Mario Adorf e Christian Heinisch. JMS. Beato lui, Kafka, che non aveva la griglia marxista. Beato lui non per lui stesso, perché, se l'avesse avuta, sarebbe stato magari più felice e meno infelice; ma per il suo lavoro forse è meglio. Non dico che bisogna chiudersi gli occhi e le orecchie davanti a un sistema, ma dico che quando un sistema non ti viene incontro, è meglio non inventarlo, è meglio rimanere ricettivi al massimo. È questo che cercavo di dire con l'idea della ricettività, dell'abbeverarsi. II marxismomalgrado tutto è un sistema di analisi, fino ad oggi il più preciso, l'unico... è un sistema! È come andare con un bastone. Se si è ancora giovani per camminare senza bastone... DH. La forza di Karl è che cammina senza bastone. Spesso si dice che America sia più leggero come forma e meno pessimista come contenuto degli altri libri di Kafka. Il vostro film, se implica una lettura fedele del testo, smentisce però completamente tale valutazione. I rapporti di dipendenza e/o di classe che esso descrive (a parte la scena finale) appaiono davvero mostruosi! JMS. Il libro non è né una rappresentazionené una descrizione... Kafka è un tizio che, primo, aveva delle informazioni, Io abbiamo detto; secondo, era uno che viveva, crepava in un istituto per infortuni sul lavoro degli operai. Lì ne vedeva di tutti i colori ogni giorno, poi leggeva i giornali e non era uno che sfruttava i sentimenti degli altri col proprio lavoro, è uno che quando vedeva - su tre righe di un giornale - che una ragazza di sedici anni si era uccisa perché aveva avuto un figlio fuori dal matrimonioa causa della miseria, piangeva, piangeva mezz'ora, e non era un vitello sentimentale!E tutta questa sensibilità entra nel lavoro... Però il giorno successivo non scrive una pagina, una poesia su questa ragazza; tutte quelle esperienze che aveva nella baracca, in questa bottega dell'istituto per infortuni sul lavoro, le inghiottiva, come la terra inghiotte la pioggia, e un bel giorno sorge qualcosa, e questo da una parte è Il castello, dall'altra parte è America. Tutta la paura di tutti questi personaggi (come la capo-cuoca che non può più dormire, malgrado il posto di lavoro ormai assicurato, e dice: "Debbono essere le conseguenze delle mie precedenti preoccupazioni che producono quest'insonnia" - 10, 20 anni prima della "grande crisi"!) che cos'é? Dire che è il sistema industriale è troppo poco: è proprio il sistema nel quale l'uomo è solo e completamente dipendente dal suo lavoro. Che cos'è questo sistema se non il sistema capitalistico? fflui ne fa un romanzo dove lavora come uno strumento che si chiama poeta, dove non descrive gli Stati Uniti del 1912, né descrive le sue esperienze, perché lui non tremava per il suo posto di lavoro, anzi sarebbe stato ben lieto se l'avessero buttato fuori, anche se ne aveva bisogno per sopravvivere... Le sue erano esperienze sulla pelle altrui: un bel giorno ne fa un tessuto.. come possiamo qualificarlo questo tessuto? È qualcosa tra una poesia e un racconto. Non è un'analisi, però che cos'è? È quello che si chiama un lavoro poetico. E il titolo Rapporti di classe? JMS. È una provocazione, ma è la tipica provocazione che ci rifiutiamo di fare nel corso del lavoro perché, come abbiamo spiegato, non facciamo mai delle provocazioni fini a se stesse, anche se tentiamo di spingere al massimo il rischio; però un titolo così, a posteriori, anche se non del tutto a posteriori, è una provocazione, Io si deve dire. Anzi eravamo coscienti che ci avrebbe tolto una parte degli spettatori, soprattutto attualmente. Se avessimo avuto un distributore americano, avrebbe detto: - Voi siete matti, il film non lo prendo se si chiama così! Invece abbiamo la libertà della pazzia. Comunqueabbiamo dovuto lottare sei mesi per farlo accettare dall'editoreShoken Books a New York, perché Fischer, l'editore di Kafka a Francoforte, ha dovuto chiedere il permessoa Shoken Books a New York. DH. E poi ti voglio dire ancora una cosa. Nel '68, '69, '70, magari, non l'avremmo chiamato così, perché la politica allora era troppo di moda! Ma adesso sì. JMS. Perché all'epoca sarebbe stato un po' demagogicoe attualmente non Io è. Io ho pensato una cosa, avendo visto il film e riletto il libro. Se uno vede il rapporto tra Karl e lo zio, si accorge della verità di questo titolo ma anche dell'identità di quello che dopo il '68 si chiamava: il privato è il politico. JMS. Ma lì siamo vicini a Brecht, perché lì proprio il particolare è il generale, è un realismo quasi brechtiano. E questo è proprio il punto in cui Kafka è più vicino a Brecht. Invece ci sono altri punti dove lui va più verso un certo naturalismo che ancora una volta ammiroperché è la cosa più difficile da fare. II realismo socialista spesso BibliotecaGino Bianco 91
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