male, l'anima romana del giornale: l'autonomia dura ma anche le borgate care a Pasolini. Rank Xerox è un androide (oggi, dopo Biade RU11T1er che tanto ha saccheggiato il fumetto e quel tipo di fumetto in particolare, si direbbe replicante) col nome di una fotocopiatrice , e come le fotocopie non ha memoria dell'originale ; è buttato nel mondo dal suo inventore e deve cavarsela da solo, tra violenza e un po' di sesso e droga quando capita. L'ideologia del personaggio deriva direttamente dal no-future dei punk, e dal rock maledetto dei Velvet Underground, Lou Reed, Iggy Pop, il tutto ambientato in una Roma sfasciata e sfasciante. Il rapporto con il rock viene immediato pensando a Tamburini, e alla sua urgenza di far coincidere ,ciò che era con ciò che faceva. Questo vitalismo, spesso autodistruttivo, ha pochissimo in comune coll'atteggiamento da travet che cerca di automitizzarsi dell'autore di fumetti classico, ma ha anche poco da spartire coll'approccio gelido, da giovane artista in carriera, di molti autori che emergeranno negli anni ottanta. La morte stessa di Tamburini, con la solitudine da Chelsea Hotel , ci fa pensare che lui stesso avesse immaginato fin troppo bene cosa sarebbe diventata la sua Roma e la gente che la abitava. In questi anni di venditori di un'idea al minuto, lui ha prodotto poche cose, che hanno tutte lasciato un segno preciso, e sono state copiate, rubate, riciclate dai venditori di cui sopra: Rank Xerox, la grafica della rivista "Frigidaire", i suoi lavori di ricerca sui collages e le fotocopie. Era per scelta un non disegnatore in un ambiente, quello del fumetto, in cui il peggior insulto è: "non sa disegnare"; lo stesso ambiente che si era adattato a far assurgere all'Olimpo dei grandi il suo partner Liberatore, ma che di lui, cosl chiaramente rompiscatole, non sapeva bene che farsene. In questi ultimi tempi di estetismo trionfante, Tamburini continuava a mirare allo stomaco e parlava di rabbia elementare mentre fioriva il culto del bon ton. Ora che tutti si affannano a comprare cappelli da pompiere, si sente improvvisa e pesante la mancanza di un piccolo incendiario romano. INCONTRI PROVINCIAROCK IncontroconLucaGasparinel LucaPastore a cura di Goffredo Fofi All'ultimo festival di Salsomaggiore, due sono stati i video, premiati: Voci celate, un lungo documentario di Silvio Soldini su un day hospital della Provincia di Milano, e due brevissimi lavori di Cesare Ronconi primi di una serie, Eva nascente (Ronconi è il fondatore del Teatro della Valdoca). Ma la giuria ha tenuto a dichiarare di essere arrivata a questo risultato con una votazione a maggioranza, che ha dovuto sacrificare il terzo dei video presi in considerazione per i premi, OrizzonJi di gloria, di cui ha rilevato ''l'anticonvenzionalità nell'uso del mezzo e nell'approccio alla creatività musicale giovanile". Autori: Luca Gasparini e Luca Pastore (del secondo era in concorso anche il videoclip Stop-Chromagain). Come siete arrivati a Orizzonti di gloria? Cosa avete fatto prima, insieme o da soli? Luca G. - Io ho cominciato ormai da qualche anno (adesso ne ho 28) realizzando per mio conto dei super 8, perlopiù narrativi, a soggetto, e collaborando per le colonne sonore ai film di Guido Chiesa Give me a speli e Black harvest. Ho conosciuto Luca Pastore in una televisione privata torinese, Videogruppo, per la quale ho realizzato videoclip e altre cose. Ora sto lavorando al montaggio di un mio 16mm di finzione, un cortometraggio che si intitola La losanga. Ho sempre lavorato su delle storie, Orizzonti di gloria ha invece l'anima del documentario, perché il suo soggetto - la musica - chiedeva di venir trattato in modo diverso. Con Luca Pastore ci siamo trovati uniti dall'uniti interesse per la musica e per chi fa musica. Luca P. - Ho cominciato sei anni fa (adesso ne ho 25), lavorando quasi da schiavo per delle televisioni private, per imparare. ~ cosl che ho scoperto il video come mezzo per raccontare la musica, e ho realizzato per mio conto, fondando una mia piccola società, la Legavideo, dei videoclip per le televisioni private. Lavoro in una di queste televisioni, Videogruppo, per la quale ho realizzato un "magazine" di videomusic e videoarte in 50 puntate, Swing, e poi videoclip e altre cose. Luca Gasparini e Luca Pastore in una foto di Fulvia Farassino. BibliotecaGino Bianco 75
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