Linea d'ombra - anno IV - n. 17 - dicembre 1986

Il ERNSJTUNGER EL'ANTICAPITALISMO ROMANTICO Cesare Cases [! e originidel revival di Jiinger in Italia sono certo profondamentediverse da quelle dell'analogo fenomeno tedesco. Da noi, come mostra bene l'articolo di Enrico Filippini a propositodel conferimento del premio Goethe (I), tale revivalsisituanell'interesse generale per la Konservative Revolution e in generaleper l'anticapitalismo romantico, interesse in cuisidistinguono proprio i transfughi del marxismo, che peravernefatto troppa indigestione ora fanno a gara nello screditarlo. È quindi sulle colonne dei giornali e riviste di sinistra che il vuoto lasciato dal progressivo impallidirsi dell'immagine di Marx si riempie con una reviviscenza dell'anticapitalismoromantico in tutte le sue forme, da Cari Schmitt a Célinea Ezra Pound a Jiinger. E che da costoro ci sia spessoda imparare, è indubbio, come indubbio (Helmut Lethenl'ha brillantemente mostrato a proposito dei rapporti tra Brechte Jiinger) è che fino a un certo punto le vie ideologichedell'anticapitalismo romantico e di quello marxista procedanoparallele, come del resto è logico, poiché l'ambientedi provenienzadegli intellettuali è lo stesso, le esperienze sono le stesse, e così i punti di riferimento. Maunaconsiderazione spassionata alla Lethen è divenuta da noi pressochéimpossibile, poiché quegli stessi che dieci anni fa esaltavanoBrecht e prendevano per oro colato tutto quanto egliaffermava, ora lo trattano da "cane morto" e giurano soloin nome di Benn o di Céline, da cui aspettano la salvezza.Avrà perciò una certa utilità esaminare la particolare formache l'anticapitalismo romantico assume in Der Arbeiter («Il lavoratore» 1932), di Jiinger, una delle opere più radicalidi questo movimento e certo il capolavoro dell'autore. Vorreicominciarecon una pagina su questo libro (allora uscito da nonmolto) dell'anticapitalista romantico che è diventato il più feroce nemico dell'anticapitalismo romantico in nomedelmarxismoortodosso, voglio dire Gyorgy Lukacs. La paginanon è tratta dalla grossa resa dei conti con l'irrazionalismo, La distruzione della ragione, dove naturalmente si parla anchedi Jiinger, ma da uno scritto del 1933 (la prefazione è datata dall'agosto di quell'anno) che è da considerarsi comeil primo abbozzo della seconda parte dell'opera posteriore, abbozzogravato non già da minore, ma da maggiore settarismo, proprio perché si tratta di una reazione a caldo, di un pamphlet di propaganda e di battaglia, anche se rimasto inedito fino ad oggi (2). Più settario, però anche più vivacee più sintetico rispetto all'alquanto professorale Distruzionedellaragione. Lukacs parte dalla giusta osservazione che il vero anticapitalismo romantico, quello del primo Ottocento, poteva essere più coerente della sua moderna versione, che guarda al futuro e non al passato. Egli scrive:"Questa rinascenza romantica si distingue filosoficamentedalleforme anteriori in quanto può attuare l'idea del trionfo dell'organico sul meccanico, del passato sul presente, dell'istintivosul razionale, molto meno conseguentementedel Romanticismo stesso, che politicamente si orientava sul legittimismodel periodo della Restaurazione, mentre qui per complicaticammini mitologici deve sorgere un'apologia del capitalismomonopolistico. Questo aspetto appare BibliotecaGino Bianco forse nel modo più chiaro nel libro di Ernst Jiinger Der Arbeiter. Jiinger elabora tutti i risultati della filosofia della vita in una dottrina della Gestalt. È significativo che nella fondazione di tale dottrina abbiano un ruolo decisivo dei motivi filosofici del neokantiano Rickert. Quando Jiinger dice del Lavoratore 'che non sta di fronte a questa società in un rapporto di contrasto, ma in quello dell'alterità (Andersartigkeit), l'aristocratica mancanza di un rimando non può ingannare sul fatto che qui si è applicata la "Heterothesis" di Rickert, la sostituzione dell'opposizione dialettica con l'alterità. Questa applicazione è interessante non perché mostra chiaramente l'adattabilità senza attriti della gnoseologia neokantiana a scopi fascisti, ma perché così si rende contemporaneamente visibile la causa di tale adattabilità. L'espulsione della dialettica dalla conoscenza dei rapporti dialettici può infatti in origine servire a una 'armonizzazione' liberale. Ma è altrettanto adatta a sorreggere gnoseologicamente un'apologetica menzognera pseudoradicale. Jiinger mena gran vanto di come radicalmente il suo 'Lavoratore' sia un tipo interamente nuovo, tanto da non stare nemmeno in un contatto ostile con l'odiato mondo del 'borghese'. Con ciò giunge però a un'apologia (desunta nel suo contenuto dal socialfascismo) del 'capitalismo organizzato'. E giunge a un'esaltazione 'organico-istintiva' del 'paesaggio dell'officina' del presente e in particolare del 'paesaggio pianificato' del futuro. I motivi di pensiero della filosofia romantica della vita si concentrano qui in un'esaltazione apologetica del presente concepito come preludio 'organico' del futuro 'socialista' mentre la Gestalt del Lavoratore serve da una parte a combattere ideologicamente la cultura borghese, dall'altra a recuperare in questa forma tutti gli elementi del capitalismo monopolistico per il futuro socialista". Quel che colpisce nel passo, di per sé assai acuto, è la mancanza di qualsiasi tentativo di accordare un qualche valore dell'intenzione soggettiva: che il tema dell'alterità assoluta alla borghesia sia dovuto all'esasperazione dei giovani borghesi che era già emersa nell'entusiasmo bellicista, non solo di Jiinger, non sembra interessare affatto Lukacs, anche se egli aveva avuto un trauma antiborghese non dissimile da quello del figlio del farmacista, con la differenza che lo aveva condotto in altra direzione. Anzi, lungi dall'essere ricondotto a un'esperienza soggettiva, il motivo dell'alterità diventa un motivo libresco di cui Jiinger avrebbe il torto di non citare la fonte, cioè Heinrich Rickert e più precisamente, come si specifica in nota, un suo articolo pubblicato in "Logos" dal titolo Das Eine, die Einheit und die Eins. L'idea che Jiinger abbia tratto il concetto, cambiandogli nome, da un articolo di una rivista filosofica specializzata è alquanto inverosimile, anche se sappiamo che Cari Schmitt aveva un'alta stima dei neokantiani e potrebbe averne parlato a Jiinger. Il coinvolgimento di Rickert non si spiega tanto con la deformazione professionale dell'ex filosofo di mestiere, quanto con l'intento di Lukacs di sottolineare la tendenza di tutto il pensiero borghese a convergere in un'unica ideologia reazionaria che costituirà il fondamento teorico del nazional-

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