Linea d'ombra - anno IV - n. 15/16 - ottobre 1986

D requentaiil collegea Manhattane abitaiin un residence femminile vicino alla scuola. Per diversimesi andai a Brooklynogni mercoledì,con la metropolitana,a prendere la mia lezionedi pianodaMr. Simmons,sempreper il presupposto che ero troppodotataper rinunziarealla mia musica,come essa venivadefinita.Restavoa dormire nellavecchiacasa del vecchioisolatoe tornavoa scuola il giovedlmattina,ma l'andirivienimi diventavasemprepiù faticoso.Cominciaiad interessarmidi cosepiù attualie a diradarele visitea casaper le lezioni, fino a smetterledel tutto. AssicuraiMr. Simmonsche avreicontinuatoad esercitarmisulpianofortechepotevonoleggiarenella mia stessa scuolae per un po' lo feci, ma il pianoforte era in una stanza piccola e fredda e perdippiùera uno Steinwaye gli mancavail suono intensodel mio nuovo Baldwin.Eppoi, la mia disciplinami sembravaimproduttivasenza lo stimolodi un insegnante,vistoche il mio tempo era anche preso da mille altre occupazioni.Nella scuola aveva ora delleamiciziecongenialie mi rendevocontoche, se avessi dato retta a mia madre,quelle amicizieavrei potuto farle già tre anni prima. L'anno successivomi sposai, d'impulso se non propriosconsideratamente;spiegarne il perchérichiederebbeun altroracconto. Naturalmente,i mieigenitori invitaronoalle nozze Mr. e Mrs. Simmons,che furonoi soli neri fra circa centocinquanta invitati.Ero stata molto curiosa di conoscerela signora Simmons,ma quel pomeriggionon fu certo l'occasionebuona, visto che ero occupataa fare la sposina.Mentremi muovevofra gli ospiti l'avvicinaifugacemente:il tipo di donnachemiamadree le sue amicheavrebberodefinito"simpatica",come in effettipoi fecero.Era graziosa,finenel vestire,garbatanel parlare. Mi disse delle parole gentili, adatte ad una giovane sposa che era stataper parecchiotempoallievadi suomarito.In contrastocon la pronta franchezzadi Mr. Simmonssembravameno immediata,ma più acutacome osservatrice.E sebbenefosse pronta al sorrisononme la sarei figurataa ridere fragorosamente.StavamoltobeneconMr. Simmonse tutti e due stavano benecon le altrecoppiedi mezzaetà e di cetomedio,eccetto, naturalmente,che per il loro colore. La signora Simmonsnon conosèevanessunoal matrimonio e suo maritoconoscevasoltantoi genitoridel ragazzogenio e alcuni nostri vicini di casa. Mia madre li portò in giro, con naturalezza,presentandoliai parenti e agli amici, anzi, a quasi tutti i presenti, perché non si sentisseroisolati. A me parve che esagerasse,come se li trascinassea rimorchio,o li mettessein mostra. Avrei voluto chiamarlain disparte e sussurrarle: "Non strafare,ma'. Lasciali in pace."Ma non mi fu possibile.Del resto, sapevo come mi avrebberisposto; in silenzio, solo con uno sguardo, come a dire: "di' quello che vuoi, io so come vannofatte le cose", e non le avrei dato torto, ancheperchésapevoche era veramenteorgogliosadi conoBibliotecaGino Bianco STORIE/SCHWARTZ scere un uomo di talento come Mr. Simmons.E se non li avesseportati in giroper presentarli,lui e suamogliesarebbero rimasti da una parte, mentre cosl furono accettati di buon grado(sec'eranodei fanaticiriuscironoa celarei loropregiudizi). Mia madre stava cercando soltantodi condursinel modo migliore,con una certa grazia, e ci riuscì.E in effetti, poiché era possibile comportarsicon grazia assoluta,non si poteva che sceglierefra le diverseformedi compostezza. È anche possibile,peraltro, che una volta a casa i Simmons osservasserofra loro quanto erano simpaticie gentili i miei genitori e i loro amici, e quanto era strano che avessero trascorsoun cosl piacevolepomeriggiopropriocome se fossero con dei vecchi amici, anche se erano tutti bianchi.Molto strano,Mr. Simmonsavrebbedetto, e avrebbescosso la testa con perplessità, sfùandosi la cravatta e aprendo il giornale. Era un modoconfortantedi immaginarmeli,ma probabilmente falso. Avevosempresperatodi riprendereun giornole lezionidi piano, ma non lo feci mai. E cosl, dopo il matrimonio,Mr. Simmonsscomparvedallamia vita. Perchéciòmi colpisceancora, come la punturadi una spina nascosta?Senza le lezioni di pianofortela suapresenzanella mia vitanon avrebbeavuto dei terminichiari.Potevoinvitare i Simmonsnel nostro appartamentoal quintopianosenza ascensore,nella zona scalcinata dove abitavamoa Manhattan,per una seratacon altre coppie? O potevo incontrarmicon Mr. Simmons da qualcheparte soli lui e io? per prendereun caffè? in un localepubblico?e a che ora?Forse i miei genitoripotevanoinvitarei Simmonsun pomeriggiodi domenicacoi loro figli ormaigiovanetti,insieme a me e mio marito?oppure a una delle loro partite del sabato sera,dominoper le donnee carteper gli uomini,e tarallie salmoneaffumicatoper tutti?Oppureun invitodel generepoteva farloMr. Simmons?Forse sl. Perché io mi rifiuto di guardare alla situazionecome a un caso di noblesse oblige. Eravamo, tutti,cetomedio. Ma a quell'epoca,e nello spessoredell'atmosferatutt'attorno, un tale scambiod'inviti poteva verificarsisolo tra persone di grande immaginazionesocialee nessunodi noi ne era dotato, nemmenoMr. Simmonse signora. La nostra visione non andava aldilà delle lezioni di pianoforte,la tazza di caffè e le brevi cordiali conversazionisulla famiglia,gli affari, la politicae i rapportirazziali.Forsedovrei accontentarmene,ed accettare: perchéeravamolimitati, ci perdevamo,o in realtà nonci eravamo mai trovati. Ciò nonostante, e dopo tanti anni, io non accetto. Mi rendo conto che Mr. Simmonsmi manca e che lo penso e che mi domandodov'èe che cosa fa, e se nelle giornateestivesuonaancora il pianoforteotto ore di seguito,a torsonudo, tuttosudato. (traduzionedi Giosi Lippolis) Copyright Lynne Sharon Schwartz 1985. 35

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