STORIE/REVELLI-PEROTTI cercate di lottare, eh!" Intervistatore: Senta, ha ricevuto, Lei, la lettera di sospensione? È impiegato? Un impiegato (con pesante inflessione piemontese): Non ancora. Intervistatore: E come mai non è in lotta con gli altri lavoratori? Impiegato: Oggi non è sciopero ... Intervistatore: E come mai? Impiegato: Oggi era giorno lavorativo, per noi ... Non è stato dichiarato nessuno sciopero, quindi ... Intervistatore: Ma perché? Non ha ricevuto la lettera di sospensione? Impiegato: Per qualunque motivo .. Oggi non è giornata si sciopero. Intervistatore: Se l'avesse ricevuta e fosse sospeso dal lavoro? Impiegato: li discorso sarebbe un altro. Un operaio interviene: Non hanno mai fatto sciopero questi signori qui! Intervistatore: E la solidarietà con gli altri? Impiegato: Quando dichiareranno sciopero faremo sciopero. L'operaio: Quando mai l'avete fatto, lo sciopero? Questi qua sono contro di noi, questi qua! Si fa strada tra la folla di operai un'altra auto di un impiegato. Intervistatore: Lei ha ricevuto la lettera di sospensione? Secondo impiegato (seccamente): No. Intervistatore: È entrato a lavorare, oggi? Secondo impiegato (seccamente): Sì. Intervistatore: E come mai? Secondo impiegato: Ma io sono impiegato! 2 ottobre. Davanti alla Porla 5 di Mirafiori, su cui è stato innalzato il grande ritratto di Marx, parla Franco Bentivogli. Franco Bentivogli (a un 'immensa folla ormai a/lesta/a stabilmente alleporte): ... Ed è venuto da me un lavoratore che ha ricevuto la lettera e che è solo che lavora in casa sua, ed ha tre figli a carico, e ha detto: Quello che mi darà la Cassa integrazione son pronto a portarlo qui e a dividerlo con gli altri compagni. (applausi) Questi sono i sentimenti, questi sono gli orientamenti, l'umanità, la moralità della classe operaia. Questa è la linea antagonistica, totale, che noi proponiamo. Questo è il mondo, la cultura che propone l'organizzazione dei lavoratori e il sindacato ... Ci sono momenti, e degli appuntamenti, nella storia di un uomo, che non si possono mancare. Certo, compagni, mi raccontavano qui due nostri militanti, un giovane e una ragazza, dicevano: Siamo stanchi morti perché è da BibliotecaGino Bianco stamattina presto che pigliamo la gente che salta il muro. Certo, abbiamo ancora persone che rinunciano al loro stato di uomini per trasformarsi in ladri di polli, ma anche (applausi) a questi ... ma diciamo a questi atleti olimpionici del salto del muro che al di là di quel muro c'è il letame della vergogna (applausi scroscianti) che nessuna cosa può pagare .... perché i marchi di Agnelli non saranno mai capaci di distinguere uomini e no, ma noi dimostreremo, al di là delle lettere, che qui c'è un'umanità che non si rassegna, qui c'è un'umanità che non rinuncia alla libertà e alla lotta. Qui ci sono degli uomini e delle donne che vogliono lottare per la giustizia, per una società migliore. Per questo oggi devono battere Agnelli, debbono battere il suo disegno, dobbiamo resistere! (applausi, commozione). Un sindacalista (durante un comizio volante con megafono): È venuta al pullman della porta 5, l'altro giorno, una bracciante dell'Emilia Romagna, di Reggio Emilia per la precisione, ed ha 70 anni, e ha versato la sua·pensione sociale, 153.000 lire .... ( Voce isolata: "Brava!") E ha voluto motivare in un certo modo. Ha detto: Negli anni '53-54, quando i braccianti di Reggio Emilia e dell'Emilia lottavano, praticamente quasi da soli, perché sapevano il clima che c'era qui, nelle grandi fabbriche e in particolare alla Fiat... Dice: Noi abbiamo vinto dopo 68 giorni di sciopero, con la polizia che allora ci caricava su ordine di Scelba e lasciava pure i morti sulla strada. Ebbene io ho potuto sopravvivere grazie alla solidarietà concreta di tutto il movimento operaio, di tutti i lavoratori italiani che avevano sottoscritto per me e mi avevano dato un contributo. Oggi faccio la mia parte. Oggi rendo quello che ho avuto allora. Musica e cori di operai ai bivacchi, nella notte, intorno ai fuochi alle porte. Un operaio (anziano): Torinese. 18 anni di Fiata dicembre ... E sono qui! Siamo dei bugianen, ma quando ci muoviamo, realmente ci muoviamo! Suona una fisarmonica. Le voci sono allegre, concitate. Un operaio (con accento fortemente napoletano improvvisa su "À livella" di Totò): Ehhhh, signor marchese, m'ate scocciato. Ma che violenza, ma quale pasqua, natale e epifania. Ca' dinto vo' capì ca simmo uguali? Muorto sì tu e muorto so' pur'io. Ognuno è come è nato, tale e quale. Perciò nun fa 'o restio, supportarne vicino, che t'importa: 'ste pagliacciate 'e fa solo Gianni Agnelli. (Applausi divertiti). Al tunnel di via Onorato Vigliani il presidio è tenuto in maggioranza dagli invalidi Fiat. · Coro di un gruppo di invalidi: "Mamma papà non piangere se siamo sui cancelli, noi gli faremo il culo all'avvocato Agnelli". Primo invalido (con forte inflessione sarda): lo sono sardo, no? Di Cagliari, forse l'hai capito dall'accento. Allora, son nato ghettizzato, son nato a Sant'Elia, no? è un quartiere ghettizzato tipo Vallette, anzi, ancora di più. E purtroppo mi son trovato a venire a Torino per ragioni dì lavoro, mi sono sposato, ci ho due bambini. Infatti domenica qui abbiamo fatto anche il compleanno del bambino anche per dimostrare a mio figlio, anche se perdo il posto di lavoro, che quel minimo di contributo l'ho dato anch'io .... Guarda qui, porco d'un dio, non ti dico balle, ci ho quarantotto punti ... (scopre il torace a11raversatoda una lunga cicatrice). D'apparenza sembro un toro! Ho fatto un casino di anni di sanatorio. A vedermi lavare i gabinetti mi dicono: Ehh, ma tu potresti essere alla produzione. Ecco l'inganno cos'è. Coro (su/fondo): "Vogliam la lotta dura. Siam contro la violenza, purché
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