32 STORIE / DESAI colorato disposto intorno al lucignolo. Proprio in quel momento era stata spenta da una donna alta, con una faccia lignea perfettamente intonata all'ambiente, che portava i capelli strettamente intrecciati intorno alla testa. Alzò una mano, agitò una volta sola, ma vigorosamente, un grosso campanello, e se andò via svelta, senza praticamente guardarli. Pat e David si chinarono a osservare il ripiano di pietra sotto la lampada leggermente fumante e riuscirono a mala pena a distinguere su di essa i contorni di una gigantesca orma. Era l'unico simulacro nel tempio, e non c'erano offerte né cassette delle elemosine, non c'erano sacerdoti né pellegrini, intorno. Uscirono in silenzio e si allontanarono lentamente, come timorosi che qualcosa saltasse fuori, per aggredirli, dal tempio e dalla foresta. Difficile distinguerli l'uno dall'altro, il tempio e la foresta, sembravano una cosa sola. Alla fine emersero dagli alberi in vista del tetto rosso e del comignolo della pensione inglese tra i meli, dominata dagli alti costoni neri striati di neve del passo, ancora pallido e luminoso contro il cielo che si andava scurendo, minaccioso e al tempo stesso protettivo nel suo atteggiamento, come un dio indiano. "Sono certa di non aver mai visto niente del genere in vita mia," mormorò allora Pat. "Come, nemmeno nel Vermont?" rispose David in tono scherzoso, ma non ricevette risposta. Consumarono la cena in silenzio. Pat mangiò moltissimo, con aria riflessiva, mentre David si limitò a sorseggiare una tazza di brodo, permaloso come un invalido trascurato. ~ orse furono semplicemente le dimensioni ridotte I.li di Manali - a malapena una cittadina, a malapena un villaggio troppo cresciuto, un posto dove i pastori potevano fermarsi lungo il tragitto verso il passo e oltre, verso Lahaul, e dove i coltivatori di mele potevano caricare la loro frutta su autocarri diretti alle pianure, improvvisamente colpito e gonfiato da una valanga stagionale di turisti e automezzi - a far sì che Pat lo riconoscesse e lo sentisse come un luogo suo. Non presentava difficoltà, come altre città indiane di sua conoscenza, era innocente e aperto, e, se non clamorosamente e insistentemente invitante, non era nemmeno dichiaratamente ostile - non c'erano porte da chiudere. Giaceva sul fondo della valle, il fiume e la foresta su un lato, lucenti campi di riso e frutteti di meli sull'altro, aperto e pieno di sole, piccolo e accessibile. Pat si comperò una borsa di stoffa da portare a tracolla e partì giù per l'unica strada di Manali con i suoi sandali dallo scricchiolio amichevole. Si fermò dal panettiere a comperare biscotti allo zenzero e a sorridere, un po' incerta, agli hippies ritti a piedi nudi sulla porta a elemosina pagnotte dai turisti indiani che, apparentemente stupefatti quanto imbarazzati nello scoprire che non erano solo gli indiani a mendicare, davano loro molto di più di quanto avrebbero dato ai loro connazionali, più poveri. Pat guardò con occhi invidiosi le bancarelle di verdura e i cesti di frutta matura sui marciapiedi, desiderando di potèr metter su casa e far la spesa per cucinare. Quella passeggiata nel bazaar la conduceva invariabilmente al quartiere tibetano, un sentierino puzzolente che si snodava su un lato. Pat non riusciva a spiegare perché si sentisse obbligata a visitarlo tutti i giorni. Dopo la prima volta, David si rifiutò di accompagnarla. Non riusciva a sopportare di dover oltrepassare con un salto il canale di scolo per entrare in uno qualunque dei negozi. Non riusciva ad affrontare gli inevitabili cani pai, gialli, e i bambini sporchi e miserabili, né l'incredibile odore dei negozi nei quali gli indumenti di lana zuppi di sudore scartati dai montanari di ritorno e dagli hippies senza un soldo formavano soffici montagne pelose insieme ai tappeti tibetani, ai candelabri d'argento squisitamente cesellati e a alle icone di bronzo che convivevano democraticamente con la vistosa bigiotteria di plastica e vetro, tenuti d'occhio da donne impassibili dalla faccia intricatamente scolpita nel legno duro. O almeno, così le vedeva David. Per Pat erano vecchie signore sagge e imperscrutabili che si separavano da oggetti di grande valore a prezzi addirittura commoventi. Facendosi largo tra vecchi vestiti e maglioni di lana appesi alle travi, si inginocchiava sui tappeti consunti e rovistava tra ninnoli e perline per scegliere un lama scolpito nel legno con l'eleganza dell'estrema semplicità, o pezzi di turchese, o una palla d'ambra simile a miele solidificato, o un rosario dai grani freschi come ciottoli di fiume, tra le dita. "Tutta robaccia," grugnì David quando Pat sparse i suoi acquisti sul letto per mostrarglieli. "Perché non vai da qualche altra parte? Devi proprio tornare in quel maledetto bazaar tutti i giorni?" "Ma non vado sempre al bazaar", protestò Pat. "Vieni con me e vedrai," offrì poi, ma con indiffiderenza, e David capì che non le importava niente che ci fosse o meno anche lui, in quel posto, mentre a Dehli o a Bombay le sarebbe importato eccome. Questo lo spinse a chiudere la macchina per scrivere, a riporre i fogli in un cassetto, e a seguirla, per una volta, saltando con circospezione sopra gli escrementi di capra e le pozzanghere nel cortile, fino alla strada polverosa. Scoprì che Pat conosceva davvero ogni sentiero, ruscello e frutteto del posto, per miglia intorno, e che era ben decisa a dimostrarglielo. La vide addirittura, orripilato, agitare la mano in segno di saluto quando passarono davanti allo HapPYCafé, dove si radunavano invariabilmente gli hippies contemplativi e pieni di droga, per mangiare, chiacchierare, suonare il flauto, con gli occhi fissi nel vuoto dentro la stanza semibuia e polverosa col menu appeso alla parete, sempre uguale: Riso Integrale, Fagioli, Crema. Quale hippy aveva portato la sua macrocultura a Manali, si chiese David, per attaccarla alla parete sopra il banco, dove le mosche si affollavano intorno ai vassoi di dolci gialli e ai pacchi di biscotti Britannia? Le facce dei pallidi europei che si radunavano in quel posto gli sembravano angosciosamente vacue, il loro portamento vago e sconfitto, ma quando cercò di comunicare le sue impressioni a Pat, si prese un 'occhiata sprezzante.
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