Linea d'ombra - anno IV - n. 15/16 - ottobre 1986

6 APERTURA/JASPERS no notizie, o forse un po' solo nelle enormi minacce di Khrusciov, che però impressionano la fantasia ma .non contengono nessuna indicazione concreta. È come se non solo il segreto militare, come sempre, ma già il pericolo della parola costringesse gli uomini di stato al silenzio. Nel mondo gira la tendenza, promossa dai governi, di far andare la cose senza inquietare i loro popoli. 3. Tuttavia l'inquietudine aumenta, ma forse in una direzione falsa. Si protesta contro gli esperimenti con bombe all'idrogeno. Si è colpiti dagli accertamenti di una radioattività accresciuta ovunque. Si lotta localmente contro la costruzione di centrali atomiche per il pericolo di esplosioni. È certo assurdo spiegare con osservazioni tutte le possibilità riguardo alle variazioni del tempo, alle distruzioni delle forme di vita (mutazioni rovinose che diverranno evidenti solo per le generazioni avvenire), alla produzione di malattie (leucemia, ecc.). Ci si può spiegare, in linea di principio, quali trasformazioni potrebbero formarsi sulla terra circa le condizioni fisiche di vita nell'insieme, giunte, attraverso milioni di anni, all'attuale equilibrio. È ben espressiva la prova già intervenuta di un aumento della radioattività, con precipitazioni su piante, su animali, sul latte in molti luoghi della terra, come conseguenza delle esplosioni di prova. Questi effetti minuscoli, praticamente ancora privi di pericolo (Thirring dice: sinora, il pericolo della radioattività, in seguito alle prove relative a bombe atomiche, è "molte migliaia di volte più piccolo dei danni prodotti dai gas di scarico delle automobili"), accennano la direttiva su cui si potrebbe procedere. Le osservazioni di questi fenomeni a ragione vengono continuamente diffuse e rese note. Con un effetto cumulativo non calcolabile, già in pochi anni, con prove di bombe in gran numero, si potrebbe superare il limite di pericolo. Si deve distinguere: Primo: sussistono pericoli sia nell'uso pacifico della energia atomica sia nei tentativi con bombe all'idrogeno in tempo di pace. Questi pericoli sembra siano considerevoli. Danni (malattie e mutazioni germinali) possono nascere attraverso una continua assimilazione di elementi di radioattività, in sé in un primo tempo insignificanti. Ma questi pericoli sono problemi particolari e, come altri pericoli, vengono esaminati e combattuti. Anche se centinaia di migliaia di uomini dovessero soccombere per i danni da essi provocati, la rovina.sarebbe tuttavia limitata, e si presume che, con continua cura, sarebbe confinata in ristretti limiti. Secondo: in caso di guerra, sussistono pericoli di distruzione in proporzioni finora non conosciute. Le bombe, giungano alla meta attraverso aeroplani o attraverso missili, annientano immediatamente ogni forma di vita in quello spazio, per una circonferenza già ingrandita dalle superbombe. In una più ampia circonferenza segue il lento morire dei colpiti a morte. I soBibliotecaGino Bianco pravvissuti, in quanto territorio imprecisamente delimitato, in decorso di tempo notano malattie o nascite mostruose nella nuova generazione. Colpendo questa sciagura grandi città e intere regioni, si parla oggi concordemente della distruzione di intere civiltà nel caso di una nuova guerra mondiale. Anni addietro Einstein disse: "Non so quali armi verranno impiegate nella prossima guerra, so però quali verranno impiegate nella guerra ancora successiva: le frecce e l'arco." Terzo: sussiste il pericolo del declino dell'umanità e di ogni forma di vita, assommando gli effetti fino all'appestamento annientatore dell'intera atmosfera terrestre. Comune a tutt'e tre i pericoli è l'incertezza sulla misura in cui esistono. Ma l'immaginazione è salita di grado in grado, divenendo ogni volta fondamentalmente diversa: catastrofi locali e particolari; declino della civiltà; declino dell'umanità. Contro il primo pericolo vi sono mezzi tecnici di prevenzione e di garanzia. Contro il secondo c'è la salvezza di un resto, con provvedimenti difensivi tecnicamente portati al massimo sviluppo, tali che, con successo, possano tornare vantaggiosi a una piccola parte. Contro il terzo pericolo, che è senz'altro l'estremo, non c'è nessun mezzo tecnico. Che cosa sia possibile al suo cospetto deve essere il tema di questo scritto. 4. Questo terzo pericolo viene accresciuto nascondendolo. Dal dato di fatto propriamente nuovo, che investe tutto quello che è avvenuto e avviene, l'attenzione viene deviata verso i pericoli grandi ma antecedenti ad esso. Le esagerazioni degli effetti finora ottenuti dalle prove effettuate con le bombe e le speculazioni sulle loro possibilità provocano una falsa tranquillità, con la confutazione della paura che si dimostra infondata. Per ora, nella sfera delle possibilità riconoscibili non si presenta il fatto che la reazione a catena delle precise sostanze in cui consiste la materia possa investirla come tale e quindi distrugga con calore atomico l'intero globo terrestre, come un incendio distrugge foreste e città. L'idea immaginosa che un uomo solo, premendo un bottone, possa far esplodere il globo terrestre, è irragionevole ancora oggi come lo è stata ieri. È anche uno sviamento il fatto che la paurosa eccitazione sia deviata verso i pericoli della produzione e dell'impiego pacifico della energia atomica. Non vi è nessuna "macchina sicura all'estremo" non si può escludere sia pure un solo incidente (un incidente simile si è verificato già nel 1957 nella fabbrica di plutonio di Windscale, in Inghilterra, e in questa forma potrà difficilmente ripetersi, ma resterà possibile in altre forme). Ma viene probabilmente comunicato che, attraverso controlli, è possibile raggiungere un alto grado di sicurezza. I pericolosi prodotti di scarico non sarebbero da temere, potrebbero essere sotterrati in pozzi profondi e resi innocui. Il giudizio scientifico è fondato criticamente solo se nelle osservazioni si fa attenzione alle quantità (la semplice comunicazione "aumento della radioattività" può essere priva di ogni

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