BibliotecaGino Bianco Non mi sono mai reso conto di prendermi tanta cura dei miei lettori. Il mio lettore ideale, almeno spero, sono io stesso. Ma so qualcosa delle insidiose pressioni a esemplificare e spiegare le cose ad un pubblico straniero che gli scrittori sudafricani devono affrontare: La concezione di questo romanzo è stata in qualche modo condizionata dalla sensazione di dover assolvere ad un compito storico assegnatole, in particolare, dalla storia del Sudafrica? Forse questo è il mio destino. D'altra parte, però, qualche volta mi chiedo se non sia piuttosto quell'immensa sovrastruttura, essenzialmente ideologica, costituita dall'industria editoriale, dal sistema delle recensioni e dalla critica che m'impone il destino di essere un "romanziere sudafricano". Se si può presumere che Dusklands registri I 'immaginazione interiore delle conquiste coloniali, In the Heart of the Country le intricatecrudeltà del rapporto schiavopadrorie, Aspettando i barbari la coscienza di un impero in declino, La vita e il tempo di Michael K i/ senso della guerra e della resistenza, ne deriva che il suo progetto complessivo sia quello di registrare il dramma della coscienza dominante del Sudafrica. Accetterebbe una simile descrizione della sua opera? Non so. Da come l'ha messo lei, sembra un piano grandioso. In realtà, non c'è mai stato un progetto complessivo; è ovvio che si scrive di certi argomenti e poi si passa ad altri. E poi, il significato, spesso, è qualcosa che a metà si scopre e a metà si crea in retrospettiva. Quindi, forse, questo piano esiste in realtà soltanto adesso. Non so cosa intenda lei con l'espressione "coscienza dominante del Sudafrica". Intende descrivere me? Crede che sia questo quello che io veramente sono? Come scrittore lei opera in termini culturali. Tuttavia i suoi romanzi, finora, presentano un inquietante doppio volto: sono intensamente articolati al loro interno e tra di loro, ma possiedono anche una drammatica capacità referenziale. A volte, si ha l'impressione che lei scriva seguendo criteri "interni" estremamente rigorosi ed esigenti, al limite della crudeltà, e che qualsiasi riferimento esterno all'opera sia arbitrario efrutto del caso - altre volte, e specialmente in La vita e il tempo si ricava l'impressione che lei stia portando avanti un preciso dialogo con la realtà sudafricana. Cosa pensa al riguardo? Questa domanda è stata già in parte formulata prima, anche se in forma diversa. In effetti io non so cosa sia la "realtà sudafricana", ma ho il sospetto che sia improbabile che si possa scoprirla leggendo i giornali, se non altro per il fatto che ciò che si legge sul giornale (di qualsiasi "tendenza" esso sia) e già stato mediato dalla cornice epistemologica che chiamiamo "stampa". Non ho mai trovato nulla che riguardasse Michael K sui giornali. Se in La vita e il tempo ho portato avanti un dialogo, è un dialogo tra me e Michael K. In certi punti della storia - particolarmente, per qualche ragione, quando Michael viene portato a lavorare alla linea ferroviaria - si ha l'impressione che lei cerchi, attraverso la scrittura, una sorta di via d'uscita da un'intollerabile consapevolezza. È la struttura stessa del libro che provoca quest'impressione. A leggere le sequenze di apertura si prova come una sensazione dolorosa perché non si riesce ad accettare la vulnerabilità di Michael agli orrori che lo circondano. Man mano che la storia procede, però, si comincia a cogliere la straordinaria forza e il fine segreto di Michael. Quando il confronto tra i termini "campo" e "giardino" si approfondisce e si chiarifica, cominciamo a capire che, anche se c'è da pagare un prezzo particolarmente intenso, esiste un significato che è più profondo dei "campi", un significato che li travalica perché, in ultima analisi, è più potente di loro. Possiamo dire che in un certo senso lei sta cercando, attraverso la scrittura, di costruire per sé (e per i suoi lettori) un futuro? In un certo senso, effettivamente, Michael K non può morire. Si considera uno scrittore impegnato ad esplorare le strutture profonde dell'immaginario sudafricano? (Non riesco a pensare ad una formula migliore per esprimere la mia visione dei significati di Dusklands, In the Heart of the Country, Aspettando i barbari e di La vita e il tempo di Michael K ). L'immaginario che esploro è il mio. Se non fosse così, be', allora sono veramente nella broda. (traduzione di Riccardo Duranti) Da "Socia! Dynamics" n. IO(I), 1984; per gentile concessione di J.M. Coetzee.
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