TRERACCONTI Dario . Voltolini SUI MACCHINONI DEI MASCHIONI CHE GESTISCONO UN'IMPRESA E dopo il liceo si va tutti a fare informatica. Dal punto di vista topologico tale azione va presa con cautela. Questo insegnamento è sgranocchiato e disperso in miriadi di sedi. Si va a fare informatica, ma dove? Dopo qualche mese il giro è più chiaro. Informatica vuol dire informazione automatica. Alterz'anno il furore esplode: se tutti i pachidermi della terra non bramissero, bramassero bensì, bramerebbero pur sempre meno di quanto al terz'anno si bramino primi impieghi in aziende. L'epoca tecnotronica è alle porte, bussa, è già entrata, non chiede permesso, si accomoda in cucina, in bagno, ti raddrizza i legni delle Thonet, si serve da bere. Un primo impiego? Oh, yeah, Puoi fare il magazzatico. Non dazio né gabella medieva, pischerlone, magazziniere automatico. Gestione. Programmi. Via le scarpe scamosciate, ciccione, esci dai gins, fuori dal maglioncino blu. Sei indietro da bestia con gli esami. Come tutti, del resto. Scherzi? Tutti sono al passo, botte di lardo, e tu quando lo dài grafi? E dopo il liceo si va tutti a fare medicina. Dieci, quindici anni di studi. Idee chiare, parto bene? Concentrata, decisa. I figli dei ricchi, mi faccio strada a spallate: mi faccio i cazzi miei. Una amica del liceo, la vedo che diventa un'altra cosa. Non ti saluta. Si pone mollemente sui macchinoni. Dei maschioni. Intanto invece io lavoro partàim, molto partàim. Porca merda, anatomia. Vomito, non vomito. No che non vomito, divento verde ma sei tu che vomiti, evacui, esprimi te stessa, ciao ciao ciao macchinoni e maschioni. Niente male: immunologia. E quello: aids che male. Ora, devo pensarmi - pensare me stessa - come sua collega? lo? Quello un mio collega? Adesso sì che vomito. Oncologia, ostetricia. Gente che va, gente che viene. Terminale, brutta cosa qui da noi, ordinaria amministrazione invece per loro: per lui, intendo dire, chissà se ha passato grafi? Per lui terminale vuol dire forme verzognole negli occhi, bottoni sintetici sotto le dita. E dopo le lezioni si trovano al bar. Cara, ti vedo verde, sarà il terminale. Caro, sono verde. Come è andata cara? Bene, caro, mi fa vedere un vetrino e mi chiede cosa è? e sai che gli volevo rispondere? un vetrino, gli volevo dire. Brava, cara, così entravi nei marìns. E sai cosa era invece, caro? No, cara. Spermatozoi caro. Cielo, cara, portatori di informazioni. Siamo normali, vero, caro? come gli altri, si? Ma certo, cara, bip, ma certo, bip, ma certo biiip. Un altro come è già che si chiama, caro? Lup, cara, con due o. E come dite da voi? Attenti al !up. E dopo il bar prendono il tram. Due che hanno studiato da puncs li guardano. Sono attorcigliati alle macchinette obliteratrici, avvolti sui mancorrenti, rattrappiti contro i vetri. Il tram è vuoto. Fuori è molto buio. Nessuno sale, i puncs scendono. Anzi, crollano giù sul marciapiede. Mica veri questi puncs lì. E dacci ai mods. Cara e caro scendono al capolinea. C'è un ospedale. Memento, dice lei tutte le sere guarcfandolo. Memento memoria floppieàrdisc pensa lui tutte le sere. Camminano per il viale verso casa. Abitano nel medesimo palazzo della medesima periferia della stessa città. Liceo insieme. Tram, bar, puncs insieme. Dopocena insieme. Un Gran Varietà. Il viale sarebbe cheto e di delizie pieno. Ma passa il treno. Senza esitazioni raggiungono il condominio e qui bisogna fare attenzione: si tratta di un palazzo circondato da molti altri palazzi eretti a partire dal medesimo progetto. Ora, se qualcuno vi dicesse che è davvero strano individuare la propria abitazione tra quegli stereotipi al primo colpo, non credetegli, non fatelo, per nulla al mondo. Se qualcuno vi dicesse che tra quelle abitazioni fatte in serie con lo stampo anche chi vi dimora deve rifarsi al numero civico per non perdersi, allora denunciatelo, evitatelo come la peste, additatelo ai passanti, ai bambini che bailano il futbòl e vanno in bici, marchiatelo e svergognatelo. Fate qualcosa, insomma. Si tratta di un mostro, che magari ha figli. Non devo pensarci. Si tratta di uno che ama la propria utilitaria, che è la sua, mica come le altre. Un palazzo, spero che mi capiate. Un essere cui non va bene niente e accetta tutto. Ma che non è contraddittorio, qui sta l'orrore. Una creatura dell'abisso capace di mangiare la pastina in brodo, le stelline, dico, i capelli d'angelo. Trova piccante il pomodoro, lo giuro. Ai figli dice: no. Perché sa che è giusto farlo. Chiama i palazzi casermoni. Su ogni questione dice è tutto uno schifo. Guardatevene. Caro e cara si salutano. Lui le dice bip biiip, lei gli dice prontosoccorso. Ceneranno. Si telefoneranno. Forse vedranno i loro amici. Nel frattempo avranno fatto una doccia. Quello dei casermoni non sa neanche che cosa è, una doccia. LE PORCHE Salgono sul ridicolo treno le ragazze della scuola d'arte per tornare in città e occupano sempre la medesima carrozza. li piccolo ragazzino ha tenuto la sua conferenza sulle armi documentando con riviste illustrate quant'è tosto l'americano con la sua divisa. E saltava di qua e di là balbettando dei russi e dei francesi e del diametro massimo e del diametro minimo del missile e la sua gittata, vuoi con la testata mmooonta ata, vuoi (ma sono palle che lo vuoi) senza la testata. Meglio lui di quell'altro già più grande (17?) che prese a spiegare all'amica il pontenziale atomico come si spiega ad una amica che non è che sia scema ma non sa queste cose. I Russi hanno circa di che distruggere il mondo venti volte, gli Americani una o due, ma nota che cazzo ci frega ai Russi di distruggerlo venti volte se dopo la prima non ce n'è per nessuno? Dunque il diciannove percento delle armi russe non servono a niente. Questo sulla terra. Nel mare gli Americani sono superiori, perché i Russi non hanno il mare, mentre nel Mediterraneo ti volti e c'è un Americano. Capisci? Una guerra atomica non ci sarà mai. Ma fine dei discorsi perché le ragazze della scuola d'arte sono salite con le loro enormi cartelle, donne disomogenee talune sculano con il loro enorme talune brufolano di faccia che si sente dall'altra carrozza alcune lanciano acuti e poi ci sono i fiorellini coi vestitini fini ben portati su corpi magri e agili. Sei una porca. Tu sei più porca di Daniela. Ho visto Luisa ieri: che porca. Sai con chi lo fa? Con quello coi capelli corti. E la moto? No. Non so chi è. Sì che lo sai, porca. Io sono veramente
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