Linea d'ombra - anno V - n. 18 - maggio 1987

Capi di Stato Maggiore degli USA, Gran Bretagna, Francia, Australia e Nuova Zelanda dichiara: "Nel caso un'aggressione dei Comunisti Cinesi nel sud-est asiatico dovesse far precipitare la guerra contro la Cina, andrebbe immediatamente lanciato un attacco aereo contro obbiettivi militari. Nella scelta di questi obbiettivi non si può non tener conto di considerazioni politiche. Per ottenere un risultato massimo e duraturo, andrebbero usate fin dall'inizio armi sia nucleari sia convenzionali". ("The Guardian", 8.1.85). Oggi la Cina è un nostro alleato, così quei documenti di trent'anni fa ci ricordano anche che i nemici e le alleanze cambiano e sono reversibili. Solo la guerra nucleare è irreversibile. Ora si sente dire che l'uso delle armi nucleari può essere strategico o minimale. Al tempo stesso alcuni fatti dimostrano che i governi non hanno una visione chiara delle conseguenze della guerra nucleare. I piani di difesa civile, almeno in Inghilterra, sono su questo punto illuminanti. In un rapporto preparato su richiesta del governo sul tema della difesa civile, l'Associazione Medica Britannica disse che non vi poteva essere nessuna preparazione sensata, dal momento che, dopo un'esplosione nucleare, non ci sarebbero state comunicazioni, probabilmente neppure dottori o infermieri e nemmeno cibi commestibili. li governo britannico cercò di tener nascosto questo rapporto. Nel novembre 1984 il SAMA (Scientists Against Nuclear Arms) organizzò dei seminari scientifici, seguiti da eminenti studiosi, sulla teoria dell'inverno nucleare. Furono invitati, fra gli altri, dei rappresentanti del Ministero degli Interni: il portavoce del Ministero rispose che loro della teoria dell'inverno nucleare non ne sapevano nulla e che non erano interessati all'invito. Così i governi da un lato prefigurano una guerra nucleare, dall'altro negano la realtà di ciò che essa comporterebbe. Vari sondaggi d'opinione rivelano che la stragrande maggioranza della gente pensa che la guerra nucleare sia inevitabile. Eppure la stessa vasta maggioranza conduce la propria vita sotto quell'ombra, senza pensare di reagirvi. Siamo come i lemming, che seguono ciecamente un cammino che porta al suicidio della specie. ~ erché ampi gruppi di persone, all'interno dei governi I.li o fuori, si comportino in un modo così chiaramente irrazionale o suicida, bisogna che agiscano prepotenti impulsi e meccanismi, irrazionali e inconsci, ben al di là di qualsiasi ragione economica, sociale e politica dichiarata. Noi, come psicoanalisti, dovremmo essere in grado di gettare qualche luce su queste forze inconsce. Sappiamo qualcosa dei meccanismi di funzionamento dei gruppi. I gruppi basati sulla cooperazione si costituirono, come rilevava Freud nel Disagio della civiltà, non soltanto per combattere le forze della natura, ma anche per contrastare pericoli di origine psicologica, in primo luogo per tenere a freno la distruttività dell'uomo contro l'uomo. Egli notò che ci si può amare all'interno di un gruppo, purché ci sia all'esterno qualcuno da odiare. Studi successivi sui comportamenti di gruppo - per esempio quelli del Tavistock lnstitute of Human Relations - rilevarono che i gruppi tengono anche a freno contenendole fantasie e angosce psicotiche. 1gruppi posBibliotecaGino Bianco SCIENZA/SEGAL 15 sono avere componenti psicotiche che, se presenti e attive in un individuo, lo farebbero qualificare per pazzo. Di solito i gruppi sono narcisisti, autoidealizzanti e paranoidi in relazione ad altri gruppi. li conflitto all'interno del gruppo e il senso di colpa relativo all'aggressione può essere elaborato mediante la proiezione su un gruppo esterno. Nelle nostre vite private dobbiamo fare i conti con un super-io che tiene sotto controllo la distruttività. Se noi trasferiamo il super-io individuale in un super-io collettivo di gruppo, possiamo apparentemente senza colpa perpetrare orrori che ci risulterebbero intollerabili nella nostra esistenza individuale. Quando tali meccanismi sfuggono di mano, i gruppi, anziché contenere le funzioni psicotiche, le agiscono e così si arriva a quei comportamenti irrazionali quali le guerre e il genocidio. Un perfetto esempio di questo tipo di guerra irrazionale fu, chiaramente, quella del 1914-18. Lloyd George disse: "Vi ci siamo trovati invischiati". Perché la gente accetti le guerre, i meccanismi paranoidi vanno rinforzati. Il nostro gruppo o le nostre idee devono essere sentite come perfette, mentre il nemico deve essere presentato come un mostro disumano. Nel genocidio si aggiunge un altro elemento: il disprezzo. Le vittime del genocidio vanno presentate non solo come disumane, ma anche come sub-umane. Risalendo a ritroso fino al medioevo, troviamo che i crociati, in alcune loro spedizioni, si dettero ad arrostire e mangiare gli Arabi, a dimostrazione del fatto che non si trattava di esseri umani. I nazisti chiamavano gli ebrei Unter mensch, sub-umani. I soldati americani chiamavano i Vietnamiti Gooks (all'incirca: musi gialli). I Giapponesi chiamavano gli Americani diavoli bianchi, ma ai prigionieri che usavano per la vivisezione davano il nome di travi, negando loro non solo l'umanità, ma addirittura la vita animale. Le vittime del genocidio devono apparire completamente inumane e spregevoli. Parlo del genocidio perché la guerra nucleare non è soltanto una guerra ma un genocidio di massa, e non dobbiamo dimenticare che la prima bomba atomica fu lanciata da gente bianca su una popolazione di piccoli gialli. Meccanismi di questo tipo, come quello schizo-paranoide di fare del nemico il male totale o quello maniacale di renderlo oggetto di assoluto disprezzo, sono potenti meccanismi di gruppo contro la realtà psichica dei sentimenti di colpa legati alla distruttività. Franco Fornari, nel suo libro Psicoanalisi della guerra, fornisce un'analisi dettagliata dell'uso di meccanismi schizo-paranoidi come difesa contro il lutto e la colpa in riferimento alla guerra. L'osservazione psicoanalitica rivolta ai gruppi e ai comportamenti di massa getta qualche luce sulla psicologia delle guerre e sui comportamenti disumani fra gruppi di persone. Tuttavia con le armi nucleari interviene un elemento nuovo. Per la prima volta l'umanità ha effettivamente il potere del completo annientamento e autoannientamento. Scriveva Glover nel 1946: "La prima promessa dell'era atomica è che essa può far avverare alcuni dei nostri incubi. La capacità così faticosamente acquisita dall'uomo normale di distinguere fra sonno, allucinazione, delirio e la realtà oggettiva che si vive da svegli è stata, per la prima volta nella storia, seriamente compromessa". lo penso che l'esistenza delle arrni atomiche mobiliti e metta

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