Linea d'ombra - anno IV - n. 15/16 - ottobre 1986

Nathanae/ West nel 1934. QUALCHEOSSERVAZIONESULLAVIOLENZA Quale senso dare al fatto che quasi ognimanoscrittoche riceviamoha al suo centro la violenza?Ci arrivanoda ogni stato dell'Unionee da ogni sorta di ambiente,ma il loro massimocomundenominatoreè la violenza.E non è affattodetto che sia il genere di storiepiù facili da scrivereo quellopiù comune per un autore alle prime armi. Non è forse vero che prima della guerra le riviste non facevano che rimandare indietro, o accettare,manoscrittipieni di dolcezzae di luce e dopo la guerraaltripieni di Arte?La nostra idea di partenzanon era di stampareracconti violenti.Ma ora ci parrebbe di commettereuna violenzanel sopprimerli. In America la violenzaè idiomatica.Basta leggere i giornali.Per arrivare in prima pagina un assassinodeve lavorare in immaginazionee ancheusare uno strumento particolarmenteiniquo.Prendete il giornaledi stamani: PADRETAGLIALA GOLA AL FIGLIOPERUN LITIGIOSUL BASEBALL.Compare all'interno.Per arrivare in prima pagina il tizio avrebbe dovuto ammazzaretre figli e con una mazza da baseball invece del coltello.Solo liberalità e simmetria avrebberopotuto rendere interessanteun eventoquotidianocome quello. E come deve trattarela violenzauno scrittoreamericano? Nel numero di lugliodi "Criterion",H.S.D. scrive, a propositodi un raccontodel nostro primo numero "...la cosa è inverosimile,come evento, malgrado la precisione dei particolari, per il semplice motivo che tali fatti non accadonosenza suscitarele più forti emozioninello spettatore. (Vuol forse dire nel "cuoredello spettatore?"). Di conseguenza,continua il recensore, solouna descrizioneemotivadella scena potrebbe risultare credibile..." Credibileper un inglese, forse, o per un europeo,ma non per un americano.In Americala violenza è quotidiana. Di fronte ad una "descrizioneemotiva", nel senso europeo,di un atto di violenza, un americanoreagirebbe esclamando: "Che c'è di straordinario?"ovverosia: "Perdio, ecco un bel brano di prosa, questasi che è arte". Ciò che è melodrammaticonella scritturaeuropea non è detto che lo sia in quella americana.Per rendererealisticamentelaviolenzauno scrittoreeuropeodeve saperusare molto bene strumentisociologicie psicologici.Talvolta gli occorrono trecentopagine per motivareun piccolo delitto.Non così allo scrittore americano.Il suo pubblico è preparato, e non sarà né sorpresoné traumatizzatose verrannotrascurate le motivazioni artisticheper un evento tanto comune.Nel leggereun libriccinocon dentrootto o dieci assassiniinon è affatto detto che condanni l'opera comemelodrammatica. È lontano dagli antichigreci, e ancor più da coloro che hanno bisogno del naturalismo di Zola o del realismodi Flaubertper far sembrarela scrittura"realisticamentevera". (traduzione di AlessandraContenti) BibliotecaGino Bianco

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