e rivelò il suo vero nome a qualcuno. Una donna, fra la folla che gremiva l'atrio del chiostro per visitare il presepe, udendo le mie domande, ha dettd che le era spesso occorso di sederle vicino in chiesa e che si era accorta "che non puzzava, come succede spesso ai vecchi" .. La sua osservazione pareva adombrare un doppio mistero: che non le accadeva come in genere ai vecchi; e che non accadeva proprio a lei, data la vita che conduceva. Questo era sufficiente miracolo, non era necessario che emanasse odore di gigli o altri detti di santità. La frase riapriva la catena dei miei interrogativi. Non puzzava perché si lavava? E allora dove si lavava e dove lavava i suoi panni? O la purezza d'animo prosciugava gli umori della carne? E perché la donna lo aveva detto? Era un modo di suggerire al frate che "la colombaia" era quasi una santa? O era un semplice apprezzamento per quella pulizia che tanto manca a Napoli? Anche un'altra donna, in un altro luogo, mi ha detto che non puzzava quando le sedeva a fianco in chiesa. Ho ricordato allora il santo starosta nei FratelliKaramazof , che, con grande scandalo della comunità dei credenti, dopo morto, invece di emanare odore di santità, come tutti si aspettavano, o almeno di non emanare odore alcuno, emanava odore cadaverico. Non è detto invece nel romanzo se in vita puzzasse "come la maggior parte dei vecchi". Il puzzo dei vivi allora non era un problema rilevante; e oggi, che tutti usano profumi artificiali, l'odore di santità viene meno richiesto da chi ha voglia di santi. Il frate ha infine aggiunto che nulla si sapeva dei motivi della scelta o vocazione della "colombaia", che ella non ne aveva mai parlato con nessuno, che era un mistero. Un mistero, ha ripetuto varie volte. E quella parola somigliava a un commiato, a un argomento esauriente, a una verità di fede; ma siccome sorrideva leggermente nel dirlo, con innocente malizia, c'era un che di teatrale nel tono troppo enfatico che aveva usato, e siccome se n'era un po' troppo riempita la bocca giovanile, la parola sembrava anche il nome di un dolce, evocato da un bambino goloso. Così, se è stato sventato dal frate il rischio che "la colombaia" fosse soltanto una "maniaca religiosa", sono però rimasta con le mie interrogazioni. E la principale è ora questa: se ella aveva scelto di vivere, e di fatto viveva, come gli uccelli del cielo, perché la sua principale opera di carità era dare da mangiare ai colombi? Perché per suo mezzo si realizzasse la frase evangelica e quel suo provvedere ai colombi era quindi la sua imitazione del Padre celeste? Perché, lasciando ella che il Padre celeste provvedesse a lei, avvalendosi della carità degli uomini, non si fidava di lui abbastanza perché nutrisse anche i colombi? Perché il suo gesto era una metafora e stava a indicare che, come ella stessa provvedeva ai colombi per mezzo di una catena di solidarietà umana, così gli uomini dovevano provvedere gli uni per gli altri? O perché quei piccioni erano stretti parenti della bianca colomba, emblema dello Spirito Santo, della pace e dell'annuncio che era finito il diluvio distruttivo e perciò li prediligeva fra gli animali? O perché era sensibile a quel fremito animale che l'avvolgeva d'improvviso, quasi quello di amore d'uno sposo,
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