Linea d'ombra - anno IV - n. 15/16 - ottobre 1986

L'OCCHIONELDITO DIDavld Scher Maria Nadotti David Cantwell Scher è del '52. Americano di St. Louis, Missouri, si è da qualche anno sposato a New York, Lower East Side, Manhattan. Nella migliore tradizione newyorkese, si mantiene facendo, quando ha bisogno di denaro, l'interiors decorator, in altre parole l'imbianchino, carpentiere e disegnando volubili e caustici cartoon che pubblica su varie testate locali, tra cui l'ormai storico settimanale "Village Voice". Ottimo esempio di una generazione allevata a televisione, cinema e media in genere, David Scher ha individuato una serie di tematiche legate, per sintetizzare molto, all'attività di vedere/prendere/assorbire/incorporare/essereattraversati. Con delicata ironia e, a tratti, con rabbioso ma impotente sarcasmo, il disegnatore mette a fuoco una serie di comportamenti e di idiosincrasie squisitamente newyorkesi. Nel suo mirino ci sono conformisti e cosidetti doveri culturali. Sulla sua pagina ostinatamente disegnata in un bianco e nero più o meno affollato, geometrico, espressionista, si alternano omini senza faccia pronti a farsi stampare addosso il piombo della stampa, cupe figure capaci di modellarsi sullo sguardo altrui o sugli oggetti ingurgitati - interiorizzati, personaggi arto occhio sussunti/inghiottitilcancellati un pò dai loro oggetti, un poò dalla propria attività di consumatori e di voyeur. La logica dominante nei disegni di Scher sembra essere quella del ribaltamento-inversione. L'attività sta tutta negli oggetti. Chi guarda, prende, compra, consuma, si fa nella relazione con essi accessio passivo e malleabile. I paesaggi, per lo più metropolitani, sono muraglie architettoniche o umane, dove la soggettività è essenzializzata a funzione passiva: si guarda per essere accecati, si percorre per non entrare in contatto, si cerca un luogo per smarrirsi nell'equivalenza di una spazialità indifferenziata. I corpi possono ridursi a microallusioni o gonfiarsi in oniriche e minacciose metonimie. Simbolo ricorrente e dominante su tutto: un indice puntato, via via protesi nasale, escrescenza visiva, penna, matita, corpo. Indicatore aggressivo e intrusivo, spudorato e impotente insieme. Nostalgica fantasia di un sistema tramontato d'ordine e di riconoscibilità, ma anche irridente e polemica critica a un regime basato sulla segnaletica e sulla improbabile monosignificazione. ibliotecaGino Bianco

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