Linea d'ombra - anno IV - n. 15/16 - ottobre 1986

66 con l'uomo", si dimostra un ingenuo perch6 ignora - consciamente o inconsciamente, fa lo stesso - gli interessi dell'industria bellica. Inoltre, tra di noi, molti benintenzionati sono interessati esclusivamente alla salvaguardia della propria buona coscienza - un interesse molto egocentrico. No, i nostri doveri sono pià seri. Infatti noi dobbiamo ostacolare e legare effettivamente le mani a coloro che, ottusi e onnipotenti, hanno la facoltà di decidere l'essere o il non essere dell'umanità. Ordini come quelli impartiti quarant'anni fa - annientare Hiroshima e Nagasaki - non devono pià essere impartiti nell'interesse dell'umanità presente e futura. Simili comandi e simili comandanti non devono esistere pià. Chi contesta il dovere di opporre resistenza si rende complice. E chi addirittura combatte la resistenza, come è accaduto per esempio a Wakkersdorf, si rende naturalmente ancora pià complice. (Tratto dalla rivista austriaca "Falter" n. 13 del 3-7116-7-'86.Giinther Anders ha riscritto per la terza volta le sue Tesi sull'e-- poca atomica come relazione inaugurale per il 6° Congresso Internazionale dei "Medici per la prevenzione della guerra atomica" tenutosi nel luglio 1986. Traduzione di Stefano Velotti.) lli)li*lill Biblioteca Gino Bianco ANTOLOGIA UNAPOESIA Carlo Emilio Gadda O mio buon genio, divino ed umano, aereo Ariel, Leggimi la tua lezione di metafisica: Non ti chiedo né lo Schelling né il Kant, non il Fichte né lo Hegel, Ti chiedo la nozione compiuta dei bisogni del mio spirito, La nozione della necessità. Non metto in dubbio Platone, né Socrate, né Cristo, né il trinomio dei vecchi democratici, Ma non voglio neppure che il fiume rabbiosamente mi sommerga e mi circonfonda delle sue prede, Epperò nuoto e ti chiedo che il mio cuore sia franco, Che sia duro il polso e il bicipite, e guizzante la mano. Instaura in me il sentimento di fratellanza che i moderni democratici vantano nelle loro anime leggendo i loro magnifici giornali con magnifici titoli, lo stesso che certamente anima i preti nella raccolta parrocchia, nei silenzi dell'orazione e lungo le pratiche della misericordia Fa' che mi piaccia il discutere a lungo, con animazione, Su quello che ci vorrebbe e che nessuno vuole, Su quello che bisognerebbe fare e che nessuno fa, Su quello che vorrebbero dare e che nessuno dà. Fa' che mi piacciano le elucubrazioni e le investigazioni inutili. Fa' che mi dispiaccia la volontà del sacrifizio comune, Del sacrifizio immediato e pronto, che giunge a tempo e che reca di poi vantaggio, Fa' che io trovi in ogni imbecille il tipo perfetto dell'uomo, In ogni alfabeta un bieco aristòcrate, In ogni maestrina che à letto i Miserabili di Victor Hugo una apostolessa del Bene futuro, In ogni scettico una persona di spirito, In ogni canaglia una persona "navigata nella vita"; (La sua navigazione è consistita nell'urto del rabbioso fiume che lo ha sollevato del limo del fondo all'aereo e spumeggiante flutto); Fa' insomma che io lodi ogni direttiva fantasiosa come una profonda e virile sintesi della realtà, Come un bellissimo mare circonfuso d'una corona di monti fa' ch'io lodi ogni pisciata cavallina, Fa' ch'io impazzisca di furibondo e divino entusiasmo, o ch'io mi raccolga nell'estasi, al sentire i discorsi de' miei concittadini, Fa' ch'io mi crogioli nel brodo di lasagne della loro eloquenza come nel bagno d'erbe riccamente aromatiche; Allora, o mio genio divino ed umano, aereo Ariel, Allora, e allora solamente, sarà compiuta e perfettissima in me la nozione della necessità, Allora, e allora solamente, i bisogni del mio spirito saranno appagati, Allora il mio bicipite potrà fendere il bellissimo flutto senza che il cuore mi tremi di rammarico e di disgusto, Allora anch'io scriverò col poeta democratico che la Vita e il Mondo son belli, che l'Avvenire è santo, E il mio nome sarà tra i pià cospicui di detto Mondo, di detta Vita, di detto Avvenire. GADDUS (26 febbraio 1915) (da "Il Menabò" n. 6, Einaudi 1963)

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