Linea d'ombra - anno IV - n. 15/16 - ottobre 1986

simpatiche anche a causa del potere che hanno di condizionare letture e giudizi. Borges ha sfiorato tutto l'essenziale e lo ha ridotto a glosse, confondendo nel paradosso ogni proposta di lettura del libro della vita, scambiando il libro con la vita, avvalorando la tesi - cosl malata e letteraria - che esiste la vita solo se un libro la dice e confonde. Ci ha ricordato, è vero, in tempi di cèrtezze l'importanza dello scetticismo, ma lo ha fatto cosl a oltranza da far dimenticare che purtuttavia si deve vivere e magari cercare di cambiare la vita. La sua bravura più autentica è stata bensl quella di non negarlo, di ironizzare su Borges, di spiazzare i borgesiani, di affermarsi cieco in un mondo di finti vedenti: egli veggente e gli altri, i "borgesiani", patetiche talpe; egli scrutatore nei libri di ciò che sta dietro i libri, prigioniero dei libri con assai triste coscienza della loro tristezza, della loro subalternità alla vita che non si sa vivere; mentre gli altri, i seguaci, 1 colti beoti, di quell'assenza continuano a compiacersi. A inizio dei Sessanta, per tornare al periodo del riconoscimento europeo del più europeo tra gli scrittori latino-americani - i cui passi hanno percorso anche i caminitos della Boca crogiuolo di malinconici immigrati e non solo biblioteche - il premio Pormentor consacro a pari merito, credo nel '61, Borges e Beckett. Prima gloria è il secondo, cosl poco digestivo per professori, biliotecari, citanti. opere che ha costruito, le parole che ha pronunciato, i molti destini che ha spezzato. Il procedimento è quello di Joseph Conrad in Caso (1914) e dell'affascinante film Potenza e gloria (1933): una rapsodia di scene eterogenee, senza ordine cronologico. Oscuramente, infinitamente, Orson Welles presenta frammenti della vita dell'uomo Charles Poster Kane e ci invita a combinarli e a ricostruirlo. Le forme della molteplicità, della sconnessione, abbondano nel film: le prime scene registrano i tesori accumulati da Poster Kane; in una delle ultime, una povera donna, luttuosa e dolente, gioca a pianterreno di un palazzo che è anche un museo, con un puzzle enorme. Nel finale comprendiamo che i frammenti non sono retti da alcuna segreta unità: l'odiato Charles Poster Kane è un simulacro, un caos di apparenze. (Corollario possibile e previsto da David Hume, da Ernst Mach e dal nostro Macedonio Fernandez: nessun uomo sa chi è, nessun uomo è qualcuno.) In uno dei racconti di Chesterton - LA testa di Cesare, credo - l'eroe osserva che niente è tanto opprimente come un labirinto senza capo. Il film è esattamente questo labirinto. Tutti sappiamo che una festa, un palazzo, una grande impresa, un convegno di scrittori o giornalisti, un ambiente cordiale di franco e spontaneo cameratismo sono essenzialmente carichi d'orrore; Citizen Kane è il primo film che ce lo mostra con qualche coscienza di questa ve1------------------1 ri~ ANTOLOGIA ELCIUDADANO forge Luis Borges Citizen Kane (che si chiama nella Repubblica Argentina El ciudadano) ha, perlomeno, due soggetti. Il primo, di una stupidità quasi banale, vuole ottenere l'applauso dei più distratti. ~ anche formidabile: un vano milionario accumula statue, giardini, palazzi, yacht, diamanti, automobili, biblioteche, uomini e donne; a somiglianza di un collezionista anteriore (le cui osservazioni si attribuiscono tradizionalmente allo Spirito Santo), scopre che queste miscellanee e sovrabbondanze sono vanità delle vanità e che tutto è vanità; nell'istante della morte desidera un solo oggetto dell'universo: una slitta dovutamente misera con la quale ha giocato da bambino! Il secondo è molto superiore. Unisce il ricordo di Koheleth a quello di un altro nichilista: Pranz Kafka. II tema (insieme metafisico e poliziesco, insieme psicologico e allegorico) è l'investigazione dell'anima segreta di un uomo, attraverso le L'esecuzione è degna, in generale, del vasto argomento. Ha una fotografia di ammirevole profondità, fotografia i cui ultimi piani (come nelle tele dei preraffaelliti), non sono meno precisi e puntuali dei primi. Arrischio, comunque, una supposizione: che Citizen Kane rimarrà, come "rimangono" certi film di Griffith o di Pudovkin, il cui valore storico nessuno nega; ma che nessuno si rassegna a rivedere. Soffre di gigantismo, di pedanteria, di tedio. Non è intelligente, è geniale: nel senso più notturno e più tedesco di questa parola. (1945) ILDOTIORJEKYLLEEDWARDHYDE, TRASFORMATI Hollywood, per la terza volta, ha diffamato Robert Louis Stevenson. Questa diffamazione s'intitola (in Argentina) El Jwmbre y la bestia, ed è stata perpetrata da Victor Fleming, che ripete, con nefasta fedeltà, gli errori estetici e morali della versione (della perversione) di Mamoulian. Comincio dagli ultimi, quelli morali. Nel romanzo del 1886, il dottor Jekyll è moralmente doppio, come quasi BibliotecaGino Bianco tutti gli uomini, mentre la sua ipostasi - Edward Hyde - è malvagio senza tregua e senza alternativa; nel film del 1941, il dottor Jekyll è un giovane patologo senza tregua e senza castità, mentre la sua ipostasi - Hyde - è un dissennato, che ha un po' del sadico e dell'acrobata. Il Bene, per i pensatori di Hollywood, è il fidanzamento con la virtuosa e danarosa miss Lana Turner; il Male (che tanto preoccupò David Hume e gli Eresiarchi di Alessandria) la coabitazione illegale con Froken Ingrid Bergman, o Proken Miriam Hopkins. Inutile avvertire che Stevenson è del tutto innocente di questa lilnitazione o deformazione del problema. Nell'ultimo capitolo dell'opera, dichiara i difetti di Jekyll: la sensualità e l'ipocrisia; in uno degli Ethical Studies - anno 1888 - intende enumerare "tutte le manifestazioni del veramente diabolico" e propone questa lista: "l'invidia, la malignità, la menzogna meschina, il silenzio meschino, la verità calunniosa, la diffamazione, la piccola tirannia, la querimonia avvelenatrice della vita domestica". (lo affermerei che l'etica non abbraccia i fatti sessuali, se non li contaminano il tradimento, la cupidigia, o la vanità). La struttura del film è ancor più rudimentale che la sua teologia. Nel libro, l'identità tra Jekyll e Hyde è una sorpresa: l'autore la serba per la fine del nono capitolo. La narrazione allegorica finge di essere racconto poliziesco; non c'è lettore che indovini che Hyde e Jekyll sono la stessa persona; Io stesso titolo ci fa postulare che siano due. Niente di più semplice che trasferire nel cinema questo procedimento. Immaginiamo' un qualsiasi problema poliziesco: due attori che il publico conosce figurano nella trama (George Raft e Spencer Tracy, poniamo); possono fare uso di parole analoghe, possono menzionare fatti che presuppongano un passato comune; quando il problema è ormai indecifrabile, uno di loro assorbe la droga magica e si trasforma nell'altro. (Naturalmente, la buona esecuzione di questa scena comporterebbe due o tre correzioni fonetiche: la modificazione del nome dei protagonisti). Più civilizzato di me, Victor Fleming elude qualsiasi sorpresa e qualsiasi mistero: nelle scene iniziali del film Spencer Tracy tracanna senza timore il versatile beveraggio e si trasforma in Spencer Tracy, con parrucca diversa e tratti negroidi. Molto al di là della parabola di Stevenson, e a proposito dell'Assemblea degli uccelli, che compose (nel secolo XII della nostra era) Parid ud-din Attar, possiamo concepire un film panteista i cui numerosi personaggi, alla fine, si risolvono in Uno, che è il duraturo. (1941) 71

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