SAGGI/LAPORTA SAGGI IPOCRISIAE SAGGEZZA BORGHESI Filippo La Porta Solitamente si pensa all'epoca vittoriana come a un'epoca di repressione, di pruderie, di infelicità sentimentale. Il libro dello storico della Yale University Peter Gay L 'educazione dei sensi, L'esperienza borghese dalla regina Vittoria a Freud, (Feltrinelli, pp. 404, L.60.000) induce a qualche ripensamento in proposito. E lo fa in modo puntigliosamente documentato e con uno stile espositivo accattivante, anche se non sempre convincente. Questo volume (dedicato principalmente al sesso) si presenta solo come il pdmo di una ricerca assai ampia sulla esperienza ·borghese, nelle sue varie mani festazioni e modalità: amore, aggressività e conflitto. Nelle pagine introduttive, di carattere metodologico, si auspica una saldatura tra atteggiamenti storiografici e categorie psicanalitiche, prendendo però le distanze dal riduzionismo della cosiddetta psicostoria; e anzi a Gay preme puntualizzare che le cose sono sempre anche "ciò che sembrano''. Le fonti di una indagine così ambiziosa sulle dimensioni inconsce dell'esperienza sono un insieme molto eterogeneo di documenti: diari ed epistolari, testi di medicina, manuali domestici, opuscoli religiosi, giornali, inchieste, opere artistiche e letterarie (molto romanzo inglese, e poi Flaubert, Heine, Whitman, Shaw, Wedekind, ecc.). Un orientamento che certo dopo due generazioni di "annalisti" e dopo anni e anni di microstoria (recentemente la monumentale opera di Duby e Ariès) non appare al lettore così audace e innovatore. Ma ciò che caratterizza il lavoro di Gay è una ispirazione psicanalitica assai netta e forte tendenziosità polemica nelle ipotesi di fondo. li periodo preso in esame va dal 1820 ai primi anni del nostro secolo; l'oggetto è rappresentato da quella "grande famiglia ramificata" che sono le classi medie, soprattutto americane, poiché è solo oltreoceano che "si coglie la borghesia ottocentesca nella sua purezza'', come del resto volevano Stendhal e Tocqueville. Nonostante tutte le cautele e tutta la problematicità ("la cultura borghese dell'800 fu molto diversa a seconda dell'epoca, del luogo, della condizione sociale"), nonostante BibliotecaGino Bianco la diffidenza verso le generalizzazioni indebite ("non vi fu nell'800 una esperienza borghese: vi furono delle esperienze borghesi") l'Autore ritiene di poter individuare "un comune modo di sentire e di pensare delle classi medie". Vediamo come egli tenta di ricostruirlo. Il capitolo più importante, attorno a cui ruota tutto il libro, è quello intitolato Esperienze borghesi: un documento erotico, ed è un commento al diario privato di Mabel Loomis, colta e ricca borghese di Boston, a cavallo tra otto e novecento, bella, esuberante, piena di vitalità, di una "allegria contagiosa", prima moglie felice di David Todd e poi amante poco clandestina (e con il marito consenziente) del fratello di Emily Dickinson. Il suo diario testimonia di una straripante sensualità e di tutta l'intensità amorosa con cui visse prima la vita coniugale e poi l'adulterio. Ma quello che mi sembra ancora più interessante è la reazione, evidenziata da Gay, della cittadina di Amherst alle sue trasgressioni. Questa reazione è un misto di velata disapprovazione e di tolleranza, di giudizio severo e di tacita accettazione, di condanna e di ipocrisia. Ma "quello che i moralisti dell'epoca chiamano troppo sbrigativamente 'ipocrisia', era in realtà, un modo di ritagliare uno spazio alle passioni". I con fini posti dalla borghesia ottocentesca agli eccessi passionali e alle trasgressioni erano elastici e volutamente ambigui, indefiniti. E qui arriviamo al nucleo della riflessione di Gay. La società borghese, come del resto qualsiasi altra società umana, implica un sacrificio delle pulsioni istintuali (vedi appunto la teoria freudiana della civiltà) e dunque fissa una serie di divieti, di regole apparentemente anche molto rigide. Solo che attraverso alcuni stratagemmi (osservanza formale delle convenzioni e segretezza delle scelte sentimentali e sessuali, rispetto per la facciata e culto della privacy) la società borghese prevede una quasi illimitata violazione di quelle regole, consente "evasioni verso il piacere che molte persone rispettabili( ... ) potevano permettersi in tutta sicurezza". Le sue proibizioni si adattano "ad una straordinaria varietà di comportamenti". Si tratta, come si vede, di uno dei più appassionati e persuasivi elogi della società borghese, di una delle più intelligenti obiezioni alla fila dei suoi detrattori. Altro che società perfetta ingenuamente sognata da tanti movimenti rivoluzionari! Altro che fantasie millenaristiche e vacui utopismi! Il punto, sembra suggerire Gay, non è quello di aspirare a una impossibile e artificiosa identità tra privato e pubblico, tra dovere e felicità, tra individuo e società. Anzi una necessaria (e inevitabilmente imperfetta) distinzione tra questi diversi ambiti sarebbe più "perfetta" di qualsiasi utopica armonia. Ma di questo atteggiamento, oggi tutt'altro che solitario, vorrei parlare più oltre. Torniamo all'impianto del libro. Molte pagine sono dedicate a fantasmi e paure che turbano l'inconscio, soprattutto maschile, del secolo borghese. Come l'immagine della donna-vampiro, assassina e castratrice (da Rossetti e Beardsley a Munch fino al diario di Arnie!); o la ostinata negazione di qualsiasi sensualità femminile (per salvaguardare una virilità in pericolo); o il tacito consenso alla segregazione dei sessi perfino in personaggi insospettati (come Max Planck); o la "ignoranza dotta di medici imbevuti di pregiudizi dell'ambiente"; o ancora modelli educativi, controllo delle nascite, crociate isteriche (ma spesso isolate) contro masturbazione e pornografia, ecc. Si tratta però di pagine più scontate, anche se sorrette da una quantità impressionante di dati e di testimonianze di vario genere. Quello che vorrei sottolineare è che l'accento cade quasi sempre sull'elemento, finora un po' trascurato negli studi sull'epoca vittoriana, della gratificazione, degli spazi inaspettatamente ampi di libertà individuale, della felicità concreta delle persone: "vi furono nel secolo della borghesia matrimoni borghesi riusciti, che fecero della sensualità un elemento essenziale"; e vi furono un senso gioioso della vita, una visione non punitiva del sesso, un uso assai diffuso dei contraccettivi (so-
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