Linea d'ombra - anno IV - n. 15/16 - ottobre 1986

Daniele Hui//et e Jean Marie Straub (foto di Fulvia Farassino) MATERIALIZZALRESENSAZIONI INCONTROCONDANIELEHUILLETEJEANMARIESTRAUB a cura di Giorgio Baratta e Giulio Latini Abbiamo chiesto a Danièle Huillet e Jean Marie Straub di rilasciarci un'intervista sul loro ultimo film Rapporti di classe, la cui sceneggiatura è tratta da America (Il disperso) di Kafka. Ce n'è voluta per farli parlare su questo film, per farli rispondere alle nostre domande. L'incontro ha imboccato una strada imprevista, "imposta" da una doma.ndache è la loro e che desideriamo sottolineare sia perché è rimasta senza risposta, sia perché il suo significato va molto al.di là dell'occasione che l'ha provocata: i/fatto ' che i due film "italiani" di Huillet-Straub, Fortini/Cani (1976, sceneggiatura da I cani del Sinai di Fortini) e Dalla nube di resistenza (1978, sceneggiatura da I dialoghicon Leucò e La luna e i falò di Pavese) sono stati sostanzialmente ignorati dalla critica italiana. C'èforse da parte della cultura italiana, della sinistra italiana un "debito" o un'esigenza di "recupero" nei confronti del cinema di Huillet- Straub? Ma questo cinema quale capacità effettiva di "presa diretta" ha sulla realtà culturale epolitica italiana? Sono interrogativi che l'intervista si limita a stimolare rinviando, per la loro risposta, non solo ad un'analisi ed a un giudizio estetico sui film di D. Huillet e J.M. Straub, ma anche alla riflessione sui temi che essi ci propongono, accusandoci di "rimuoverli": ad esempio lapresenza di tracce ancora visibili della radice contadina della società industriale italiana o il tradimento del carattere profondamente anche se problematicamente popolare della resistenza e dell'antifascismo. Rapporti di classe è rimasto nella stessa sala cinematografica romana per oltre un mese, facendo registrare un numero di presenze davvero insolito per un vostro film. Quali sono le ragioni di questa mutata risposta: è cambiato il pubblico o siete cambiati voi? JMS. Potrei rispondere: siamo cambiati noi. Però siamo cambiati per forza, perché se non fossimo cambiati sarebbe triste, triste, perché... ora vi leggo una breve storia: "Un uomo, che da molto tempo non vedeva il signor K., lo salutò con le parole: Lei non è per nulla cambiato. Oh!, disse il signor K., e impallidì." Però, scusate, di quel famosonumero di persone ora vi do la ricetta! Prendiamouna sala di cinqueposti, mettiamo davanti alla cassa settepersone, facciamone entrare sei, rimandiamoa casa la settima che andrà in giro dicendo: era pieno; poi la sesta che abbiamo fatto entrare, dopo il film dirà: sì, era pieno, anzi io stavo in piedi. Ecco come si fanno i successi in questo piccolomondo. Siamo cambiati! Cambiati lo siamo nel senso che siamo e saremo sempre più afilrniciper volontàe per desiderio e perché, vedendo tutti gli sforzi dei nostri colleghi più stimati, tipo Taviani o Rosi o Bellocchio o non so chi ancora (non prendo i peggiori, prendo i più stimati che non sono poi i peggiori... ma insomma... i più stimati), quando fanno un film per fare opera di seduzione, ci sembra così ridicolo, così triste e così inutile! Cioè più uno vuol fare degli sforzi per sedurre, più il prodotto che fa si avvicina al nulla; allora vedendo questo noi pensiamo di nuotare controcorrente, di lavorare sempredi più per preparare un film e avere un risultato inverso, cioèper arrivare al massimo attraverso dei mezzi che non direi che debbano essere il minimo ma... fare al minimole puttane... DH. Jean Marie! JMS.... per arrivare a un risultato... ci vuole un massimo di lavoro su se stessi a cominciare dalla propria percezione, dalla propria coscienza, per imparare a sentiree a vedere sempre di più. DH. Siete partiti dall'idea che siamo cambiati! Siamo cambiati perchè vedendo la volontà degli altri di sedurre e il risultato mediocre, disastroso, triste che ha, abbiamo sempre meno la volontà di sedurre; in questo senso siamo cambiati e invecchiati, in questo senso. Questo per una parte della domanda. L'altra parte è che la gente venuta al "Labirinto" sono 3200 persone e che quando un film passa in televisione, anche se BibliotecaGino Bianco

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