Linea d'ombra - anno IV - n. 17 - dicembre 1986

ATOMBOMBABY:LAMUSICAELABOMBA DAHIROSHIMA ABOBDYLAN Alessandro Portelli 1. Come ci ha ricordato recentemente Patrizia Carrano ("Noi Donne", luglio-agosto 1986), è stata l'Europa che nel 1947ha inventato un costume da bagno femminile in due pezzi e l'ha battezzato Bikini - col nome dell'atollo sede degli esperimenti nucleari americani. Ricordarci questo ci rende meno facile alzare il sopracciglio davanti a una cultura americana che negli anni '40 inventa canzoni intitolate Gesù colpisce come una bomba atomica e negli anni '50 canzoni intitolate A tomie Cocktail. Era un'epoca che associava la bomba atomica a idee di energia, progresso e modernità, un'epoca che ancora rkordiamo con una eloquente onomatopea - "boom". 2. Padre George Zabelka, cappellano dell'aeronautica militare americana, ha raccontato allo storico giornalista Studs Terkel: "Quando mi arrivò la notizia di Hiroshima, la mia reazione fu contraddittoria. È orribile, pensai, ma, insomma, farà finire la guerra. Finalmente i nostri ragazzi torneranno a casa. Si risparmieranno milioni di vite, che avremmo perso se avessimo dovuto invadere il Giappone". Era l'agosto del 1945; in dicembre, usciva il disco di un duo country, Karl Davis e Harty Taylor, che ribadiva questa funzione umanitaria della bomba atomica: Salì fino al cielo e divise le nubi, e fece svanire le case una grande sfera di luce riempì i giapponesi di terrore credettero che fosse arrivato il giorno del giudizio. Soffiò fumo e fuoco sul paese di Tokyo, lapilli e polvere dappertutto quando l'aria si schiarì, i crudeli musi gialli erano a terra morti: la risposta alle preghiere dei nostri ragazzi, sì, Signore, fa risposta alle preghiere dei nostri ragazzi. Negli Innocenti a/l'estero, Mark Twain aveva preso in giro i bigotti che, andando in Europa, pregavano Dio di mandargli vento favorevole - e cioè, di mandare vento contrario a chi veniva nella direzione opposta. Il Dio americano è un Dio biblico e terribile - il brimstone che brucia Tokyo è lo stesso di Sodoma e Gomorra; la "grande sfera di luce" rimanda al libro di Ezechiele - e quindi è soprattutto un Dio esclusivo, che appartiene a un popolo solo: la salvezza delle vite dei nostri boys significa indifferenza al massacro di chi sta dall'altra parte. E d'altronde, come spiega una canzone dei Buchanan Brothers nel 1946, chi sta dall'altra parte sta dalla parte del male: "Hiroshima e Nagasaki hanno pagato un duro prezzo per i loro peccati, e il fuoco le ha cancellate dalla faccia della terra". Il potere dell'atomo ricorda dunque il potere di Dio: non solo Gesù colpisce con la forza di una bomba atomica, ma è divina la fonte di questa stessa energia. Attingervi può essere, dunque, anche fonte di preoccupazione: nello stesso disco, i Buchanan Brothers ammettono che "il mondo sta tremando perché siamo andati a prendere la forza del cielo", e ci ricordano che dobbiamo "usarla per il bene dell'umanità, e mai per il male" perché "il giorno del giudizio una potenza ancora maggiore ci colpirà, e noi non possiamo sapere BibliotecaGino Bianco il momento e non possiamo sapere l'ora". Ma il tono generale è trionfante: il ritornello, irresistibilmente orecchiabile e festoso, ripete che "Atomic power, Atomic power, ci è stato dato dalla possente mano di Dio". 3. Il riferimento mitologico più immediato è il giardino dell'Eden: l'acquisizione di un potere proibito e pericoloso, riservato a Dio e non agli uomini. L'associazione è rinforzata dalle analogie rese possibili dal piano fonetico: "Atom" atomo suono quasi indistinguibile da "Adam" Adamo. Nel novembre 1946, il Golden Gate Quartet (il grandissimo gruppo gospel, che negli anni della guerra aveva composto e inciso numerose canzoni politico-religiose su una linea da Fronte Popolare) racconta la versione nucleare della Caduta integrando il gioco di parole su atomo/ Adamo con quello fra Eve/Eva e Evil/male: "Atomo era un bravo lavoratore innocente, finché non si incontrò con Evil. .. " Eva/Male lo ubriacò "di pregiudizio e di odio", e "cominciò a scherzare col destino dell'umanità". Il problema non è in Atomo/ Adamo, ma nel suo matrimonio col Male/Eva/Evi!: "se non mettiamo subito fine a questo idillio, finiremo tutti per aria con un pum-pum-pum". È l'idea dell'uso "buono" dell'atomo, già accennata nel disco dei Buchanan Brothers, e qui estesa ad occupare tutto il racconto. Tuttavia, resta appunto un'idea: un costrutto razionale sovrastato da emozioni diverse. In Atomic Power prevale il senso di trionfo; in Atom and Evi/, l'orrore. Non risulta che esistessero usi "buoni" dell'atomo prima di Hiroshima: dunque, Atomo/ Adamo non ha altro che una vita latente finché non viene risvegliato da Eve/Evil - dal male, o dalla scienza. È una lettura tutt'altro che incompatibile con la religiosità tradizionalista della musica gospel, col suo sospetto verso la hybris umana della scienza: il senso della storia potrebbe, infine, essere che Atomi Adamo era un ragazzo bravo e lavoratore finché restava nella mani di Dio. L'unico modo in cui possono trattarlo gli uomini è attraverso il Male. Intrecciata alla mitologia di Prometeo e di Frankenstein, questa idea fondamentalista la ritroviamo, paradossalmente, in una canzone che esprime il meglio del populismo democratico e di sinistra di quegli anni, culminante nel pacifismo della campagna elettorale di Henry Wallace. Si tratta di Talking A tomie Blues, del giornalista californiano Vern Partlow, scritta nel l 946, incisa nel 1948 dai Sons of the Pioneers e da numerosi altri gruppi commerciali, e diventata poi popolarissima nel folk-revival degli anni '50-'60 con le interpretazioni di Sam Hinton, Pete Seeger e altri. Anche qui, si parte dal gioco di parole su Adamo/ Atomo: "Vi dirò un sermone su nostro padre Atomo, non l'Adamo che sta nella Bibbia, ma l'Atomo che la scienza ha liberato". È la scienza dunque che ha "liberato" il mostro: "abbiamo messo le redini al potere del sole", ma adesso non lo sappiamo più controllare. Ed è di nuovo la scienza a metterci in guardia sui propri stessi limiti: "Einstein dice che ha paura, e se ha paura Einstein, ragazzi, ho paura anch'io". Dopotutto - parodiando la Dichiarazione d'indipendenza - "tutti gli

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