Linea d'ombra - anno IV - n. 17 - dicembre 1986

40 SCIENZA/LEVIMONTALCINI sione da parte dell'uomo deve basarsi sui fatti, piuttosto che su una speculazione a tavolino. In questo senso, ha esercitato una notevole influenza sui fondatori della psicologia, della etnologia, della linguistica del diciannovesimo secolo". Al tramonto del positivismo si è affermata una importante corrente filosofica, quella strutturalista. "Lo strutturalismo", secondo Stent, "ammette, al contrario del positivismo, la possibilità di una conoscenza innata, che non deriva dal1'esperienza diretta. Rappresenta in un certo senso un ritorno alla filosofia razionalista cartesiana". Più esattamente, aggiunge Stent, "lo strutturalismo comprende quell'aspetto del razionalismo, successivamente riproposto da Kant nell'idealismo critico. Kant sosteneva che la mente costruisce la realtà a partire dall'esperienza attraverso l'uso di concetti innati. Partendo dallo stesso presupposto, lo strutturalismo sostiene che i fenomeni comportamentali evidenti vengono generati da strutture profonde, nascoste, inaccessibili a un'osservazione diretta". Da qui, sempre citando Stent, "qualsiasi sistema teorico, che consenta di capire l'uomo, deve fondarsi su delle strutture profonde, la cui scoperta deve rappresentare l'obiettivo delle scienze umane." E conclude: "Le teorie strutturaliste sono, e forse rimarranno sempre, meramente plausibili, essendo questo, probabilmente, il miglior contributo al complesso fenomeno 'uomo' ". Condivido di tutto cuore l'opinione di Stent riguardo l'opera meravigliosa di Kuffler, di Hubel e di Wiesel, che hanno tentato di riunire i campi, da sempre separati, delle neuroscienze e della filosofia, e ritengo che, proseguendo nella strada da loro aperta, si potrà giungere a meglio comprendere il mistero dell'uomo e dell'universo, così come l'uomo lo concepisce. (traduzione di Marta Cohen) Intervento tenuto al Congresso Internazionale su "Scienza e tecnologia tra cooperazione internazionale e competizione", Washington, 6-7 novembre 1986. GLI AUTORIDI QUESTONUMERO Giinther Anders (Breslavia 1902), narratore e saggista tedesco, tra i pensatori più liberi e coraggiosi del nostro tempo. Ha scritto saggi su Grosz, Kafka, Brecht, ecc., ma soprattutto continua a essere attivo da Vienna con interventi polemici e riflessioni tra le più acute sui dilemmi fondamentali della nostra epoca. In Italia Einaudi pubblicò nel 1961, a cura di N. Bobbio e R. Solmi, Essere o non essere, Diario di Hiroshima e Nagasaki. "Linea d'ombra" dedicherà ancora molto spazio alla sua opera. Roberto Cazzola (Torino 1953)è redattore presso una casa editrice torinese e si occupa di letteratura tedesca. Il racconto di questo numero è il primo che pubblica. Oreste Del Buono (Isola d'Elba, 1923) è giornalista, critico letterario, traduttore e narratore. Della sua opera ricordiamo Racconto d'inverno (1945), La parte difficile (1947), Un intero minuto (1959), Facili da usare (1962), Né vivere, né morire (1963), I peggiori anni della nostra vita (1971), La nostra età (1974), Tornerai (1973), Se mi innamorassi di te (1980). Francis Scott Fitzgerald (1896-1940) è autore di romanzi e racconti tra i più noti della letteratura del Novecento: Di qua dal paradiso (1920), Belli e dannati ( 1922), li grande Gatsby ( 1925), Tenera è la notte (1934), Gli ultimi fuochi (1941, incompiuto), ecc. BibliotecaGino Bianco Jerzy Grotowski (1933), regista e teorico teatrale polacco, animatore del Teatro Laboratorio dal 1961 a Opole e dal 1965 a Wroclaw, ha diretto rappresentazioni che hanno fatto data, come li principe costante (1965, da Calderòn e Slowacki), Apocalypsis cum figuris (1968) ecc., e ha definito la sua visione del teatro nel fondamentale Per un teatro povero (trad. it. Bulzoni 1970). Opera attualmente presso il Centro teatrale di Pontedera. Rita Levi Montalcini (Torino 1909), neurobiologa, ha compiuto ricerche, in Italia e negli USA, sul fattore di accrescimento delle cellule nervose (NGF), ecc., Premio Nobel 1986, la sua autobiografia sta per uscire presso Mondadori col titolo Elogio dell'imperfezione. Renata Molinari (Bagnocavallo 1949), insegnante a Milano, si occupa di teatro e segue dal 1975 l'attività di Grotowski. Collabora a "Il Patalogo" e a varie riviste teatrali. Piero Oppezzo (Torino 1934) ha pubblicato le raccolte di poesia: L'uomo qui presente (Einaudi 1966) e 1967sì a una reale interruzione (Geiger 1976) e il romanzo Minuto per minuto (La Tartaruga 1978). Mario Piazza (Milano 1954), alterna l'attività di architetto con quella di grafico, illustratore e pittore, art director per case editrici. Alessandro Portelli (Roma 1942) insegna letteratura anglo-americana all'università di Roma e si occupa di cultura popolare. Dirige la rivista "I giorni cantati". Tra i suoi studi: L 'imperialismo imperfetto (Einaudi 1973, in coli. con R. Oliva), La canzone popolare in America (Savelli 1975), Bianchi e neri nella letteratura americana (De Donato 1977), Biografia di una citta. Terni 1830-1985 (Einaudi 1985). Lev N. Tolstoj (1828-1910) ha scritto Dopo il ballo nel 1903,per un almanacco curato da Sholem Alejchem a denuncia e commemorazione di un pogrom antiebraico. Peter Willhelm (Città del Capo 1943) è giornalista e scrittore. Ha pubblicato tra l'altro il romanzo The dark wood (1975), il romanzo per ragazzi Summer's end (1984), le raccolte di racconti LM and other stories (1975) e At the end of the war (1981) e numerosi saggi critici. Poeta egli stesso, ha tradotto dall'afrikaans in inglese poesie di Breyten Breytenbach. Alessandro Baricco, Cesare Cases, Francesco Ciafaloni, Elfo, Edoarda Masi e Maria Schiavo sono collaboratori abituali di "Linea d'ombra" così come gli autori delle recensioni e servizi che compaiono in questo numero.

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