96 STORIEISCHETIINI saperloera venuto a trovarlie magariavrebbespartitocon loro i suoi crucci aveva fatto una morte che non meritava,e forse avrebbespartitoanche le sue borse se gli fosse stato richiesto. Ma andatea levare il mestiereai briganti.E per la provinciada quel giorno passarono strane voci, di sospettatericchezze, di nascosta abbondanza; si erano viste circolaremonete d'oro e certestoffeche scivolavanonellamanoconun lussoche la vista non si arrischiavaa credere;si vendevanosemi di piante e bulbidi fiori americani,chenessunoavrebbepresodopo quelle annatefuneste;ma si assicuravache quellepianteavrebbero risanatola terra invelenita. - Dov'èche si compra?- - A Panozzo... - - E allora sono tutti miraggi.Panozzo l'ha tiratagiù il terremotoche è già molti anni. Come lo sapete!Andate a comprare a Panozzo!...Non sononemmenosicurose vi riceveranno i topi-. - Ma sono partiti daMontemelfie da Scagliosoi pochi padroniche vi erano rimasti...L'abbondanzanon s'è mai vista da questeparti e se non è una magariaci corronotutti, a vederla almeno.Anchea me è venuto il prurito-. - Avetedei risparmi?- - S'è fatto quello che s'è potuto, tirandoda una parte erimettendodall'altra;qualcosaè rimasto e se ci sonoquei semi, mi sentireidi arrischiare-. Eranopartiti in molti alla ricercadi Panozzo,che anche prima del terremotonon avevamai fatto parlare;dopo il terremotoqualcunone avevaavutonotiziama comedegli altri paesi colpitie il suo nome era rimastoconfuso con quelli più importanti e più sottomano; il suo nome, giàripudiatoper la lontananza,neanchenelladisgraziaavevaricevutoquell'attenzionechemeritava.Era stataunadisgraziacomunea parecchipaesi dellaprovinciae si capisceche i più secondariavevanoavutomenorilievochemai e speciePanozzo, situatodove il terrenomontagnososi dipartedalle stradecome per restarsenequietoe nascosto,a dispettodi tutti. - Non ci avrei creduto... Ma l'oro io l'ho fattoverificaree non c'è dubbio che sia quello vero. E non poteva piovere dal cielo.- - L'evidenza, che gran cosa!... Ci sbattetecontro e se la rinnegate,essa stessa vi colpisce;un mio avo non voleva credere allo specchio e non fu contento fino a quandonon ci si ruppela testa.Voi ridete?Ma gli prese unadi quellefuriebovine che poi si finisconoa cornate.- - Ma che specie di ignorante, scusate, era quel vostro avo... - - Un ramo spurio della famiglia... Non sarei venuto se non avessi pensato subito allo specchiodel mio avo negletto. Vedeteche c'è da imparareda tutti e dai peggiorimeglioforse che dai migliori. I semi che mi portò quel barbagianniche cileccavaad ogni parola,non si sa da che cosaimpauritoe impeBibliotecaGino Bianco dito, io non li ho nemmenofatti provare.Ho compratoe ho seminato.e sarà quel cheDio vorrà. - - Aveteidea quandoarriviamo... - - Non sapreidirlo... Sia da questapartenon c'è dubbio.- I cavalieriandavanoa passo, scrutando il paesaggiorapato e incresciosoche si dilungavasemprea scapitodi qualcosa; vi si annoiavala vista; alle svolteche si credevanopianeggianti, cascavagiù e si chiudevaconunarupe;quandonon succedeva nulla, i sospettivi correvanocome le moscheallo zucchero e non si staccavanopiù. Ma in quella provinciache volevarinasceresi dovevapurerischiarequalcosa.E dalnumerodei cavalieriche giungevanoda quelleparti si potevadedurreche vi erauna volontàeroicae ostinataper usciredallasventura.I cavalieri che imbroccavanola strada giusta, se strada si poteva chiamarequella,ricevevanosubitol'avvisodaqualchevagabondo che altri cavalierieranogià passati; i primi che avevanointrapreso il viaggiosenzapremunirsicontrola solitudine,erano stati avvertiti anch'essida un vagabondoche altri ne venivano dietro.E infineil segnacoloappariva:- Panozzo a 4 miglia-. Il fusto di pietrasi levavaal sommodellacollinacome un cipposacrale.La bella scrittache teneva incisacomeun nome illustre, dopo tanti anni annunziavala prosperità,la rinascita, rimescolandola memoriaagli increduli e spronando,se ce ne fossebisogno, i fedelie gli ostinati.Ai cavalieriche giungevano dopoun viaggiospietato,ridonavaquellarisorsache si riceve solodalle statue, incitantiper virtù di pietradura. I padroni di Montemelfi,che erano stati i pionieri di quel viaggio a Panozzo,non appenavidero il cippo, rassicurantee augurale, furonopresi da una scuracommozionee non sepperofare a meno di smontaredai cavallie di deporre sottola scrittadei fiori rupestri,strappatialle spineche pendevanolungola via. La morte che poi capitava,era rapida e senzapaure. I briganti tiravanobene e nessunoera perito con un lamento.Dopoqualchemesegiungevanoancoracavalierial cippodi Panozzo, supponendoche quelliprecedentifosserorimastinascostamenteda quelleparti a trattaree a produrre. - Volete insegnarea me chi sono i padronidi Montemelfi...Hannol'orecchiodappertutto.Ma andateachiederechefanno. Non l'ha mai saputonessuno.- - Il conte Scagliosoè sparito anche lui... È furbo, lo so. Torneràper metterescompiglio.- - Non succederàniente... lo mi sono detto che se gli altri hannocomprato,i pochi danarimiei li dovevospendere... E se lo Scagliososi mettedi mezzoper mandarcivia, vedreteallora che so fare. - - Ecco che ci siamo... Panozzo, a 4 miglia. - - Compri tu e compro anch'io... Amico che vuol dire comprare?... Rimetterci,rischiare.E c'è alloraqualcunoche lo possaproibire?-. 1966.CopyrightEredi Schettini
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==