34 STORIE / DESAI posto - questo piccolo tempio - è come scappar via da tutti quegli orrori hindu - è come uscire all'aperto e tornare a respirare con naturalezza, senza paura. Ecco come mi sento qui, capisci?" disse con rinnovata sicurezza. "Mi sento al sicuro, non ho più paura. E puoi vedere anche tu che questa è una cosa che sente anche la gente di qui, la gente di montagna, forse l'ho proprio imparata da loro. Ecco cosa ammiro tanto in loro, nei tibetani. Non sto parlando di quelli che stanno giù al bazaar - quelli sono come le masse indiane unte e bisunte, capaci solo di lamentarsi, mendicare e sogghignare - oh, che orrore - ma di quelli che si vedono per le strade di montagna. Sono retti, onesti, indipendenti. Hai visto come camminano, con quel passo deciso - camminano come dèi tra le masse striscianti, servili. E non hanno nemmeno l'espressione furtiva degli indiani - occhi che scivolano via da una parte e dall'altra, facce che si aprono e poi si chiudono - questi hanno facce aperte, e ridono, e cantano. Possiedono soltanto un vecchio bollitore annerito e la legna che portano sulla schiena, sandali di corda e qualche pecora, ma ridono e cantano e vanno su per la montagna con quel passo sicuro, da ... da signori. Li guardo in continuazione, sai, e li ammiro, e mi sono chiesta che cosa li renda così diversi. Forse la loro religione. I buddisti sono molto diversi dagli hindu, e dev'essere qualcosa nella religione che professano a conferire loro questa - questa sicurezza, questa assenza di paura. Quando vengo quassù e mi siedo a pensare con calma, capisco da dove traggono la loro forza e la loro gioia ... " A questo punto David non riuscì più a trattenersi. "Pat, Pat," esclamò, saltando in piedi, dandosi manate sui fianchi. "Sei confusa, Pat, sei così confusa, così incurabilmente confusa! La mia povera moglie frastornata!" Pat aggrottò la fronte e socchiuse gli occhi, il pugno chiuso su una manciata di aghi che aveva smesso di filtrare tra le dita. "Cosa vuoi dire?" chiese, in tono teso, soffocato. "Cosa voglio dire? Ma non capisci? Sei seduta davanti a un tempio hindu, questo è un tempio hindu, e ti sei messa in mente che questa storia della forza e della serenità buddiste! Ma non lo sai che la Kulu Valley ha una popolazione hindu, e tutti i templi che hai visto qui sono templi hindu?" Si torceva dalle risate. La fece alzare e la trascinò verso casa. Rideva così forte che tutte le volte che lei apriva la bocca per protestare la sua voce veniva soffocata da quel frastuono derisorio. Tutto quel ridere finì col procurargli un bel mal di testa. r:, avid cominciò a stancarsi della sua tesi - gli appunti che .... aveva preso a Bombay e Delhi e il dattiloscritto che stava preparando - molto prima di finirla. Quel lavoro aveva cominciato a sembrargli completamente irrilevante. Mentre sbatteva la copertura di plastica sulla piccola Olivetti piatta, spinse in fuori le gambe rovesciando il cestino della carta straccia. Fece uno sbadiglio arrabbiato. Il gallo sulla catasta di legna alla finestra colse il suo sguardo e gli strizzò maliziosamente l'occhio, ma David se ne accorse appena, già distratto. Dov'era Pat? Era quella, oramai, l'eterna domanda. Dov'era Pat? Pat non c'era mai. Non solo, David non le chiedeva più dov'era stata quando la vedeva comparire per i pasti, o per buttarsi sul letto la notte, i piedi sporchi e scorticati per le lunghe camminate in sandali, la borsa di stoffa abbandonata sul pavimento. (Una volta vide una logora copia del Dhamapada scivolar fuori da quella borsa e si affrettò a distogliere gli occhi: l'idea della sua povera moglie frastornata intenta a studiare gli antichi testi buddisti lo metteva in acuto imbarazzo.) Si limitava a guardarla con occhio accusatore e disgustato: stava recitando una parte che lui non le aveva assegnato, si stava rendendo ridicola, lo stava imbarazzando, era assolutamente offensiva. Man mano che la sua pelle si abbronzava per la vita all'aria aperta, e le sue membra si facevano più robuste per l'esercizio, sembrava a David che perdesse la fragilità, la dolcezza per le quali l'aveva amata, che si stesse trasformando in una dura, energica contadina, capacissima di portare pesi, tagliare legna, attingere acqua, raccogliere messi, ma assolutamente inadatta a essere sua moglie - la moglie di David, l'affascinante e garbato David, cresciuto ed educato nella migliore società di Long Island - e i suoi movimenti erano segnati da rozze angolature che lo irritavano, la sua voce, le rare volte in cui si degnava di rispondere alle sue domande vaghe, era brusca, le sue parole brevi. Era chiaro che tra di loro non c'era più alcun punto d'intesa - gli sarebbe sembrato di abbassarsi, a fare la prima mossa, e lei chiaramente non aveva alcun interesse a cercare un punto d'incontro a metà strada, o chissà dove. Le risposte che aveva ricevuto da lei quando, da principio, aveva commesso l'errore di farle domande, non l'avevano soddisfatto. La mattina in cui, mentre si trascinava attraverso il bazaar per andare a imbucare un pacchetto di lettere, l'aveva incontrata nello Happy Café, seduta, curva,su una panca, intenta a bere il contenuto torbido di un bicchiere di vetro spesso, in compagnia di quei pellegrini stracciati dalla testa incongruamente bionda, l'aveva interrogata con un certo calore. "Sì, sono amici miei," aveva risposto lei scrollando le spalle, ritta con una nuova imperturbabilità in mezzo alla stanza dove aveva insistito per riportarla. "Te ne avrei parlato prima, se tu me l'avessi chiesto. Non c'è bisogno che passi il tempo a spiarmi." "Non essere ridicola," era scattato. "Spiarti? E perché? Perché mai dovrebbe interessarmi quello che fai mentre io me ne sto qua a sgobbare -" . "E allora perché me lo chiedi?" aveva risposto lei, tagliente. Da principio la curiosità aveva preso il sopravvento sul disgusto. A cena le aveva posto le domande che aveva deciso di non porle mai, e, soddisfatta dell'abbondante piatto di cibo che aveva davanti, lei aveva parlato amabilmente della coppia di californiani con cui aveva fatto amicizia, e gli aveva raccontato la storia del loro stravagante e precipitoso viaggio dalle foreste di Big Sur a quelle della Kulu Valley,
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==