Linea d'ombra - anno V - n. 18 - maggio 1987

ILVEROCRIMINEÈTACERE Hanna Segai Questo lavoro di Hanna Segai è stato presentato a un incontro tenutosi ad Amburgo nel 1985, in concomitanza col 34° Congresso della International Psychoanalytical Association, tra psicoanalisti di molti paesi desiderosi di formare un 'associazione internazionale con il compito specifico di studiare gli aspe/li inconsci del problema nucleare. Lo sviluppo di questa associazione (l.P.A.N. W. lnternational Psychoanalysts Against Nuclear Weapons) che ha sede a Londra, ha stimolato la crescita di sezioni locali in tutlo il mondo; il gruppo italiano, Psicoanalisti Contro la Distrullività Nucleare, a cui hanno dato vita alcuni membri della Società Psicoanalitica Italiana, ha sede a Torino in Via XX Setlembre 58, e si occupa anche dei problemi del nucleare civile e de/l'inquinamento, dal punto di vista dei processi inconsci che soggiaciono a tali comportamenti auto-distrullivi. Per il gruppo segretaria/e del P.C.D.N.: Parthenope Bion Talamo, Franco Borgogno, Laura Piperno. li vero crimine è tacere N. Mandelstam r:, uando osserviamo con lucidità, cosa per altro difficile in ~ questi tempi, la corsa agli armamenti nucleari e la minaccia di una guerra atomica, ci appare un fenomeno che assomiglia piuttosto a uno scenario surrealista, a un incubo intollerabileo a una psicosi, che non a un mondo sano. La bomba di Hiroshima uccise in un sol colpo 140.000 persone, senza contare le molte migliaia che morirono successivamente per i suoi effetti o tutti coloro che sopravvissero ridotti a un'esistenza da zombie, secondo le vivide descrizioni fatte da R.J. Lifton nei suoi studi. Oggi, nel caso di una guerra mondiale, sulla sola Londra potrebbe cadere l'equivalente di 5.000 bombe di Hiroshima. Basta ciascuno dei due arsenali nucleari, della Russia come dell'America, per annientare il mondo più volte. Eppure quelli che sono al potere continuano ad accumulare armi nucleari e a sostenere che ciò è necessario per garantire la sicurezza. I prevedibili effetti di quello che viene presentato, con un garbato eufemismo, come scambio nucleare fra la Russia e l'America sono studiati e documentati a fondo dagli scienziati. La medicina dimostra che non vi saranno tracce significative di sopravvivenza.Vi sono prove scientifichesempre più consistenti del fatto che un'esplosione anche solo parziale di quell'arsenale provocherà un inverno nucleare che avvolgerà tutto l'emisfero boreale, se non l'intero pianeta. Questi dati sono continuamente pubblicizzati, eppure noi preferiamo chiudere un occhio. Inoltre aumentano le probabilità che, se andiamo avanti di questo passo, la guerra nucleare sarà inevitabile. I governi dell'America, della Gran Bretagna e dell'Unione Sovietica si preparano alla guerra. Sarebbe bello poter credere al si vis pacem parabellum cioè che, se vuoi la pace, devi prepararti per la guerra. Penso invece, in base all'esperienza storica, che perlopiù quando ci si prepara per la guerra ciò di per se stesso conduca alla guerra. Molti storici ritengono che la ragione principale dell'insensata guerra del 1914-18fu proprio il fatto che le nazioni si preparavano alla guerra. Sappiamo che i conflitti e le tensioni interne costituiscono un potente incentivo alla guerra con un nemico esterno per evitare di affrontare i proBibliotecaGino Bianco blemi interni, ma forse si ammette di meno l'inverso, e cioè che i preparativi per la guerra sollevino tensioni specifiche nuove. Vi sono molti motivi per cui è probabile che l'esser pronti per la guerra porti alla guerra. Mi limito a citarne alcuni: si conferisce maggior potere al complesso militare-industriale; insorge il desiderio di sperimentare il proprio arsenale, come del resto molti pensano che la ragione principale del lancio della bomba su Hiroshima fosse il desiderio di provare la nuova arma. Lo sviluppo degli armamenti produce dinamiche autonome, e questo si verifica in particolar modo nel caso delle armi nucleari che impiegano dai 15ai 20 anni per svilupparsi. L'Oxford Research Group afferma che la politica nucleare è "nella migliore delle ipotesi una razionalizzazione a posteriori dello sviluppo di sistemi di armamenti che hanno istituzionalizzato la propria raison d'etre." I preparativi per la guerra accentuano anche l'aggressività: producono una tensione interna che cerca sfogo. Quando siamo orientati a prepararci alla guerra, diventiamo tutti più paranoidi; dobbiamo attribuire la nostra bellicosità all'altro, così ci scarichiamo della colpa e troviamo giustificazione per ulteriori armamenti. I preparativi per la guerra inducono pure paranoia o fondata paura nell'avversario prescelto. McNamara nel 1982si esprime così a proposito degli anni'60: " ... [Con il 1962)il vantaggio degli USA nell'installazione di testate missilistichefu così grande in confronto ai Sovietici che l'Air Force riteneva che noi avevamo le potenzialità di un primo-colpo e che potevamo e dovevamo mantenerle. Se questa era l'idea dell'Air Force, immaginate cosa potevano pensare i Sovietici... "; e ancora:" .... Rileggete il mio promemoria al presidente Kennedy. Oggi mi fa spavento se solo leggo quella robaccia. Vuol dire che l'Air Force propugnava un dispiegamento di forze statunitensi sufficientemente esteso da distruggere, al primo colpo, una così larga parte della forza nucleare sovietica che non ne sarebbe rimasta abbastanza da procurarci alcuna preoccupazione nel caso l'avessero indirizzata contro di noi. Mio Dio! Se i Russi pensavano che il nostro obiettivo era quello, come ci si poteva aspettare che reagissero? La loro reazione fu sostanzialmente quella di espandere il loro programma di armamenti nucleari strategici". (Si deduce dal discorso di McNamara che fummo abbastanza fortunati, avrebbero anche potuto reagire con un attacco preventivo). Il tenersi pronti alla guerra da entrambe le parti aumenta le probabilità di un attacco preventivo indotto dalla paura. La cosiddetta deterrenza con il suo equilibrio del terrore e della paranoia dovrà prima o poi sfuggire di mano. L'odio spinge alla paura e la paura all'odio, in un circolo vizioso che si allarga sempre più, e la minaccia di un attacco preventivo da una parte o dall'altra incombe costantemente. Non si può nemmeno dire che un uso aggressivo delle armi nucleari non sia stato o non sia contemplato. I documenti governativi che sono stati di recente resi pubblici in Inghilterra in base alla "legge dei trent'anni" rivelano che nel 1954gli alleati presero in seria considerazione il lancio di bombe atomiche sulla Cina (' 'The Guardian", 9.1.85). li Rapporto di una conferenza militare dei

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