20 la cultura ha prodotto è una cultura della distruzione, allora cooperare è collaborare, divenire parte del processo. In questo senso Cassandra era parte del processo; ella fa parte del mito creato dalla cultura della distruzione. Questo è il motivo per cui molte concepiscono il separatismo come la sola posizione onesta, ogni altraf orma significa collaborare. Sì, ma non ci sono altre possibilità, almeno da noi non c'è altro modo di lavorare se non all'interno della società e delle sue istituzioni. E personalmente non mi considero collaborazionista. Anche se dovessi chiudermi in un'astronave, da sola o con altre donne, ed entrare in orbita intorno alla terra, sarei sempre in relazione con questo mondo; non posso isolarmi. In Cassandra, lei esplora la tematica del separatismo nel confronto tra la protagonista e le amazzoni separatiste; potrebbe parlarne? Si tratta di due cose diverse. Ho introdotto nel romanzo le amazzoni come un ramo della cultura matriarcale che si è separato e che è senza speranze e senza prospettive proprio in quanto vive in una situazione di isolamento per ragioni che potrebbero essere anche giustissime se non fossero completamente ostracizzate. A volte ho avuto dei contatti con "separatisti" o con persone che si sono isolate e ho sempre ritenuto che la loro fosse una situazione senza speranza. È indice di profonda impotenza, una tale scelta, ma io la comprendo. Ma in occidente a volte giungiamo alla conclusione che il sistema patriarcale è così fondamenta/mente in contrasto con gli interessi delle donne, che non è concepibile alcuna collaborazione. Non c'è ragione che noi trascorriamo delle ore a discutere di questo, abbiamo esperienzecosì diverse che mi è impossibile farle accettare le nùe convinzioni, e neanche lo voglio poiché le nostre situazioni sono completamente diverse. Posso solo dirle le cose come le vedo. Non penso nemmeno che valga la pena discuterne. Se lei passasse sei mesi nella RDT capirebbe la nostra posizione così come io ora comprendo la vostra. Io capisco la vostra posizione. In che senso? Questa è la seconda volta che vengo negli USA, ho parlato con molte donne e di nuovo sto constatando come le donne in posizioni influenti possano al tempo stesso essere senza potere. Tengo a dire che il contatto con le femministe occidentali è stato ed è ancora per me importantissimo, mi ha posto interrogativi che altrimenti non mi sarei posta se non più tardi o forse mai. Ma non si possono trasferire le soluzioni, non si può dire semplicemente che se le femministe occidentali si separano e cercano di acquisire una coscienza in questo modo, noi possiamo fare lo stesso. Direi che le donne del mio paese sono molto meno consce della loro posizione all'interno del sistema patriarcale per queste ragioni. Ne sono certa. Quando parlo con amiche ceche o con donne di altri paesi socialisti più a est della RDT, questa questione non ha alcuna importanza. Non so neanche se esse ne siano consapevoli; mi dicono: abbiamo tanti problemi di semplice esistenza e tu ci parli di questioni così irrilevanti. Dico questo solo per farle comprendere come vanno lì le cose (assenso generale - anche da noi è così). Si identifica con il personaggio di Cassandra? No, ma in Cassandra ho trovato la possibilità di esprimere una parte importante della mia esperienza; non mi identifico necessariamente con il personaggio, in parte sì, non in tutto. Come personaggio ha preso molto da me, ma sarebbe noioso se uno scrittore si limitasse a descrivere se stesso. È necessaria la tensione, si deve avere qualcuno che crei contraddizione. Io discuto con lei e naturalmente la critico come critico me stessa; e questo è più interessante. Un'ultima domanda: cosa si aspetta dai suoi lettori? Posso rispondere semplicemente: mi aspetto da loro collaborazione. Desidero attività. Non mi piacciono i lettori, particolarmente le donne giovani, che tendono a ingoiare ogni cosa. Mi aspetto collaborazione, dialogo e opposizione; è questo che mi dà qualcosa. E queste cose le ottengo. È ottimista, allora. Almeno per quanto concerne i lettori! (traduzione di Giovanna Cimino) Copyright Bettina Berch e Anne Christine d 'Adesky.
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