Christa Wolf (Archivio E/O). EST/OVEST: CASSANDRA ELEALTRE INCONTROCONCHRISTAWOLF a cura di Bettina Berch e Anne-Christine d'Adesky Nei paesi di lingua tedesca Christa Wo/f non ha bisogno di presentazione. Considerata la maggiore scrittrice vivente del blocco orientale, le sue opere sono così controverse da essere a volte introvabili nelle librerie normalmente ben rifornite del suo paese, la Repubblica Democratica Tedesca. Ciò nonostante la gente sa ciò che scrive Christa Wolf' lo può scoprire ogni volta che si parla di disarmo e sopravvivenza, di relazioni uomo-donna, di cosa significhi essere tedeschi. Autrice di Riflessioni su Christa T., Modello di un'infanzia, Leggere e scrivere, Cassandra e altre opere, Wolf si autodefinisce femminista, antifascista e socialista. Questi tre aspetti della sua identità sono essenziali per la sua scrittura, scrittura che per lei consiste in un processo di autoanalisi. In Modello di un'infanzia ella ripercorre la sua giovinezza negli anni del fascismo e la sua educazione da "buona tedesca" per esplorare l'impatto dell'ideologia nazista sulla cultura tedesca. Nella raccolta di saggi Leggere e scrivere illustra, attraverso l'analisi dei compromessi che ogni sistema esige, il significato della sua scelta di vivere all'Est e del suo impegno ne/l'esperimento socialista. Nel racconto di fantascienza Mutazione esplora il significato del vivere come uomo o come donna. In un mondo socialista del futuro la scienziata protagonista sperimenta una nuova pillola capace di mutare le donne in uomini. Le suo note di laboratorio descrivono le diverse realtà vissute da uomini e donne, le sue avventure come uomo, la scelta di ritornare ad essere donna. li lavoro più famoso della scrittrice, Cassandra, farivivere questa antichissima figura di veggente per richiamare l'attenzione delle potenze mondiali sul pericolo di una distruzione reciproca imminente. Cassandra del ventesimo secolo ella stessa, Christa Wo/f non cessa mai di richiamare l'attenzione su dove ci sta conducendo la politica del "rischio calcolato". Nell'intervista che segue abbiamo deciso di mettere afuoco alcune delle tematiche di Christa Wo/f che non sono altrettanto esplicitamente sviluppate nelle sue opere; abbiamo provato a prendere in esame in particolare due aspetti delle più ampie tematiche femministe: I) la Politica della Marginalità. Nei racconti di C. Wo/f il potere è chiaramente patriarca/e, gli uomini controllano la Macchina della Guerra, la Macchina dell'Economia e ciò che è definito lapolitica mondiale, mentre le donne non detengono alcun controllo, sono ai margini del sistema. Desideravamo conoscere l'opinione della scrittrice sul ruolo di chi è "ai margini", in particolar modo in una società socialista; se questi "outsider" non corrotti dal sistema di potere onnipervasivo possono, a suo avviso, esercitare un diverso tipo di impatto. 2) la Politica della Sessualità. L'idea di una "cultura delle donne" o di una diversa sensibilità/sessualità femminile è importante per C. Wolf e per le sue sorelle del blocco orientale? La maggior parte delle notizie provenienti dai paesi dell'est parla di una condizione di parità delle donne, ma solo in termini politici o economici. Esiste un dibattito sulla "differenza", su una "sessualità politicamente corretta" così come accade da noi in occidente? Nel corso dell'intervista Christa Wolf ci ha chiarito alcuni punti. In primo luogo: la realtà culturale e sociale della Germania orientale non può essere compresa nei termini del conflitto tra "insiders" e "outsiders"; ella lavora a/l'interno di una compagine culturale piuttosto compatta, anche come scrittrice e intellettuale "controversa". Ha ritenuto plausibile soltanto a proposito del mondo occidentale il concetto di una controcultura o la nozione di un separatismo femminile: a suo avviso la condizione di "outsider" è senza via d'uscita. Si è mostrata poi interessata al tema della sessualità ma mai come aspetto fine a se stesso, neppure nel contesto di un movimento delle donne. Ciò nonostante, malgrado il suo disaccordo su molti punti, ha mostrato di saperci prendere sul serio, di palesare il suo disaccordo senza minimizzare il nostro punto di vista, elemento, questo, indicativo di per sé del grado di integrazione che la scrittrice vive nella sua cultura.
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