Linea d'ombra - anno V - n. 18 - maggio 1987

!2 Foto di Uliano Lucas BibliotecaGino Bianco La scena in cui Michael raccoglie le zucche e organizza con esse una sorta di banchetto ci offre un qualcosa di relativamente raro nelle sue opere - una celebrazione positiva e vigorosa. È una scena molto bella e commovente. Quando l'ha scritta ha pensato a qualcosa di simile alle cerimonie in cui si festeggiano i primi frutti? Ha qualcosa da aggiungere a questo proposito? K scopre o, meglio, ricrea alcuni dei riti della vita agricola, se non altro perché deve vivere secondo il ciclo delle stagioni. Per quanto riguarda altri esempi di celebrazioni positive, non le pare che ci sia una discreta celebrazione (delle libertà elementari) anche in Aspettando i barbari? Il presupposto essenziale, addirittura dato per scontato nella storia, è la guerra. Non c'è lettore sudafricano che possa distogliere lo sguardo dai particolari che la vicenda offre. Ritiene che uno degli scopi principali del romanzo sia quello di far prenderecoscienzaai lettorisudafricani di quel che significherebbeuna guerra in questo paese? Ho qualche esitazione ad accettare il principio che i miei libri sono diretti a dei lettori. O quantomeno credo di poter sostenere che il concetto di lettore nell'attività letteraria sia molto più problematico di quanto si possa pensare a prima vista. Ad ogni modo, quel che mi preme sottolineare è che Michael K non è "diretto" a nessuno. Comunque, il quadro della guerra che il libro traccia è, spero, una rappresentazione plausibile di quello che potrebbe essere uno stato di guerra. Il narratore della seconda parte - il farmacista trasformato in medico al campo di Kenilworth -fa di Michael una specie di mito. Lo vede come una sorta di Adamo, il giardiniere del paradiso e con la fantasia segue Michael fuori dal campo andando alla sua ricercaper il "significato" che egli incarna. Questo personaggio è forse una raffigurazione dell'intellettuale liberale in crisi? Egli fa certamente parte del sistema del campo ma fa il possibile per alleviarne gli orrori e le assurdità. È pieno di rimorsi ed è dotato di una coscienza molto complessa ma non è capace di agire concretamente sulla base della sua consapevolezza. Svolge un ruolo importante per lo sviluppo dei significati del romanzo ma il suo destino è quello di essere inghiottito dalla realtà della guerra e dei campi. Come considera questa figura? Lei dice che il dottore "non è capace di agire concretamente". Ma in realtà egli agisce, sempre. Cura le persone, le aiuta, le protegge. Cosa importa se poi non è soddisfatto dalle sue azioni? Forse il nostro sarebbe un mondo migliore se ci fossero più persone come lui in giro. Può darsi. Ad ogni modo, io non ho fatto altro che porre la domanda. Forse non aiuta molto considerare il dottore soprattutto come il tipo "dell'intellettuale liberale". Prima di tutto a me sembra che egli sia una persona che crede (o vuole) che Michael K abbia un senso. Invece non credo che Michael K creda (o voglia) che il dottore abbia un senso. La sequenza finale a Sea Point sembra a volte un po' gratuita - in particolare gli episodi dei rapporti sessuali. L 'inte,pretazione personale di Michael, che si tratti cioè della "carità" della gente, non mi sembra convincente. Potrebbe gettare un po' più di luce sugli scopi che questa sequenza si proponeva - a parte, naturalmente, le stupende pagine finali in cui Michael si autorappresenta come una talpa o come un lombrico? Se la sequenza finale non funziona, be', è un peccato. Comunque è ovvio che sarebbe troppo facile far finire il romanzo subito dopo la seconda parte. È molto importante che Michael non emerga dalla seconda parte come una specie di angelo. L'immagine finale del cucchiaino e del pozzo è così potente e particolare da risultare quasi emblematica e, di conseguenza, tende forse a spiazzare la densità delle sequenze precedenti. Si è reso conto di correre dei rischi particolari quando l'ha usata? Pensavo che la prosa era stata abbastanza dimessa per 250 pagine da guadagnarsi quell'ultimo gesto. Il romanzo fa chiaramente riferimento a vari altri testi letterari - prima di tutto agli altri suoi libri ma anche, attraverso l'uso della lettera K, a Kafka. Cosa ha da dire sul suo uso di Kafka? Non credo che Kafka possa vantare dei diritti esclusivi sulla lettera K. E Praga non è certo il centro dell'universo. Nellastoria risuonanoparecchi echi provenienti dal contesto degli altrisuoi scritti. Per seguire una particolare linea di indagine potremmo forse concentrare la nostra attenzione sulla scissione tra mente e co,po. In particolare questo tema è uno dei più importanti in Dusklands dove là mente è l'elemento predominante. Sia Jaco-

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