82 IL RACCONTO GIORNIDIPIOGGIA Michele Colafato Il ventiquattrenne Ahmed Suri vive da sei anni nella convinzione che il mondo giri intorno all'asse di una grave cospirazione plutocratica che si rende visibile attraversoil turismo. Luxor, Cipro, Aqabah, Antiochia, il Sìnai li vede come terre afflitte e depredate, e considera l'occupazione militare di Baalbek una svolta storica più importante della presa della Bastiglia. In generale disprezza i libri ma un puntiglio acre, forse oscuramente acceso da una fiammella di speranza, lo forza allo studio della Giurisprudenzae delle Leggi: e a trascrivere sopra uno spesso quaderno argomenti giuridici e morali a sostegno del suo punto di vista adattati da lezioni accademiche, testi di Diritto Internazionale e trattati - il quadernodei delitti e delle pene. Pochi giorni fa è andato in treno a Marsiglia, ha comprato due frigoriferi e ne ha organizzato la spedizione per nave: tornato a Roma con la schiena straziata dalle pulci della pensione Costa Azzurra, si è reso conto di avere smarrito il quaderno. Lo ha cercato nelle tasche del cappotto, ha controllato la valigia. Niente. Ahmed si è sentito perduto. Ha ripercorso mentalmente i propri spostamenti: ha frugato dentro gli armadi e i cassetti della pensione, sulla rastrelliera del treno, nella campagna intravista dal finestrino e nelle stazioni dove qualcuno ha potuto crudelmente scaraventarlo dopo averglielo sottratta. Spento, disorientato, tristemente consapevole solo dei confini del proprio corpo, siede ora al banco del bar dei Tre Mondi, davanti a un bicchiere di Coca Cola. Franco, il barista, ha in testa un fez nero e vermiglio e si rimira nell'unico specchio dell'unica sala del bar deserto, ammicca e si rallegra: "sembro proprio una befana". Il cielo è grigio e mosso. Nuvole a cavallo di nuvole trascorrono rapide sospinte dal favonio che riscalda le strade invernali e . allevia la caligine che non abbandona il bar neppure al mattino, alimentata dal lievito triste di mille sigarette. Ahmed Suri china la testa come stesse per cadere nel sonno. "Ahmed, ma è sicuro che sei Arabo? Perché, vedi", dice Franco aggiustandosi il fez, "io non ho BibliotecaGino Bianco mai visto un Arabo con le lentiggini e i capelli rossi. Qualche cliente mi ha chiesto chi eri e io non ho risposto, perché se avessi detto, è un arabo, non sarei stato creduto. Non sarà che sei qualcos'altro e non vuoi dirlo? Cosa potresti essere? un ebreo? Se io rispondessi che sei un ubriacone basterebbe, ma· ti offenderei, e non sarebbe vero, visto che bevi solo latte e Coca Cola. Sei ~n terrorista? Quando il telegiornale annuncia che un terrorista arabo è ricercato, potrei mai immaginarlo come uno con la tua faccia? Prima dovrei riuscire a vedere la tua come una faccia araba, ma per me araba non è, quindi al cliente non so che dire e mi trincero dietro il segreto professionale: il barista serio non fa domande, non è indiscreto, serve, ringrazia, con le mani ai reni e il pensiero alle mance. Questo è il barista italiano, il barista che risparmia e sogna la crociera. Con il ponte sullo stretto di Messina l'Italia diventa più corta e io potrò venirti a trovare. Il pericolo è che si arrivi al ponte e ti dicano, paga 20 dollari, e poi ad altri tre posti di blocco sopra il ponte, paga tre volte 20 dollari, e il primo che non paga giù dal ponte, lui e la sua macchina. E cosl andare in Sicilia verrebbe a costare, solo di pedaggio-mafia, sui 100 dollari. E tu cosa dici?, sono arabo?, ma quelli ti ridono in faccia due volte". Ahmed guarda il bicchiere e sembra un fantasma, con il fez che Franco gli ha ficcato in capo. "Se tu studiassi medicina sarebbe più semplice. Chi è? è un medico!" Franco appende panettoni e pandoro a un filo teso in diagonale, tra due angoli della sala. "Un medico è sempre utile, feriti non ne mancano a nessun partito". Il filo è troppo lungo e i panettoni troppo pesanti, il filo si piega al centro, si allenta, non va bene. "Il giorno in cui l'Italia importerà calciatori arabi, il centravanti All si ritroverà, a distanza d'un anno, a fare i conti con una fastidiosa distorsione all'arto destro. Il destro magico di All. È Natale, All ha segnato contro la Juventus, ma c'è quel ginocchio che lo preoccupa, e i campionati del mondo, la coppa delle coppe, la vostra coppa delle Piramidi. È Natale, All torna a casa, anzi vola a casa e deve assolutamente decidere entro una settimana se operarsi o no, e sai chi lo consiglia, Ahmed, lo sai? sei proprio tu, il dottor Ahmed, il mago arabo. Lo sai, Ahmed, qual è il massimo dell'antipatia? Non lo sai? Provaci. Se indovini ti regalo il fez. Non lo sai? Allora te lo dico io: il massimo dell'antipatia nell'area del Mediterraneo è un ebreo juventino. E lo sai perchè? Perchè vuole avere doppiamente ragione!" Da alcune ore Ahmed Suri si gratta la schiena e guarda il bicchiere, spostando indietro, sempre più lontano, il suo punto di osservazione, fino a trovare una prospettiva cosl dolorosamente nuova e indefinita da forzarlo a un precipitoso ritorno al punto di vista iniziale. Ecco un bicchiere di Coca Cola, poggiato sul banco, un angolo di banco con sopra un bicchiere semivuoto, un bar dal mattonato rosso con la porta a vetri, con fianco una macelleria e di fronte una scuola di ballo, in un quartiere con bar, antenne e stazione ferroviaria, e Roma, l'Appennino, l'Adriatico, Atene e il Mediterraneo, con le isole, i torti, gli eroi. Il bicchiere non c'è più. Deve ritornare a terra. Franco lo sente respirare forte. A terra. Piove, il vento è caduto. Tre giorni dopo "La Libia dolorosamente ferita dall'embargo dell'Italia sulle armi si rivolge alla Corte suprema dell'Aja per denunciare l'illegalità sub-imperialistica dell'atto e ottenerne giusta sentenza di riprovaFoto di Lai/a Go/derer e Vito Scifo.
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