12 D1scuss10NE/BACHMANN Perquanto eccellente possa tutt'oggi apparirci una tale for- ~ulazione- il vivo desiderio di qualcosa di esemplare e la motivazionedi tale esemplarità nei Greci, come pure l'esortazione a consideraretutto soltanto storicamente; una tale indicazione ~.trattarele letteratura appare tuttavia - come la maggior parte .1 q~anteci sono pervenute - assai usurata dal tempo. Nel desidenoidi far retrocedere ad una origine l'esemplarità, si cela però quellodi costruire qualcosa di ulteriore, una dismisura più c~eunamisura, che pure malgrado ogni approssimazione è des~mataa rimanere irraggiungibile. A noi, del resto, oggi non si addiceaccettare supinamente tali olimpiche proposizioni. Se esse,_Peròc, i appaiono sotto una nuova luce di comprensione, acquistanoun posto nuovo all'orizzonte. I Greci di Goethe possono essereintesi come una cifra. Il mutamento delle prospettive, dei criteri, che fino alla fin_e?el secolo XIX procedeva ancora così lentamente ch'era poss!bile_trovare il tempo di fare attenzione ai singoli, e tutti nuscivanoad avere efficacia, viene sostituito nel secolo XX da una inquietacurva febbrile di criteri prima assolutamente im- ~ens~ta.Uno dei motivi è quello che Jacob ~urckh~rdt, _nelle ,, 0ns1deraziosnuillastoria universale, constata m tale s1tuaz1one: 11destino della poesia contemporanea, in generale, è il suo ~ons~pevolerapporto storico-letterario con la poesia di tutti i empi e popoli... " Questo accidente dunque, che non poteva ~ancare e che ci viene dal secolo XIX, ci ha - è vero - arricchi- ~1 ~i~ di altre generazioni precedenti, rendendoci tuttavia più 1 ~bih ~ più minacciati,. più indifesi co~tro_ ogn! _associa~io?e. fatti, non solo oggi c1 è nota la poesia d1 tutti I popoh, fmo a quellaafricana, ma abbiamo consapevolezza dell'esistenza di tutte le grammatiche, le poetiche, le retoriche, le estetiche, di tutte le possibilità normative e formali della poesia. Perché la co~sistenzafattuale della letteratura è accompagnata da teorie o e ·, d gia essa stessa teoria, ed al suo_avere si contr~ppone ~n dovere che la orienta o vorrebbe onentarla, o che e scatunto af essa come sogno di un orientamento _e talora 1~, travalica Punto da danneggiarla o da non raggiungerla pm. d' Tutti desideriamo dar prova di letteratura, oppure dar prova 1 Qualcosaa suo mezzo. La filosofia, la psichiatria e ogni sorta di disciplinele piombano inoltre addosso, ed essa è costretta ~.Proporre leggi, condizioni, oppure rivelazioni, cui - a favore 1 1 tutti e di nessuno - oggi dà soddisfazione mentre domani poi e contraddice. Gli storici della letteratura - a questo ci siamo frrnai quasi abituati - la smembrano in parti cronologiche, cone~~ndolei colori di antichità, medioevo ed epoca moderna. La ~:Jtica letteraria e la ~cienz~ '.ilosofico-l~tteraria la il!ur1;i~ano Problemi metafisici ed et1c1.Ma la SC1enzaletterana s1e appog~iata anche ad altro: alla sociologia, alla psicoanalisi e alla t~na dell'arte; di tali proporzioni sono i margini d'azione. Essa a Indaga per periodi stilistici; ne azzarda un'intuizione dell'essenza o ne spera un profitto esistenziale. E poiché per attraver- ~are un labirinto simile mancano ad uno scrittore troppe nozioni ettaglia~e consentano che io cerchi l'ausilio di qualcuno, di uno dei ostri grandi scienziati. L Ern t Robert Curtius scrive, nella prefazione al suo libro etteratu(f!e_u_ropeae medioevo latino, sulla moderna scienza BibliotecaGino Bianco le!teraria e taluni dei suoi indirizzi: Essa vuol essere 'storia dello spirito'. L'indirizzo che s'appoggia alla storia dell'arte opera col principio altamente discutibile della 'chiarificazione vicendevole delle arti' e genera, in tal modo, una dilettantesca confusione di cose e fatti. Passa in seguito a trasporre sulla letteratura la suddivisione in periodi della storia dell'arte secondo gli stili, che si succedono l'uno all'altro. Così si ottengono Romanticismo, Gotico, Rinascenza, Barocco letterari ecc., fino all'impressionismo e all'espressionismo. Ogni periodo stilistico viene poi munito, a mezzo di una particolare 'visione intuitiva', di una 'essenza' e popolato d'una 'personalità' specifica. L' 'uomo gotico' (a cui Huizinga ha aggiunto un camerata 'pregotico') è diventato il più popolare, tuttavia l' 'uomo barocco' non dovrebbe essergli molto inferiore. Circa l'essenza del Gotico, del Barocco ecc. esistono ponderosi pareri, che naturalmente in parte si contraddicono. Shakespeare appartiene alla Rinascenza o al Barocco? Baudelaire è impressionista, George espressionista? Su tali problemi si spreca molta energia mentale. Ai periodi stilistici si aggiungono i 'concetti - base' (Grundbegrijfe) della storia dell'arte di Wolfflin. Qui abbiamo la forma 'aperta' e la forma 'chiusa'. Forse che il Faust di Goethe è aperto, e quello di Valery chiuso? Domanda inquietante: esiste fors'anche, come Karl foel con molto spirito e doviziosa visione storica ha cercato di mostrare, una sequenza regolare di secoli 'vincolanti' e 'risolutivi' (ciascuno provvisto di una propria 'spiritualità secolare')? In epoca moderna i secoli pari sono 'risolutivi' (il XIV0 , il XVl 0 , il XVII1°; a quanto pare anche il XX0 ), quelli dispari 'vincolanti' (il XIIl 0 ' il XV0 ' il XVIII 0 ' il XIX0 ) e così via ad infinitum. E Curtius prosegue: La scienza letteraria moderna - cioè a dire degli ultimi cinquant'anni - è un fantasma. Non so se oggi ancora, a quindici anni di distanza, loro si trovino come studenti nella medesima situazione, spero di no: ma l'ottimismo nel rapporto con la letteratura non sembra più essere fecondo, perché nemmeno la scrittura storico-letteraria è stata risparmiata dal pessimismo. Storia della letteraturapoetica nazionale dei Tedeschi è il titolo di uno dei primi studi, e l'ultimo a me noto s'intitola Storia tragica della letteratura. Ma perché la letteratura si sottrae sempre, in modo così funesto, all'indagine letteraria, perché non riusciamo ad afferrarla come vorremmo?! Non può infatti dipendere soltanto dagli studiosi, dalla critica! Essi soli non possono avere colpa delle classificazioni contraddittorie. Deve esistere una ragione, che non è da cercare soltanto nella mutevolezza dell'epoca e di noi stessi. Se fossimo altrettanto sprovveduti come i due poveri balordi Bouvard e Pécuchet, e talvolta lo siamo, saremmo costretti a lasciar cadere questo o quel reperto, con grandi risate anonime, a copertura nostra e della letteratura. Senonché, la letteratura, che essa stessa non sa dire che cosa sia, che si dà a conoscere unicamente come una millesima e millenaria infrazione del cattivo linguaggio - perché la vita non ha che un cattivo linguaggio - e che quindi perciò appunto le contrappone un linguaggio utopico, questa letteratura quindi, per quanto possa tenersi stretta all'epoca e al suo cattivo linguaggio, è da celebrare per il suo disperato muoversi in cerca di un tale linguaggiio e perciò solo rappresenta una gloria e una speranza dell'umanità. I suoi linguaggi più volgari e quelli
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