importanza). Alcuni pensieri sulle possibili conseguenze naturali delle radioattività non sono ancora una conoscenza di realtà effettive. Con la confutazione di opinioni erronee, lo stato di fatto vero e proprio entra solo illusoriamente nella luce del problematico. Con la confutazione di false fantasie anche quello che è già possibilità reale cade nella sfera del fantastico. Così, la disposizione degli animi oscilla qua e là, fra esagerazioni in luogo inesatto e rasserenamento laddove si impone la più grande inquietudine. 5. Quello che gli uomini di scienza comunicano, sicuri nel loro giudizio sui fatti, non è speculazione, ma realtà vera. Le loro affermazioni un uomo ragionevole non può leggerle senza avvertirne la enormità. A tutte lettere hanno scritto per l'umanità l'ammonimento. Finora l'uomo come singolo poteva togliersi la vita da se stesso. Poteva uccidere e essere ucciso in combattimento. Si potevano sterminare popoli interi. Ma adesso tutta l'umanità può essere annientata dagli uomini. Che questo avvenga non è solo entrato nel novero del possibile. Per una considerazione puramente razionale è probabile che ciò avvenga. Dirlo sembra insensato. Ma noi esitiamo. Dobbiamo pensarci. Con la premessa che le comunicazioni fatte dagli scienziati in quanto esperti sono giuste - un dubbio al riguardo non è neppure possibile - in conseguenza è da provare che quel deprimente giudizio di previsione emesso dall'intelletto si imponga, ma che non sia neppure l'ultimo. Verosimiglianza non è certezza; e, soprattutto, qui non si tratta solo di una necessità naturale, conoscibile e ineluttabile, ma di quello che gli uomini faranno e di quello che è possibile venga dalla loro libertà. Il fatto che il conoscere la verosimiglianza del totale declino divenga efficace, è l'unica strada su cui possa divenire inverosimile e addirittura impossibile, in definitiva, quello che oggi è ancora verosimile. Per questo è necessario occuparsi rettamente della conoscenza del dato di fatto. lo posso sapere qualche cosa; ma se, per così dire, incapsulo questa conoscenza e non la valorizzo, io vivo come se non sussistesse. Quotidianamente dobbiamo pensarvi, se una conoscenza deve portare in noi delle conseguenze. La mostruosa minaccia delle bombe all'idrogeno oggi non appare ancora acuta. Ancora non mi riguarda personalmente, qui e adesso. Cioè ne ho conoscenza, se vengo interrogato al riguardo, ma penso che ci voglia del tempo. No, non c'è molto tempo. Al massimo si tratta di un decennio. Forse la dilazione è molto più corta. Forse il momento decisivo è molto vicino. Il. IL COMPITO DEL NOSTRO PENSIERO DI FRONTE A QUESTO DATO DI FATTO 1. Oggi, per il futuro della umanità, la bomba atomica è BibliotecaGino Bianco APERTURA/JASPERS7 più minacciosa di tutto il resto. Finora c'erano, invero, immaginazioni irreali della fine del mondo. La aspettativa di questa fine, già per la generazione allora vivente, fu l'errore, attivo eticamente e religiosamente, di Giovanni Battista, di Gesù e dei primi Cristiani. Ma adesso noi stiamo di fronte alla reale possibilità di una tale fine. Non più un fittizio declino del mondo, soprattutto non un declino del mondo, ma l'uccisione di ogni forma di vita su tutta la superficie terrestre è la realtà possibile su cui sin da ora si può contare - con la accelerazione di tutti gli sviluppi - già nel prossimo futuro. Le espressioni supplichevoli degli scienziati devono scuotere. Come si può restare tranquilli quando si sente quello che è indubitabile? In questa situazione il riflettere è poco, ma è premessa per tutto ciò che viene dopo; serve per orientarsi - per vedere che cosa avviene - per raffigurarsi quello che è possibile e le conseguenze degli eventi e delle azioni - per chiarire la situazione nelle direttive evidentemente in atto - in definitiva, per apprendere che il nuovo brutale fatto spinge il nostro pensiero sino alla radice dell'essere umano, fino lì dove diventa problema l'uomo, che cosa egli sia e possa essere. La situazione originaria dell'uomo è che noi ci troviamo al mondo, e non sappiamo di dove veniamo e dove andiamo. Questa situazione è resa nota, diversamente da quanto prima lo fosse, con la possibilità della autodistruzione totale. Essa mostra un aspetto cui prima nessuno aveva pensato. Dobbiamo sincerarci di noi stessi nella nuova situazione. Con la nostra ragione non siamo in grado di raggiungere le ultime cause, ma siamo bene in grado di chiarire l'essere per noi e quello che noi vogliamo. 2. Solo un altro singolo problema è equivalente alla bomba atomica, come problema dell'esistenza dell'umanità senz'altro: il pericolo del totalitarismo (non già il problema della dittatura, del marxismo, della teoria razziale), con la sua struttura terroristica distruggitrice di ogni libertà e di ogni dignità umana. Lì è perduta l'esistenza, qui l'esistenza degna di essere vissuta. Alle due possibilità estreme veniamo oggi a conoscenza di quello che vogliamo, come vorremmo vivere, a che cosa dobbiamo essere disposti. Ambedue i problemi pare che appartengano a uno stesso destino. Almeno, sono uniti fra loro in maniera praticamente indivisibile. L'uno non si può risolvere senza l'altro. La soluzione di ambedue, però, esige da parte dell'uomo forze che devono emergere da unaprofondità tale, che egli stesso si modifichi nel suo apparire morale, razionale e politico, in una misura che divenga svolta di tutta la storia. 3. È da meravigliarsi del fatto che l'evidente realtà finora non sia stata propriamente riconosciuta dagli uomini sulla terra in genere e, anzitutto, dagli uomini della Russia e dell'America. Per questo, nel modo di pensare non si è ancora verificata la rivoluzione che, riflettendo sui fatti, appare inevitabile.
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