mediatamente 'fatto scivolare una mano morbida sulla schiena. li ventre color budino al cioccolato di sua moglie, con il sari allusivamente appoggiato ai fianchi. Pat si era sentita raggrinzire, si era rinchiusa in se stessa. Aveva le labbra secche, e continuava a leccarle nervosamente. Aveva perso il braccio di David. I piedi nei sandali sembravano gonfiarsi in modo grottesco. Si sedette a tavola, la testa reclinata. Vide David guardarla con apprensione. Il cameriere le spinse lo stomaco contro la spalla, mentre si chinava per servirla. Le pietanze puzzavano, si chiese di che cosa - olio, forse, o carne di capra? Non stuzzicavano certo l'appetito. La forchetta le scivolò di mano. Il tavolo scivolò via. Era svenuta. Le stavano tutti intorno, grida, spintoni. La soffocavano. Li spinse via con le mani, in un gesto di panico. "David, portami via, portami via", singhiozzò, cercando di farsi spazio, di liberarsi di quella gente. Più tardi, seduto ai piedi del letto, "Sarà meglio partire," disse tristemente David. Chissà se era il ventre della moglie di Gidwani a renderlo così triste, si chiese Pat. Non era uno spettacolo che si potesse dimenticare, o non prendere in considerazione, o negare. "Dicono che Delhi abbia un clima più asciutto," disse lui, "meno umido. Ti sentirai meglio." "Ma la tua tesi, David?" disse lei, piangendo, pentita. "Riuscirai a lavorare, a Delhi?" "Sì, penso di sì," disse lui, cupo, guardando la figurina di lei rattrappita sul letto, sempre più pallida e smunta ogni giorno che passava nella giungla nera della città di Bombay. r:, elhi aveva un clima più asciutto. Asciutto come uno sche- ~ tetro. La sabbia gialla volteggiava tempestosa, poi si posava su legno, pietra, carne e pelle, secca e granulosa come osso polverizzato. Gli alberi non avevano foglie. Fiori rossi sfavillavano, fiori dorati e violacei spalancavano le corolle sui rami neri. I mendicanti sonnecchiavano alla loro ombra, tendevano membra irriconoscibili verso di lei. Bisogna che io mi calmi, disse Pat, avanzando decisa tra la sabbia ammucchiata, bisogna che io mi calmi. Non aveva più la sensazione che il suo corpo si stesse sciogliendo, che stesse colando via, sfuggendo al suo controllo. L'aria era asciutta, bisognava che si tenesse ritta, che guardasse negli occhi la gente che le rivolgeva la parola, che sorridesse con gentilezza - come David, pensò. Ma la polvere dentro i sandali le appesantiva i piedi e il passo. Ora che il suo corpo non si scioglieva più, lo sentiva bruciare. Sentiva il calore invaderle le ossa. Perfino gli occhi, protetti da giganteschi occhiali da sole, sembravano bruciare. Temeva di accartocciarsi come un pezzo di carta sotto una lente d'ingrandimento disposta in modo da riflettere il sole. Si sfregò le dita e fece un rumore raschiante, di carta. Aveva i capelli pieni di sabbia. "Non puoi permettere che il clima ti abbatta in questo modo, tesoro," disse David con voce dolce, per esprimere una tenerezza che non sentiva quasi più, vedendola soffrire in modo così poco estetico, i piedi polverosi, i capelli filacciosi, la faccia smunta e stupefatta. "Il clima non è importante, Pat - STORIE / DESAI prova a ignorarlo, ci sono tante altre cose. Cerca di concentrarti sul resto." Voleva aiutarla. Gli rendeva le cose difficili, continuando a vagare insensatamente in altre direzioni invece di seguirlo, obbligandolo a lasciar perdere quel che stava facendo per andarle dietro, perché sembrava così priva di controllo, e in modo pericoloso anche. Non poteva vedere gente, lavorare alla sua tesi, non poteva far niente. Non avrebbe mai immaginato che potesse essere una tale palla al piede - non Pat, non la sua fedele compagna di vagabondaggi, questo aveva promesso di essere. Pat veniva da una razza di contadini semplici e forti - avrebbe dovuto avere un po' di quel sangue nelle vene, sangue forte, semplice, pratico, efficiente. Perché non era pratica ed efficiente? Le appoggiò una mano alla tempia - pulsava forte. Si sedettero a sorseggiare caffè freddo in un ristorante molto piccolo e molto buio che puzzava, chissà come, di fuliggine di ferrovia. "Devo fare uno sforzo," disse lei, in tono piatto, privo di convinzione. Quel pomeriggio fece il giro dei negozi d'antiquario di New Dehli, decisa a interessarsi di arte e cultura indiana. Abbandonò la galleria di negozi dopo un'ora, con l'orrore che le saliva in gola come vomito. Si sentiva inseguita dal primitivo, dall'elementare e dal barbaro, e continuava a sfregarsi nervosamente le dita, al ricordo di quei grossi, pesanti seni di bronzo e pietra, di quei fianchi rotondi e pieni come anfore, di quei civettuoli campanellini appoggiati a pance e caviglie, di quegli occhi lunghi, sfuggenti che sporgevano curvi dalle voluttuose facce di pietra, non dissimili da quelli dei negozianti stessi con le loro voci sibilanti e invitanti. E poi gli dei, con le braccia turbinanti, i piedi in movimento, gli occhi sfavillanti e arrabbiati, i riccioli al vento, tutti tuono e fulmini, vendetta e minaccia. Sfregandosi le punte secche delle dita, si affrettò tra la polvere verso l'albergo. Sdraiata sul letto, pianse dentro il cuscino la sua casa perduta, le mucche e gli alberi di melo, le stalle rosse e le rondini, i gelati e i drive-in, tutte le cose dolci e innocenti e perdute, perdute, perdute. "Non sono abbastanza sofisticata per te, ecco," singhiozzò sopra il tè ghiacciato ... ·al limone che David le porgeva. Era la prima volta che accennava alla disparità delle loro origini - non era mai sembrata importante prima di allora. Metterla a nudo in quel modo era come scavare un primo fosso tra di loro, una prima divisione di argilla rossa, viva. Si spaventarono entrambi. "Tu le sapevi, queste cose, probabilmente - devi averle imparate all'università. Invece io ho fatto solo le scuole superiori e poi sono rimasta a casa -" "Tesoro," disse lui, con un dolore e una tenerezza genuini, e non riuscì a continuare. Scrupoli e buon gusto non gli permisero di continuare: detestava la volgarità quanto il dolore. "Fai una doccia e uno shampoo, Pat. Dobbiamo uscire -" "No, no, no," gemette lei angosciata, deponendo il bicchiere di tè ghiacciato e lasciandosi cadere sul cuscino. "Ma questa volta si tratta di gente diversa, Pat. Dobbiamo vedere un'assistente sociale - voglio dire, la moglie di Sharma è un'assistente sociale. Ti farà vedere cose diverse. Sono sicuro che sarà interessante." 27
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