86 SCHEDE/CLERICI gico, in particolare, a mostrare una ong1nale mutazione rispetto ai testi precedenti. Su questo piano Benni sembra ormai padrone di una tecnica assolutamente libera, in grado di trascorrere in maniera convincente dalla battuta arguta, fondamento di svariate gags e scene di taglio fumettistico, a piìl estesi passaggi di monologo e dialogo interiorizzati, sino a forzature oniriche e ossessive ai limiti col delirio surreale. Piìl sorvegliato che in Terra!, nella misura e nella disposizione delle parti, risulta altresl l'impianto costruttivo dell'opera. Funzionalmente impiegato, e poi liricamente dissolto, è lo schema del giallo e dell'investigazione, che apre il racconto con il misterioso omicidio di Leone l'allegro, vero e proprio idolo perduto del romanzo: inarrivabile esempio calcistico per Lupetto, partner amoroso per Lucia, immagine di giovinezza eroica per il malinconico Lucertola. Proprio questa triade di protagonisti, che imprende la coraggiosa detection accettando i pericoli di una calata agli inferi nel centro della città, testimonia il proficuo esito del tratteggio. Sul versante dei personaggi cioè, l'equilibrio della struttura e l'approfondimento dialogico-interiore conducono a risultati di maggior rilievo rispetto alle figurine un po' appiattite sulle relative funzioni attanziali che si muovevano tra le pagine dal romanzo precedente. Semmai c'è da osservare, piìl in generale, che la stratificazione sociologica cui i nostri eroi fanno riferimento non può non risentire di quella propensione pessimistica che si accampa pervasivamcnte nel testo. In una città che ha saputo riassorbire ogni contraddizione sociale all'insegna della massificazione alienata e del successo individuale (esemplare è il personaggio del giornalista Carlo Camaleonte), è evidentemente ai settori piìl marginali che viene consegnato l'inane compito di opporsi alla totalità negativa. Giovani sottoproletari, squattrinati e senza lavoro saranno quindi Leone e Lucia; poi ex terroristi scappati dall'ospedale psichiatrico come Lee; oltre a pensionati emarginati in bar di periferia quali Arturo l'Astice e Giulio Giraffa. Del resto, i valori di cui questi eroi un poco donchisciotteschi si fanno portavoce, si mostrano piuttosto sganciati da considerazioni di tipo politico-materiale. In quanto riconducibili all'insieme di impulsi fondamentali che caratterizzano ogni vivere associato, essi risultano anzi amplificati sotto l'aspetto intuitivo e sentimentale. Per questo, analogamente al personaggio di Mei, la fascinosa telepate del primo romanzo, non è certo un caso BibliotecaGino Bianco che sia ancora una volta una donna a sintetizzarli in maniera piìl nitida. Spetterà infatti a Lucia Libellula il merito di sciogliere almeno parzialmente l'enigma dell'omicidio. E sarà in ogni modo lei, in un dialogo con la madre, a porre risolutamente il senso della propria diversità non assimilabile: "Non posso cambiare mamma, mi dispiace. È tutto quello che ho. E come lo chiami? Dignità, la chiamo". Benni conferma insomma di affondare le radici ideologiche oltre che formali del suo narrare sul terreno di precise esperienze di movimento, localizzabili intorno alla seconda metà degli anni Settanta in area centro-italiana. Fu il '77 bolognese a elaborare una distinzione tra le "due società", assegnando alla marginalità diffusa una forza contrappositiva non piìl rilevabile a livello dei rapporti di produzione ufficiali e strutturati. Ma è altrettanto palese, nel passaggio da una pubblicistica satirica di taglio militante a una produzione piìl distesamente narrativa, come l'area di valori che possono tener vivo il confronto sociale si sia andata facendo per lui piìl marcatamente individuabile in ambito etico-morale. La Weltanschauung che ci propone in questo romanzo, seppure meno catastrofica che in Terra!, resta comunque connotata in maniera sconfortante: qualsiasi battaglia collettiva materialisticamente impostata sembra ormai irrevocabilmente perduta. D'altro canto è proprio a questo livello che si inserisce dialetticamente la riflessione sulla funzione del comico. Esso deve saper affrontare il tragico, la morte, la fine, ma fornendo contemporaneamente quello straniamento che comunque alimenti una qualche forma di speranza. "Sorridete... Professore", dice la vecchia prostituta Bruna la Balena, "non bisogna stupirsi di niente, cosl va il mondo. Se ci spaventiamo può andare solo peggio." Per quanto riguarda infine il lungo canto di dolore di cui si fa interprete proprio il professore, già nelle prime pagine del romanzo c'era stato uno scambio interessante. "Sl, vorrei tornare indietro", aveva detto malinconicamente Lucio Lucertola; "Io no", era stata la risposta del canarino Caruso, "un uovo è piìl stretto di una gabbia". Non che anche posta in questi termini sia una prospettiva appetibile quella che si annuncia, ma non pare proprio che il romanzo sia stato impostato per favorire sonni tranquilli. Resta forse un unico sospetto da avanzare, seppure in forma dubitativa: che a volte il confine tra l'apocalittico e il consolatorio sia piìl sottile di quanto si creda. TRAQUALCHEANNO, INEUROPA Luca eterici Nel secondo romanzo di Claudio Piersanti, Charles (pp. 172, L. 16.000), pubblicato presso la casa editrice marchigiana "Il lavoro editoriale" - attenta all'attività di giovani e poco 'sponsorizzati' autori (ha pubblicato tra l'altro l'interessante opera prima di Claudio Lolli, L'inseguitore Peter H.) -, non è difficile individuare molti degli elementi che potrebbero costituire la ricetta di un importante libro sulle sorti di tipici e anonimi personaggi della nostra recente storia contemporanea, cosl assente dalle pagine di gran parte della narrativa nostrana degli ultimi anni. Proviamo a disporre le carte del gioco condotto dall'autore su un immaginario panno verde. I personaggi, finalmente, sono parecchi: Giorgio De Manaris, ancora giovane e impegnato studente in medicina, rappresenta il 'filo rosso' cha attraversa tutta la vicenda, lungo l'arco di almeno tre generazioni e attraverso uno scenario multiforme. Si sposa con Cristina ma la loro unione rimarrà solo un remoto ricordo per entrambi; dopo aver conseguito la laurea a pieni voti e aver vinto "una borsa di studio per gli Stati Uniti", il personaggio si trasferisce a Parigi e diventa un ricco e famoso oculista. Qui le amicizie più durature: Renée, amicaamante che cura il piccolo Charles, nipote di Roger con il quale vive; Miche!, grasso e pacioso collega-amico di Giorgio, che non riesce a carburarsi se non con abbondanti dosi di superalcolici; Christine, giovane donna-amante del protagonista, studentessa ben disposta ad assecondare l'uomo con il quale, in pratica, convive per un lungo periodo di tempo (identico il nome della due piìl importanti donne di Giorgio, analoga la sorte del loro rapporto); Piero, fratello minore del celebre medico, ingegnere specializzato in protesi artificiali, ricercato dalla polizia italiana e francese perché responsabile di un grave attentato ad un elicottero militare esplgso in volo nel cielo di Sicilia durante un'esercitazione (presumibilmente NATO: le vittime sono tutte americane). La loro famiglia di origine abruzzese - Erminia, Licia, Adriano, Milena -, che vive con un ritmo blando e immutabile l'esistenza rallentata di un'appenmmca Italia meridionale già contadina, immobile ed estranea ad ogni evoluzione. Eugène, personaggio defilato dell'ultima parte
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