74 Ho poco tempo per leggere. purtroppo, non è la mia professione, è un gioco del tempo libero. La mia conoscenza della letteratura italiana passata e contemporanea è modestissima. Alcuni incontri con libri italiani son stati importanti. ~ molto difficile dire, a meno che uno non mi paghi per rileggere e scrivere diffusamente, come e perché. Ogni scrittore per suoi peculiari motivi, metterli tutti assieme in un elenco è un minestrone. Domanda difficile. Se dici, pare che vuoi esibire chissà quali quarti di nobiltà presunta (li avrà mai letti, quei libri? li avrà capiti?); se non dici, pare vuoi nascondere i maestri. Non è questo il caso. · Lo farò con un gioco. La mia biblioteca è divisa in tre: da mio padre, da mia moglie, nella soffitta dove scrivo. La terza parte è quella "da lavoro", quella che porto sempre con me perché può servire, e infatti essere a Milano, lontano dalla possibilità di ricontrollare ogni dato, se necessario, mi angoscia, come capitava a un personaggio della letteratura europea (chi indovina un sorriso). C'è almeno un libro letto con passione o con stupore o con sviscerata ammirazione di Luzi, Belli, De Filippo, Aretino, Praz, Colombo, Savinio, Colli, Manganelli, Santillana, Dante, Calvino, Pavese, Stajano, Testori, Arpino, Alberti, Tabucchi, Sciascia, Marina, Veraldi, Spinelli, Scerbanenco, Chiara, Brera, Vittorini, Zef, Bufalino, Roversi, Verga, Cerami, Arbasino, Gadda, Buzzati, Del Buono, Levi, Morante, Manzoni. Letti a età differenti e magari mai più aperti. Non importa. Vengon dietro. Chissà perché. Può servire, dice la voce, izgud. I sardi ho in altro scaffale, numerosi. (I motivi delle assenze di Boccaccio e Pasolini son legati a storie personali che non voglio raccontare. Ora comincio Moravia, affascinato dalla sapienza critica, e Soldati, stupito e ammirato dalla maestria narrativa. Altri comincerò quando avrò tempo o quando sarò adulto). Placido leggo ogni giorno su "Repubblica" ché "Repubblica" pubblica Placido. Leggo anche altri dello stesso quotidiano ogni volta che scrivono, ma elencarli tutti sarebbe pura piaggeria. Fra coloro nominati fuori parentesi ce n'è cinque dei sette italici cui ho cercato di rubare qualcosa. Strani furti, il derubato mantiene il suo. Il sesto è sarda, nominata qualche domanda fa con elenco della refurtiva. Il settimo, sardo pure, e primo della lista dei tentati furti. Che conclude il gioco. Dal primo ho cercato di prendere il coraggio di pensare in proprio, qualunque conseguenza porti, e una visione unitaria e critica della letteratura italiana, e alcune idee: la lentezza delle trasformazioni urnaBiblioteca Gino Bianco ne (la lentezza degli uomini a trasformarsi), l'errore del detto: il fine giustifica i mezzi (è vero il contrario, i mezzi qualificano il fine), e che per capire un uomo non devi ascoltare cosa dice, ma come dice, come si comporta mentre dice, perché dice, cosa fa prima e dopo che dice. Dal secondo il coraggio di pensare come greco origini del cosmo, tempo, parola, numero, e l'occhio sereno sul mondo, e l'inventiva nel costruire favole e mostrarle come teoremi. Dal terzo la coscienza delle parole, l'ironia, la scansione del periodo, la punteggiatura e altro ancora che non dico - al punto che fossimo nel Trecento e tenesse Bottega d'arte, mi presenterei a lui dicendo: "Maestro, vi difenderò dai banditi di strada se mi sfamerete e insegnerete scrittura." Non è il Trecento ma il doppio mille che chiude e il terzo che comincia. Non saprei difenderlo da alcun bandito. Quella vecchia forma d'artigianato è scomparsa? Quella coi famuli di provincia? Lui sa. Del quarto la mescolanza nello stile di alto e basso, aulico e gergale, cortese e strafottente. E l'idea che prima il lesso poi l'arte. Il lesso mi guadagno all'Enel. L'arte al giudizio del lettore. Dal quinto il gusto di andare a vedere dietro oltre sotto sopra ogni parola e immagine e la scoperta che anche nei casi in cui tutto pare detto, esplicito, onesto, sincero, dietro oltre sopra sotto c'è sempre qualcosa d'inquietante. Dal sesto il coraggio di parlare di "cose serie" col linguaggio di tutti i giorni a un ipotetico quotidiano lettore, stanato con trucchi, giochi, provocazioni all'intelligenza. Ho cercato di prendere. Annusando come volpe, scavando come talpa, guardando estatico come cervo al tramonto il LAMORTE DI RANKXEROX Giancarlo Ascari Alla fine di aprile è morto a Roma Stefano Tamburini. Era sui trent'anni e tutti lo conoscevano come l'inventore di Ranx Xerox, uno dei personaggi a fumetti di maggior successo degli ultimi anni. In una recente presentazione su "Frigidaire" di una nuova avventura del suo personaggio, disegnato da Tanino Liberatore, inseriva se stesso e Ranx Xerox in una categoria che cosl definiva: "I post potenti: sono coloro che hanno esercitato una qualche forma di potere in epoche precedenti, e ora cercano di mantenere più o meno dignitosamente la dose di carisma che appartenne loro un tempo". Il tempo di cui si parla non è poi cosl lontano, è il '77, anno in cui nacque il personaggio del coatto sintetico, all'inizio disegnato dallo stesso Tamburini per "Cannibale", il giornale autogestito da Scozzari, Pazienza, Mattioli, Liberatore e lui stesso. Riguardare oggi quelle pagine fa un effetto di attrazione mista a rifiuto: molte cose belle, molte cose rozze, in un insieme comunque vivo e pulsante. "Cannibale" si portava dentro nella provenienza dei suoi autori le due anime geografiche del '77: Roma e Bologna, e Tamburini era, nel bene e nel mare. Un gioco degli omaggi. Scrivere è t-------------------1 in qualche modo mentire, anche con le migliori intenzioni. Chi pensasse dalle parole precedenti di ricavare il ritratto di un uomo, sbaglierebbe. Son più afro che latino, più ritmo che pensiero anarchico e cristiano. Quanto tempo ti è costata l'elaborazione del romanzo? Non è romanzo ma cinque quadri dipinti da Gabriel Sollam, monaco spretato marrano, in Algeri, nel 1520, da me visti in sogno e malamente tradotti. Non è costo ma guadagno, l'esperienza di meditazione. Gli altri quadri oltre cinque son memorie di un antenato del poeta cagliaritano Michele Misericordia. Izgud? Visti in sogno e malamente tradotti. È stato difficile trovare un editore? No. La buona fortuna ha messo nella mia strada la signora Elvira Selleria, fata buona, e da allora mi pare di volare. i:::i:l:l:i:i:i:i:l:i:i:i:i:l:i:i:i:t::::::::::::::::::: 111~•·· ··········••tiì . ~
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