Linea d'ombra - anno IV - n. 15/16 - ottobre 1986

che porta al nord, nella nave, negli annunci di giornale, un po' di me a Londra, un po' di me in qualche dove? nella consonante? nel pozzo? Un poco resta oscillando alla foce dei fiumi e i pesci non lo evitano, un poco: non viene nei libri. Di tutto rimane un poco. Non molto: da un rubinetto stilla questa goccia assurda, metà sale e metà alcool, salta questa zampa di rana, questo vetro di orologio rotto in mille speranze, questo collo di cigno, questo segreto infantile... Di ogni cosa è rimasto un poco: di me; di te; di Abelardo. Un capello nella mia manica, di tutto è rimasto un poco; vento nelle mie orecchie, rutto volgare, gemito di viscere ribelli, e minuscoli artefatti: campanula, alveolo, capsula di revolver ... di aspirina. Di tutto è rimasto un poco. E di tutto resta un poco. Oh apri i flaconi di profumo e soffoca l'insopportabile lezzo della memoria. Ma di tutto, terribile, resta un poco, e sotto le onde ritmate e sotto le nuvole e i venti e sotto i ponti e sotto i tunnel e sotto le fiamme e sotto il sarcasmo e sotto il muco e sotto il vomito e sotto il singhiozzo, il carcere, il dimenticato e sotto gli spettacoli e sotto la morte in scarlatto e sotto le biblioteche, gli ospizi, le chiese trionfanti e sotto te stesso e sotto i tuoi piedi già rigidi e sotto i lucchetti della famiglia e della classe, rimane sempre un poco di tutto. A volte un bottone. A volte un topo. BibliotecaGino Bianco POESIA/DRUMMOND DEANDRADE I materialidella vita Drls? Faccio il !}lioamore in vidrotil i nostri coiti saranno in modemfold finchè la lancia in interflex vipax ci separi in clavilux camabel camabel la valle echeggia sopra il vuoto di ondalit la notte asfaltica plkx (traduzione di Antonio Tabucchi) Car/os Drummond de Andrade. 29

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