Linea d'ombra - anno V - n. 18 - maggio 1987

compatta di operai. Piove, gli ombrelli formano una vas/a supe,ficie nera sollo il palco improvvisato. Ai bordi e sul fondo, la folla dei capi e degli intermedi, i vincitori del giorno prima. Un delegalo: Per cosa abbiamo lottato? Uno: il ritiro dei licenziamenti, sia reali e subito, sia mascherati. Ebbene, i licenziamenti oggi non ci sono. Questo è un punto a nostro favore. Ma sono mascherati! Perché questa è una lista di proscrizione! Questi 23.000 noi non abbiamo nessuna garanzia che riusciremo a farli rientrare .. Prende la parola Camiti Pietre Camiti: io dò nuovamente lettura dei contenu.ti dell'ipotesi di accordo. Primo: revoca delle procedure di licenziamento. Secondo: dichiarazione di crisi aziendale ai sensi della legge 675, a partire dal 6 ottobre 1980 al 31 dicembre 1981, con la Cassa integrazione straordinaria rinnovabile in questo periodo per 23.000 lavoratori ... (grida di "Venduto, venduto!",fischi imprecazioni) ... Terzo (tra ifischi) ... terzo (fischi) ... teeerzo ... Non è urlando, ma decidendo assieme, decidendo assieme, se questa ipotesi è una base di intesa oppure se essa va respinta ... ma dobbiamo deciderlo non urlando qualcuno, ma tutti insieme (fischi) ... Terzo, applicazione delle seguenti misure: uscite volontarie incentivate aggiuntive al turn-over, prepensionamento (altri fischi e proteste, Carniti prosegue con tono alterato) ... Con la sopraffazione, con l'invettiva, con l'insulto, con la prevaricazione non si è mai fatto un solo passo, un solo millimetro in avanti nella storia del sindacato (violente proteste). Un operaio: Tu non rappresenti gli operai di tutta Italia! Pierre Camiti (visibilmen/e alteralo): Con la lotta di questi giorni, di queste settimane, si è fatto quindi su un punto non secondario, sul punto decisivo, che è quello che ha determinato l'impegno e la mobilitazione generale ... cioé queste erano le cose che ci siamo dette sulle piazze, che abbiamo detto all'insieme dei lavoratori per chiamarli allo sciopero ... si è respinto il ricatto del licenziamento collettivo. L'azienda aveva aperto la procedura dei licenziamenti. Si è respinto una linea di licenziamenti camuffati. Si è fatto un passo avanti importante ... (a un operaio che pro1esta:) Dirai la tua ... E alla fine decideremo. Non decido io (tra i fischi) ... Decidono i lavoratori (fischi crescenti)... Cosi bisogna fare ... Uno dal palco: Ora decidiamo sull'ipotesi di accordo. Così si sta facendo in tutti gli altri stabilimenti Fiat. I Presidenza dell'assemblea: Conseguentemente la votazione si esprime in tre fasi: si tirano giù tutti gli ombrelli ... Via gli ombrelli, si prende la pioggia per cinque minuti ... per trenta secondi ... Via gli ombrelli! Giù gli ombrelli! Per ·alzata di mano. Allora: Chi approva l'ipotesi di accordo con le cose che abbiamo specificato prima? Alzare la mano! (Si alzano mani sopra1tut10 sul fondo, dove sono assembrati i capi e gli intermedi) Chi è contrario? (Si alza una selva di pugni chiusi e di mani su tutto il piazzale). Giù le mani. Chi si astiene? (Si alza una mano nel centro del piazzale). Approvato a larga maggioranza! (Inizialmente qualche applauso, di chi crede che l'accordo sia stato respinto. Poi, quando si realizza il significato delle parole dello speaker, urla di rabbia: "Ma quale maggioranza! Rifacciamo la votazione!" Segue un breve tafferuglio. Carniti è costrello ad a/lonlanarsi rapidamente. S1essa sorle per Benvenulo alle Presse). Giornalisla del TG I: Alle tre e mezza di questa mattina, dopo sette ore di colloqui e trentaquattro giorni di negoziato, il ministro Foschi, BibliotecaGino Bianco STORIE/REVELLI-PEROTII Lama, Camiti e Benvenuto, la Flm e la Fiat, hanno firmato il proto: collo di accordo che chiude la vertenza del complesso torinese. Le prime reazioni delle due parti interessate sono sostanzialmente positive. Ecco la dichiarazione del ministro del lavoro (Foschi, poi spari lo dalla scena a causa della P2) raccolta subito dopo la firma: Minis/ro: Questo autunno è carico di tensioni e di altri problemi, ma essendosi definita la vicenda più importante, l'accordo ha sconfitto le logiche traumatiche che sembravano inevitabili e nello stesso tempo ha anche sconfitto quei gruppuscoli, quei gruppi violenti, quei gruppi eversivi che cercavano su questa vertenza d'innestare ben altro tipo di problema. Anche di questo occorre che il popolo italiano abbia consapevolezza e coscienza, perché non si è trattato solo di una grande vertenza, ma anche di un grande rischio sotto il profilo politico e sociale per il nostrÒ paese ... Parla Gianni Agnelli Per finire, la dichiarazione di Gianni Agnelli racco/la da Bruno Vespa per la 1e/evisione. Bruno Vespa: Quale sarà l'evoluzione dei rapporti, delle relazioni industriali, dopo quello che è successo in questi giorni, dalla marcia dei 40.000 alla contestazione dei leaders sindacali? Gianni Agnelli: Guardi, quale sarà il divenire delle relazioni industriali è molto difficile da dire. Ma quello che le posso dire è che quello che è successo è un fatto importante. È un fatto importante perché se Lei esamina queste decine di migliaia di persone che hanno manifestato, pensa chi sono, da dove vengono, la gente più professionalizzata e più qualificata in Fiat, e la gente che più ha sofferto gli attacchi del terrorismo, la gente che è più attaccata al lavoro e al divenire dell'azienda. Questa gente, la cui unica gratificazione è il successo dell'azienda e la soddisfazione del proprio lavoro ... ora loro vedono in questa conflittualità continua, in questo eccesso di rituali, di scioperi generali, con preoccupazione il divenire dell'azienda che per loro non è solo ragione di vita, ma soddisfazione di vita. E come i capi di Torino, credo che in tutta l'attività produttiva italiana si trova questo tipo di classe intermedia che reagisce sempre allo stesso modo. Bruno Vespa: La ringrazio, avvocato Agnelli. 81

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