Linea d'ombra - anno V - n. 19 - lug./ago. 1987

o sventrati; le ruote delle auto e dei motorini; le bare di zinco e di legno intagliato poggiate davanti alle botteghe artigiane; i piedi di antiche sedie e poltrone davanti ai robivecchi e ai restauratori, simili forse a quelle ch'erano state nella sua casa; i basamenti di laterizi e di opus reticulatum di alcuni palazzi, edificati su rovine romane; il fregio di marmo incorporato nella parte inferiore del campaniletto lombardo romanico della chiesa di Santa Maria Maggiore; i pavimenti dei bar, spesso cosparsi di segatura, e quelli dei salumieri, un po' unti, e sui quali di primo mattino, dopo che sono stati lavati, si formano, mentre l'acqua evapora, gocciole sospese sul grasso imperfettamente scrostato. E mai vedeva terra, prati, pietre naturali, fiori, radici, alberi; mai il cielo, nemmeno riflesso in fontane. Le ceste di frutta e verdura, i ciuffi di parietaria cresciuti nelle fessure fra le pietre di tufo erano l'unica traccia di campagna; tanto più doveva sembrarle come un deserto quel quartiere perché, come ho saputo poi, veniva da un paese vesuviano. r'!1 e sollevava un po' gli occhi e le capitava di vedere i te- liiiìiil schi di bronzo, poggiati su quattro brevi fittoni davanti alla chiesa del Purgatorio ad Arco, nelle orbite dei quali o fra le cui tibie incrociate sotto al mento, i fedeli usavano ficcare fiori, non era però fra coloro che vi poggiavano sopra la mano, furtiva o carezzevole, per propiziarsi la fortuna, che, rifiutando ella di accumulare alcunché, era anche indifferente a provviste di buon augurio; e semmai fosse stata anche ella fra quei lucidatori di ottone, lo avrebbe fatto con altra intenzione e il suo atto sarebbe stato piuttosto simile a quello dell'uccello favoloso che covava le uova d'oro. Non era assillata, come altri randagi, dal bisogno e dalla ricerca dei mezzi per sopravvivere, perché spontaneamente le veniva dato quanto le bastava; e le bastava assai poco; tetto e letto, come si è detto, li rifiutava. Perciò era diversa dai numerosi mendicanti, barboni, mentecatti della città e del quartiere. Prediligeva i portali di alcune chiese o case di religiosi per la notte: la porta laterale di San Lorenzo Maggiore, quella del convento dei Girolamini, quella di San Domenico Maggiore, una porta laterale di Santa Chiara - questa soprattutto negli ultimi mesi: Perché fra le innumerevoli chiese della città antica prediligeva quelle? Per devozione a quei santi e a quegli ordini religiosi o per imponderabili ragioni pratiche, ignote a chi non conduca quella vita? E le porte laterali erano scelte perché erano più riparate dal vento e ella stessa anche più riparata agli sguardi? O perché esprimeva così maggiormente la sua volontà di rimanere ai margini della chiesa gloriosa e mondana; quella delle messe solenni, dei matrimoni, dei funerali, delle feste di cresima e battesimo? O solo perché erano più spesso chiuse e ella con la sua presenza voleva indirettamente accennare al comandamento che fossero sempre aperte, affinché Dio stesso non fosse seminato, mietuto e raccolto in granai? O soltanto perché non erano affatto usate o venivano chiuse al crepuscolo prima delle altre e vi poteva quindi già riposare? STORIE / RAMONDINO 43 E perché non era entrata in un ordine religioso? Perché se ne sentiva indegna o perché li sentiva indegni? Espiava, come Maria Egiziaca nel deserto, solo per le sue colpe, o per quelle degli uomini? E anche per quelle della Chiesa? ~ ntrava nelle chiese per pregare; non come molti clienti del I.iii; Dormitorio pubblico, per stare al riparo durante il giorno. E che preghiera era la sua? Somigliava a un'invocazione, a un atto di sottomissione o a un'interrogazione? O era preghiera di adorazione o di intercessione? Nell'abito somigliava a una suora poverissima o a un'antica vedova contadina. Quale ordine era il suo e quale la sua regola? O di chi portava il lutto? Era certo anarchica rispetto agli statuti della Chiesa. Vestiva allora di nero come gli anarchici di una volta, in segno di lutto per lo sfruttamento del lavoro e la miseria umana? O, non accumulando niente, come gli uccelli del cielo, non si ingombrava l'animo di giudizi? E come la giudicavano gli altri? - È una buona donna - dicevano alcuni. Sottintendevano che chi conduce una vita del genere di norma non è buono? O usavano buona per pia - ché sulla santità può pronunziarsi solo la Chiesa? È una matta - sostenevano altri, ma contro ogni evidenza psichiatrica. Oppure: - È un'eccentrica, una bizzarra, a volte bizzosa. - Ma in che cosa la sua stravaganza differiva da quella di tanti altri? Non mancava chi usava scherzi pesanti: - Chissà che Madonna ha visto! -, e a Napoli "maronna" viene usato anche come accrescitivo di un nome, si dice per esempio "nu maronna 'e guaio" per dire "un mare di guai"; e nel linguaggio scurrile si sa bene quale nome vada sempre accresciuto, a causa dell'ossessione sulle sue piccole dimensioni. Qualcuno la confondeva con una qualsiasi vecchia del quartiere o con le clienti abituali del Dormitorio pubblico. Qualcuno afferma di non averla mia vista. E come la giu- . dicavano frati, suore e preti; sagrestani, fedeli e bigotti? E che sarebbe accaduto di lei in un regime comunista, avrebbe dovuto anche lei lavorare? E in epoche antiche, l'avrebbero bruciata come strega? E al tempo del colera, le sarà accaduto, come a una vecchia dei Quartieri Spagnoli, di essere accusata come untrice? E se fosse vissuta in periferia, a Napoli o in altra città, dei giovani avrebbero giocato con lei di notte all'arancia meccanica? Tutte queste mie interrogazioni non sono quelle di chi si accinga a costruire la trama di un racconto, poliziesco o psicologico, gotico o populista, edificante o affabulatore - sospetto fondato, dato il mio mestiere. In tutti questi anni mi sono sempre sentita da lei interrogata sui miei modi e ragioni di vivere, sulle mie scelte e azioni, non solo quelle malvage, neghittose o abitudinarie, anche su quelle che di norma vengono considerate buone o giuste. Ma parendomi ardua, avventata, difettosa ogni risposta, a mia volta la interrogavo.

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