Linea d'ombra - anno IV - n. 17 - dicembre 1986

24 Grotowski e Eugenio Barba. BibliotecaGino Bianco è la buona volontà a salvare il lavoro, è la maestria, e solo questo. Evidentemente, quando la maestria c'è, allora si pone il problema del cuore, il cuore senza la maestria, è merda, niente. Quando c'è la maestria noi siamo di fronte al problema dello spirito, del cuore. Quando ho cominciato a lavorare con il Teatro delle Sorgenti, ancora durante il periodo del teatro di partecipazione, era molto chiaro che in certe attività umane tradizionali - possiamo dire religiose - di culture diverse dove ancora esisteva la tradizione, ebbene là si è potuto vedere, in alcuni casi, il teatro di partecipazione senza banalità. Lavorando sulle vecchie tecniche rituali, occidentali e non occidentali, risultava altresì chiaro che nessuno può essere specialista in tutte le tecniche rituali. Non può esistere il pan-yoga. Per essere sciamani di una piccola tribù tu devi essere nato là, educato là, avere dedicato alla formazione quattordici, ventuno, ventotto anni della tua vita (e al tempo stesso è molto differenziato nei diversi sistemi yoga), siamo di fronte a un fenomeno tanto complesso che la prima norma da osservare è di non cadere nel dilettantismo praticandolo. Prima di tutto guardiamolo con la nostra competenza specifica. Io mi sono detto: io sono l'artista di questo, non qualcuno che ci gioca, ma qualcuno che deve trovare in esso la propria credibilità. Allora che cosa puoi apprendere lavorando con gente che appartiene a tanti diversi ambienti tradizionali. Qui, molto presto è parso chiaro che tutte le differenze non sono riducibili, che noi non possiamo cambiare i nostri condizionamenti personali, che io stesso non sarò mai un indù, anche se sono consacrato dagli indu. In realtà non si può cambiare la religione, nel senso di retroterra, perché il linguaggio incoscio della nostra coscienza è già formato. In inglese ci sono due termini, conscience e consciousness, conscience vuol dire coscienza, consciousness consapevolezza; qui parlo della coscienza nel senso di quel qualcosa che vi dice: non fare questo. È quella che fa sì, se compite un'azione cattiva, che poi ne proviate rimorso. È questa coscienza che uno non può cambiare e che è già strutturata nel linguaggio di una religione in cui si è nati e in cui si è stati più o meno educati attraverso l'intero contesto sociale. Allora, ci sono le differenze che sono irriducibili. Ma noi possiamo muoverci verso quello che precede le differenze. Quando io guardavo tutti gli sforzi della nuova arte rituale e tutte le stupidità che sono derivate da questa, ho notato che si tratta di una sintesi: si sono voluti prendere gli elementi di culture diverse, metterli assieme e tentare una nuova sintesi. Questo è l'errore. Ma ci si può muovere verso ciò che precede la differenza. È molto semplice. Vi faccio un esempio quasi infantile. In certe tecniche orientali, per controllare bene il sistema nervoso non volontario si applica una determinata maniera di respirare. In particolare, nelle tecniche indù ci si concentra nell'intervallo fra l'inspirazione e l'espir,azione. Ma i giapponesi, nelle tecniche dello Zen, non fanno questo. Non è l'intervallo a essere importante, ma un'attitudine particolare verso l'inspirazione o l'espirazione. Allora, che cosa fare con tutto ciò? Sono soluzioni molto diverse, ma c'è qualcosa che è comune, che è tanto semplice da precedere le differenze: avete accesso al vostro sistema nervoso non volontario proprio attraverso una certa maniera di osservare la respirazione. Potete non applicare alcuna tecnica particolare di respirazione e ugualmente scoprire che cosa cerca il vostro sistema nervoso non volontario. È quello che nella psicologia post-junghiana si chiama dreambody. Per esempio, voi siete sotto la spinta, diciamo, di una tentazione e nella vostra immaginazione si snoda un film affascinante e pieno di peccati. Se voi siete italiani, vi accingete a realizzare ciò gioendo dei vostri peccati, se siete anglosassoni non gioite, ma comunque lo fate. Il film scorre. È un gioco della vostra immaginazione? È il vostro - diciamo così - spirito discorsivo che in realtà sta tentandovi o avete veramente bisogno di fare questo? Potete saperlo facilmente. Sedetevi in una posizione più o meno stabile e osservate come esso respira, come il corpo respira. Proprio esso. Tre minuti. E dopo ponetevi la domanda. Saprete subito se ne avete voglia oppure no. Era il gioco dell'immaginazione, dello spirito discorsivo? Oppure no, il diavolo è profondamente radicato nella vostra natura. Vi ho fatto un esempio molto semplice ma è un esempio che funziona. Noi possiamo sempre osservare le diverse tecniche tradizionali nella direzione di ciò che precede le differenze, osservare i fatti della vita primaria, semplice ai quali non prestiamo attenzione perché questo ci sembra essere troppo semplice. Perché il cacciatore africano del Kalahari e il cacciatore francese vicino a Saintes e il cacciatore Bengali e il cacciatore Huichol del Messico adottano tutti durante la caccia una certa posizione del corpo nella quale la colonna vertebrale è appena

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