socialismo. Immaginando che Ji.inger plagi Rickert, Lukacs trascina il rispettabile neokantiano nell'atmosfera del Lavoratore, che, come si dirà nella Distruzione della ragione, secondo lui è a pochi passi dall'ideologia nazista. Bisogna dimostrare che tutti questi pensatori in un modo o nell'altro sono apologeti diretti o indiretti della nuova fase del capitalismo che sfocia nel nazismo. In questo c'è del vero, ma l'insufficienza di tale posizione è documentata proprio dalla storia del motivo dell'alterità come contrapposta atla dialettica, motivo che era destinato ad avere una lunga fortuna, a sopravvivere a Rickert, a Ji.inger e al nazismo e a passare dall'esistenzialismo alle filosofie della "differenza". Nella Distruzione della ragione, infatti, l'accusa di plagio da Rickert verrà lasciata cadere e per Ji.inger più che sull'alterità si insisterà sull'idea di Gestalt. Tuttavia i due concetti sono inseparabili, e in ciò Lukacs aveva visto giusto. Ciò che contraddistingue la Gesta/t del Lavoratore è infatti la sua incommensurabilità alla borghesia, alla definizione di classe, alla dimensione economico-politica e in generale a tutto. Intorno a questa incommensurabilità si sviluppa, specie nella prima parte del libro, una specie di teologia negativa, si mostra " ... che una forma non può essere descritta nel senso abituale della parola" (3). "Un nuovo principio si riconosce dal fatto che non si può misurare con vecchie categorie e che non ci si può sottrarre alla sua applicazione, che sia soggetto o oggetto di essa" (4). Si potrebbe fare tutta un'analisi stilistica dell'uso del "nicht" nelle dipendenti: la principale afferma l'esistenza di una legge, la secondaria nega la possibilità da una parte di definirla, dal- !' altra di sottrarvisi. Essa è teoreticamente inaccessibile ed effettualmente irresistibile. Chi vive dei vecchi moduli si trova in una situazione poco piacevole: viene travolto senza capire da che cosa. È la situazione che la sociologia d'ispirazione marxista assegna tradizionalmente alla piccola borghesia. Ci sono però i veggenti, che se ignorano al pari degli altri l'essenza del nuovo oggetto, ciononostante ne salutano soggettivamente con gioia l'avvento e sono in grado di scorgere le linee di forza che ne emanano. "Noi vediamo la limatura di ferro ma non vediamo il campo magnetico la cui realtà determina il suo ordine". Di nuovo, questi soggetti non possono essere inviduati analiticamente, non appartengono a una classe, a una categoria, a una nazione determinata: sono coloro che sono forgiati dalla forma del Lavoratore. La guerra ne è stata una grande fucina con la sua esperienza dell'inessenzialità e dell'integrazione dell'individuo, ma chi ha compreso tale esperienza può trovarsi indifferentemente tra i vinti o tra i vincitori, anzi sta lì il vero spartiacque tra vincitori e vinti. rm atteggiamento soggettivo che determina lo spartiacque è li3 comunque l'accettazione della Gestalt del Lavoratore. In questo carattere intuitivo della conoscenza e nell'opposizione ad ogni distinzione dell'intelletto sta il tratto comune con il vecchio Romanticismo. Ma poiché il futuro intravisto dal processo intuitivo è un futuro di durezza, di subordinazione, di distruzione e di dominio della tecnica, esso entra in contrasto BibliotecaGino Bianco DISCUSSIONE/CASES19 con l'individualismo e la nostalgia romantica della natura, considerati borghesi. Qui Ji.inger è vicino a Cari Schmitt, mentre Ludwig Klages rappresenta la posizione in cui il nuovo anticapitalismo romantico più assomiglia al vecchio. Nell'ideologia nazionalsocialista, che è un compromesso eclettico, le due tendenze potranno convivere grazie a quella grande conciliatrice degli opposti che è la violenza politica: l'elogio della zolla e del villaggio non impedisce quello del ferro e del fuoco, l'asfalto bandito dalla letteratura trionfa nelle autostrade, e si sa quale è stata in epoca nazista la parte perdente. Ma Ji.inger è.un pensatore coerente e deve cercare di risolvere in qualche modo il conflitto bene individuato da Lukàcs, anzi il doppio conflitto: da una parte infatti egli è con il Romanticismo per l'organico e l'elementare, contro le prevaricazioni della ragione, impersonate dal metro di platino che si conserva a Parigi e che viene evocato da Ji.inger per irridere l'astrattezza borghese; dall'altra è un adepto entusiasta della tecnica, che da quel metro procede ed è inconcepibile senza di esso. In tal modo egli dovrebbe salvare sul piano scientificotecnologico quella borghesia contro cui dirige i suoi strali e inversamente condannare come reazionaria ogni nostalgia della natura. Non c'è dubbio che egli riesca ad evitare sia l'una che l'altra posizione e a risolvere, almeno a parole, la quadratura del circolo. Per quanto riguarda il primo punto egli riesce a sganciare la tecnica dalla borghesia eliminando praticamente la mediazione della scienza come fondatrice della tecnica (la parola "Wissenschaft", probabilmente borghese per definizione, non appare quasi mai nel Lavoratore) e vedendo nella tecnica l'espressione diretta della volontà di vivere: "Non c'è una tecnica in sé come non c'è una ragione in sé; ogni vita ha la tecnica che le è adeguata, che le è innata" (5). In tal modo la tecnica propria del Lavoratore, rivolta al dominio planetario, non ha niente in comune con quella borghese, legata all'ideologia del progresso. Quanto al contrasto tra organico e meccanico, esso si annulla con la perfezione della tecnica. Il progresso - che Ji.inger non riesce ovviamente a eliminare dallo sviluppo della tecnica - conduce infatti a una fase definitiva e quindi alla stasi. L'evoluzione è in qualche modo opposta a quella che ci si immagina: essa non va dal semplice al complesso, anzi '' ... gli strumenti acquistano in precisione, in linearità, e si può anche dire in semplicità. Essi si avvicinano a uno stato di perfezione, e quando questo è raggiunto l'evoluzione sarà conclusa" (6). O in un altro punto: "La tecnica diventa organismo e si ritrae come forza autonoma nella stessa misura in cui acquista perfezione e quindi ovvietà". Ci si può chiedere se questo non sia - sempre sulla carta - l'estremo trionfo del Romanticismo: la tecnica scompare come tale perché trasformata in organismo; ciò che si contrappone alla natura sia come struttura, sia perché dominato da un'irrequietezza infernale, si muta in una seconda natura che condivide la fissità della prima, cui Jiene quindi ad allinearsi senza soluzione di continuità. Certo questo paesaggio naturale è simile a quello di cui s'interessa lo Ji.inger scienziato: è una natura fatta di cristalli e di insetti. Anche nel contrapporre il "tipo" all'individuo che deve essere distrutto
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