Linea d'ombra - anno IV - n. 17 - dicembre 1986

30 Apocalypsis cum figuris. BibliotecaGino Bianco perché hai avuto paura della tua solitudine. Hai cercato altre persone? Accadeva in montagna? Se era in montagna esse stavano sull'altra montagna. Chi era questa persona che ha cantato così? Era giovane o vecchia? Alla fine scopri di essere di una qualche parte. Come si dice tradizionalmente in una vecchia espressione francese: "sei figlio di qualcuno". Non sei un vagabondo, sei di una qualche parte, di un qualche paese, di un posto, di un paesaggio. C'era della gente precisa attorno a te, vicino o lontano. Sei tu, duecento, trecento, quattrocento o mille anni fa, ma sei tu, lo stesso, perché chi ha cominciato a cantare le prime parole era figlio di qualcuno, di qualche posto, di qualche luogo, allora se tu ritrovi tutto ciò, anche tu sei figlio di qualcuno. Se non lo ritrovi, non sei figlio di qualcuno, sei separato, sterile, infecondo. Questo è l'esempio di come a partire da un piccolo elemento, da una canzone, si aprano una quantità di problemi. Tutti i problemi umani di tradizione, radice, sorgenti, la comparsa della canzone, dell'incantesimo, tutte le nostre relazioni umane, tutto il nostro lignaggio nel tempo, tutto questo appare e contemporaneamente si presentano le domande classiche del tuo mestiere. Chi è il personaggio? Tu? Il primo che ha cantato la canzone? Ma se tu sei il figlio di quello che per la prima volta ha cantato la canzone, sì, sì, questa è la vera immagine del personaggio. Tu sei di un qualche tempo, di qualche posto. Non si tratta semplicemente di recitare la parte di qualcuno che tu non sei. Allora in tutto questo lavoro c'è l'aspetto verticale - più verso l'inizio, più essere in piedi nell'inizio - niente dilettantismo ma la credibilità del non dilettantismo. E quando raggiungi il non dilettantismo allora è la questione di te, dell'uomo, che si apre. E qui, d'un colpo, con questa questione di te, uomo, si apre come una grande porta: dietro di te c'è la tua credibilità artistica e tecnica, e davanti a te c'è qualcosa che ti richiede non una competenza tecnica, ma la competenza di te. È come Amleto che parla con Orazio, del padre, del re morto e che dice: "He was a man". Egli dice: "Non incontrerò mai un altro come lui". Questa è la vera domanda: sei un uomo? Nel racconto dei Vangeli c'è una immagine di questo. C'è la strada verso Emmaus, e i due compagni di Gesù tutti affranti, colpiti, disperati, che camminano verso un piccolo villaggio: Emmaus. Uno sconosciuto li raggiunge: essi sono eccitati e parlano dell'avvenimento: la morte di Gesù. Stanno discutendo. Lo sconosciuto dice: perché discutete? Ma, rispondono i due, sono accaduti fatti sconvolgenti, non hai sentito? E gli raccontano. E che storia gli raccontano? La storia la conosciamo. All'inizio di questa storia (non nella versione canonica, ma in una traduzione dal greco) è detto: "Era un uomo". È quello che avevano da dire allo sconosciuto per descrivere il loro eroe: era un uomo. Questa è la domanda che inevitabilmente vi si pone dopo il problema del non dilettantismo: "Siete un uomo?" (Questo è il testo di una conferenza tenuta a Firenze, Gabinetto Viesseux, il 15 luglio 1985, in occasione de/l'apertura del Centro di lavoro europeo di Jerzy Grotowski, creato in Italia per iniziativa del Centro per la sperimentazione e la Ricerca teatrale di Pontedera. La traduzione, rivista dall'Autore, è di Renata Molinari). Copyright Jerzy Grotowski, 1986 PREMIOITALOCALVINO Alla giuria del premio "Italo Calvino" 1986 (Enrico Castelnuovo, Cesare Garboli, Natalia Ginzburg, Cesare Segre) sono pervenute ventiquattro opere inedite che i redattori, nominati dalle riviste promotrici "L'indice" e "Linea d'Ombra", avevano scelto tra le 298 opere concorrenti. La giuria si è riunita a Firenze il giorno 8 novembre e ha provveduto alla nomina (per sorteggio) del suo presidente: è stato estratto il nome di Natalia Ginzburg. Cesare Segre è stato designato segretario. A conclusione dei lavori, la giuria ha emesso il seguente comunicato: "La giuria del premio 'Italo Calvino' 1986 non ha riscontrato elementi tali da pronunciarsi senza riserve a favore di alcuno dei concorrenti. Decide pertanto di non assegnare, per quest'anno, il premio". Da parte loro le riviste promotrici ringraziano tutti coloro che hanno partecipato al premio e la giuria che ha valutato i loro lavori. "Linea d'ombra" si riserva la possibilità di proporre nei prossimi numeri, previa comunicazione agli autori, racconti o testi brevi da scegliere tra le opere selezionate.

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