LABOMBATOMICAEILDESTINODELL'UOMO Kart Jaspers I. IL NUOVO DATO DI FATTO Da sempre, in fase iniziale, nuove anni di distruzione sono state dichiarate delittuose, dai cannoni fino al siluramento senza preavviso da parte dei sottomarini durante la prima guerra mondiale. Ma subito, per abitudine, la loro esistenza divenne un dato che non destava problemi. Oggi però la bomba atomica (bomba all'idrogeno, bomba al cobalto) è un evento fondamentalmente nuovo. Essa porta infatti l'umanità alla possibilità del totale annientamento per suo stesso mezzo. 1. La prima fu la bomba su Hiroshima, il 6 agosto 1945. Sentiamo: da 50.000 a 150.000 morti! Pochi giorni più tardi su Nagasaki cadde la seconda. Di fronte a tale forza distruggitrice il Giappone capitolò. Ma queste bombe, già così spaventose, erano insignificanti di fronte alle bombe all'idrogeno gettate nel frattempo, per esperimento, in territori disabitati. Sentiamo: il loro sviluppo di energia supera quello della bomba di Hiroshima di circa 600 volte. Nonostante il terrore, il mondo neppure adesso ha voluto pacificarsi, finché è divenuto chiaro che la misura e la maniera delle successive mortali distruzioni erano sfuggite al controllo. Con piena certezza gli esperti dicono che oggi è possibile provocare sulla terra la totale distruzione della vita attraverso l'opera degli uomini. Gli scienziati, quelli stessi che nel moto di sviluppo delle scienze naturali moderne hanno provocato il nuovo dato di fatto, lo hanno anche pubblicamente reso noto. Scelgo le dichiarazioni di tali uomini, fra quelli che non hanno preso direttamente parte alla costruzione della bomba atomica come tale. Nel 1955, poco prima della sua morte, Einstein sottoscrisse con altri una supplichevole dichiarazione, in cui si dice: "Per il caso di un impiego in massa di armi all'idrogeno è da prevedere la morte improvvisa di una piccola parte dell'umanità, spasimanti malattie e, alla fine, l'estinzione di tutti gli esseri viventi." Otto Hahn ha scritto: "Anche se le abituali bombe atomiche e persino le bombe all'idrogeno hanno effetti localmente limitati, ma in quell'ambito terribili, tuttavia ne deriva ancora, con queste bombe all'idrogeno, la possibilità della produzione di cobalto 60... Negli Stati Uniti è stato calcolato o valutato che dieci grandi bombe all'idrogeno, rivestite di molto cobalto, producono una attività di cobalto 60 così grande e operante per tanti anni, che la continuazione della umanità ne sarebbe seriamente compromessa dovunque le bombe siano cadute. Per adesso questi sono ancora spettri, ma resta il fatto che, oggi o nell'immediato futuro, l'umanità è realmente nella situazione di estinguersi da se stessa ... Anche senza cobalto, per i neutroni che se ne liberano, dopo le esplosioni vi sono particelle radioattive pericolose che possono essere trasportate a grandi distanze." BibliotecaGino Bianco Max Born: "Già adesso probabilmente negli Stati Uniti e in Russia la scorta di bombe A e H è sufficiente per annientare reciprocamente intere grandi città dei due paesi ... Ma qualche cosa di molto peggio è in preparazione, forse addirittura già pronta all'uso, come per esempio la bomba al cobalto, con cui si dà una polvere radioattiva che si diffonde su territori lontani e per anni uccide ogni essere vivente su questi territori." Una guerra fra grandi potenze "significa la probabilità di un generale annientamento non solo dei contendenti, ma anche dei neutrali". Thirring, sulla bomba all'idrogeno: "Una sola di tali bombe basterebbe per trasformare in pochi secondi anche città gigantesche come Londra, New York o Chicago in un mucchio di rovine fumanti, e per rendere inabitabile, per l'appestamento radioattivo, un territorio della grandezza di mezza Austria". Se questo prudente prognosticatore non preannuncia già oggi latotale distruzione della vita, tuttavia già adesso dice: "In una terza guerra mondiale non vi sarebbero né vincitori né vinti, ma solo il 98 per cento o il 100 per cento di annientati". Queste sono dichiarazioni di fisici e di chimici. Leggiamo i rapporti dei testimoni oculari degli effetti finora prodotti dalle bombe; vediamo l'immagine del fungo delle esplosioni che sale fino in cielo; sentiamo dei pescatori giapponesi, che nel 1954, molto lontani dal territorio di prova, furono investiti da sostanze radioattive, deperirono o dovettero morire. Non spetta a questo scritto di informare sulle cognizioni di scienza naturale, sulle realtà e sulle possibilità tecniche, sulle osservazioni biologiche e mediche dell'effetto delle radiazioni. C'è una letteratura grande e anche popolare scritta da esperti. 2. Né gli scienziati né noi altri sappiamo fin dove è arrivata in questo momento la produzione delle bombe atomiche. Ciascuno di noi può capire il fatto che l'America e la Russia (e a distanza, l'Inghilterra), con l'impiego di mezzi enormi aumentano di continuo la loro scorta di simili bombe e accrescono la loro forza distruttiva. Il segreto di stato copre la cosa. Non sappiamo quali aggressioni, e con quali tipi di esplosioni, siano preparate. Non è pubblicamente noto se le bombe esistenti, nel caso che siano lanciate insieme, bastino già per appestare con la radioattività l'atmosfera terrestre a tal punto che cessi ogni forma di vita. Chi dubita della possibilità che già oggi ogni forma di vita sulla terra possa essere annientata forse ha ragione. Ma tra dieci anni o anche prima ci si arriverà. Questa piccola differenza di tempo non diminuisce l'urgenza della riflessione. È da supporre che i capi di stato delle due grandi potenze siano informati, quantunque non si sappia come sia limitata e isolata, anche tra i dirigenti, la conoscenza dei segreti. Quello che i capi preordinano presumibilmente non è chiaro neppure a loro. Procedono confusamente, ma preparano quello che appare impossibile fare per tutti loro. Alla opinione pubblica non dan-
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