POESIE Giovanni Giudici Quale un lettore di vecchi romanzi (frammenti su una sequenza) I . Qualeun lettoredi vecchi romanzi Avvintonella trama Paginadopopaginava avanti Senzaaffrettatisalti - In questo il suo piacereconsistendo La fine già finita Non scoprireanzitempo O al cinema- chi entra Sulleultimescene- la partita Trasmessain differita- un indomani Ancorasenzaieri - Vorrebbenon saperequasi dorma Futurod'unpassato Per lui comenon stato O a poker - chi ha Due kappae chiede tre carte Ma subitonon guardae le sospira Le stira se mai spunta Un aspettatosegnorosso o nero - Col suo destinogià fra le sue dita Strettoconclusointero Tale è la vitanostra Che tienea noi nascosta La sua completaforma Dai primissimiatti già fornitaPoi che questa è la norma Sconoscerladefuntae definita Ambitanon raggiunta II Parolemi spaccanoprima Che sonoparlatePoesiepoesiefabbricate Dal tettodell'ultimarima BibliotecaGino Bianco III Zampadi gattosul notturnocuore E brusìodi ricordo Sospettonel pieno amore: Crescessemai vita da morte E da disgraziabuonasorte - Estraneolibronaturale Dove ha sapienzaogni animale Tutto abbracciamie curioso O compitaredei misteri: Non fosseroi sognicrudeli Disegnituoiche non oso - Miei cosl a lungopensatipensieri All'improvvisofatti veri Dove ti specchia ritroso (1984) ~talinista (scrittaper GiuliaMaria,due annie mezzoprimadella sua veranascita) MorivocomeTolstoj- scappatovia In una stazioncina Ma non tra sarmatichenevi Bensl a un graziosoclivod'Appennino Tra montee mare dov'era La ricchezzadei miei primache uno La forassea Giannino: Tra affettuosiferrovieriperò io pure E tuttaviavolendonon morire Per un qualcosadi telefonato O mandatopiuttostoa dire: Non miama figliapare d'unmiofiglio Avevanolasciatouna bambina Assaipiù addietroItaliaassaipiù giù Per me ad altrasperdutastazioncina Morivoe non volevononmorire Ero là comesono Qui adessocoi miei nervi-ragnatela Il mio tasso-a-sant'annale ossarotte E non so qualedi precisoora Fossedel giornoo dellanotte L'hà doveun po' scherzandodisvoleva Coluiche mi rispose D'un fiochissimofilo all'altroestremo Darmi l'infanteche con sé tenevaChi parla? - E disse:· il capo macchinista Ma di qualemai macchinasaDio Tu sei un compagno? - dal miocuore pieno Gli chiedoe ride: si, ma stalinista E per avertia me confesso: anch'io. (ottobre 1983)
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==