Fo10 di David Roux-Sig111a/CraziaNeri BibliotecaGino Bianco bus Coetzee che Eugene Dawns, ciascuno a suo modo, sono due personaggi impegnati a violentare il mondo per soddisfare gli imperativi della mente. In Michael K sembra invece che il predominio sia rovesciato. Michael, infatti, adegua la sua mente alle necessitàdel sistema dei campi e della guerra - ma il suo corpo rifiuta di sottomettersi. Continua ad anelare al suo cibo, il cibo del "giardino". È proprio questa muta necessità a dare tanta forza alla sua pretesa di essere un giardiniere - al punto che il paradiso evocato dal medico del campo gli sembra banale, dato che /'esperienza che Michae/ ha avuto con le zucche è l'immagine stessa dell'esperienza del giardino dell'Eden. Egli è un uomo che si nutre di terra - letteralmenteuna sorta di lombrico, mentre Jacobus è uno che la terra la sfrutta. La natura profonda e radicaledi queste figure immaginarie (se non mi sbaglio) esercita un 'enorme pressione su i suoi lettori. Quando segue la logica narrativa fino alle estreme conseguenze ha in mente solo se stesso o i suoi lettori? Spero di seguire solo la logica della storia. Almeno questo è quello che intendo io quando affronto un soggetto. Il fatto che lei ambienti questa vicenda in un prossimo futuro farà senz'altro scattare dei paragoni con il romanzo Luglio di Nadine Cordimer. L'opera della Gordimer non mi piace ma mi domandavo se lei si era reso conto di questo confronto e che cosa significa per lei. Per fortuna Michael K era nato e viveva già una vita propria quando ho avuto modo di legge Luglio e perciò non mi sono dovuto preoccupare di problemi di influenza. Inoltre, la Gordimer descrive un Transvaal che per me è praticamente un paese straniero. Non riconosco alcuna analogia importante tra i due libri. Le sembra fuori luogo ricordare qui Marve/1 - il poeta che nel bel mezzo di una guerra civile continuava a scrivere sia di guerra che di giardini? Mi ero dimenticato di questo particolare a proposito di Marvell. Secondo lei, le sue opere possono essere descritte come strutturaliste e, se sì, che significato attribuisce a questo termine? No, non definirei strutturaliste le mie opere, soprattutto perché preferisco attribuire al termine "strutturalista" un significato strettamente delimitato. Però è chiaro che ho imparato molte cose dal pensiero francese contemporaneo sulle mediazioni derivanti da sistemi di segni. Si renderà senz'altro conto che la sua narrativa è vulnerabile a critiche provenienti sia dalla destra che dalla sinistra dello schieramento politico. In pratica, entrambe le parli dicono: "Non t'immischiare -facci finire quello che dobbiamo fare, poi ci sarà tempo per fare quello che vuoi tu. La formazione di una società è un lavoro feroce e brutale e richiede che la coscienza taccia". Come risponderebbe a questa voce? Certo, il mio lavoro si presta senza dubbio ad attacchi sia da destra che da sinistra, anche se resta ancora da vedere quanto sia vulnerabile. Ma lei crede davvero che la destra si unisca alla sinistra nell'esprimere i sentimenti che le ha attribuito? Personalmente, ritengo che possano essere portati attacchi molto più significativi. Rimane tuttavia la domanda: chi darà da mangiare ai gloriosi eserciti che si fronteggiano sul campo? La sinistra che, in un modo o nell'altro, condivide con lei la visione della vita nei "campi" potrebbe rimproverarle la risposta che Michae/ implicitamente dà ai guerriglieri "sui monti". Devono esserci sempre uomini che rimangono dietro per mantenere viva l'arte della coltivazione, o per lo meno l'idea di quest'arte; perché una volta che quel legame fosse spezzato, la terra diventerebbe dura e dimenticherebbe i suoi figli. La sinistra potrebbe accusarla di incoraggiare la fantasia liberale della politica de/l'innocenza e di ostacolare quindi l'azione del progresso. Forse la sinistra potrebbe criticare sopra/lutto la parte finale della citazione "Come può la terra dimenticare i propri figli?" e accusarla di inventare categorie mistificatorie. Ha idea di come risponderebbe ad un'obiezione del genere? Non ho alcuna voglia di entrare nell'elenco dei difensori di Michael K. Se effettivamente la guerra è la madre di tutte le cose, lasciamo che l'obiezione di cui lei si fa portavoce scenda in guerra col romanzo, che ha ormai detto quello che doveva dire, e vediamo chi vince. Lei è sempre stato molto allento a crearsi un proprio lettore e a gestire i suoi rapporti con lui. Che tipo di !et/ore ideale ha cercato di creareper La vii.ae il tempo. Ed inoltre, la sua percezione del pubblico ha subito dei mutamenti in conseguenza dell'enorme successo internazionale che lei ha ottenuto?
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