68 STORIE/CIAFALONI simile, anche nei particolari, almeno per tutti quelli che non appartengono al gruppo anglosassone originario, a quelli che non vanno nel nulla, o a fondare anche un impero, ma che vanno in terra straniera. Perciò il ragazzo armeno di Kazan o i polacchi, i russi, gli ebrei, gli irlandesi, ci sembrano così straordinariamente familiari. Restano però anche le differenze, si formano i gruppi linguistici o addirittura localistici, si moltiplicano i paesi ricreati al di là dell'Atlantico, con lo stesso nome e abitudini che sono o vorrebbero essere simili. Certo è mitico pensare che tutto questo sia confluito nel crogiolo o che gli ultimi venuti pesino quanto i primi nel determinare la cultura o l'immagine dell'America che oggi ci investe. Ma quella cultura ci è meno estranea di tanta parte dell'Europa, proprio perché è o è stata una cultura dell'emigrazione. lr:I onosco direttamente dell'America latina solo il Mes- ~ sico, praticamente non toccato dall'emigrazione italiana. Degli altri paesi conosco emigrati di origine non italiana incontrati per ragioni di affinità politica o di lavoro, salvo pochi casi isolati. Come ho già detto, malgrado il peso degli italiani in Argentina e in Venezuela sia assai maggiore che negli Stati Uniti, quantitativamente e culturalmente, i contatti con i figli dei partiti all'inizio del secolo sono completamente caduti. Niente successi da raccontare, niente dollari da rimandare. Dalle mie parti non è nato nessun Patino. Ho conosciuto, in Texas, un professore peruviano, magro, minuto, già grigio, elegante, molto spagnolo. Era stato un allievo, un amico, di Cesar Vallejo. Mi parlava di letteratura, malgrado fossi un tecnico. Forse perché ero italiano, e perciò quasi un francese. Me lo avevano presentato degli amici peruviani, tecnici, giuristi e militari, che frequentavano il professore perché faceva parte dei doveri sociali (lui era coetaneo ed amico di Fernando Belaunde Terry, il presidente, allora e sempre, con qualche intervallo; loro erano colleghi del figlio del presidente). Alcuni erano visibilmente quechua, o meglio misti, nei tratti, nelle membra, nel torace. Seguivano l'argomentazione del professore anche peggio di me, credo. Ma lui continuava, con la naturalezza e il senso di complice appartenenza della classe colta che è anche classe dirigente: chi è o vuole essere dirigente, tanto che studia all'estero, sia anche colto. E cultura vuol dire letteratura. È un atteggiamento che ho sperimentato assai di più, in Italia, in anni successivi e che attribuisco, e attribuii, al professore. È difficile pensare che non trovasse altri argomenti perché era stato il responsabile per l'energia del suo paese; ma forse l'energia lo annoiava e il diritto e l'esercito ancora di più. Del resto che non si piegasse alle necessità di un gruppo che cercava pioli per una scalata e parlasse con passione di ciò che lo appassionava era più che giusto; soprattutto perché il filo del suo interesse era la libertà. Ne ho un ricordo vivo, privo di ostilità. Pensai allora che tipi così si erano visti a Napoli centosessanta anni prima e forse facevo torto ai Cuoco e ai Colletta, che finirono sconfitti; erano meno letterati e, credo, più bravi. Penso oggi che, di fronte a lui, io ero l'America. PREMIO ITALO CALVINO 1) Le riviste «L'Indice» e «Linea d'ombra» bandiscono per l'anno 1986 la prima edizione del «Premio Italo Calvino». 2) Possono concorrere al premio opere inedite, di narrativa o di saggistica, di autore italino, che non siano state premiate o segnalate ad altri concorsi e che non siano tesi di laurea. 3) Le opere devono pervenire alla segreteria del premio presso le redazioni delle riviste («L'Indice», Via Giolitti n. 40-10123 Torino; «Linea d'ombra», Via Gaffurio n. 4- 20124 Milano) entro e non oltre 11 1° giugno 1986, in plico raccomandato, in duplice copia, dattiloscritta, ben leggibile con indicazione del nome, cognome, indirizzo, numero di telefono dell'autore. Le opere inviale non saranno restituite. 4) Saranno ammesse al giudizio finale della giuria quelle opere che siano state segnalate come idonee dai promotori del premio (v. «L'Indice» settembre-ottobre 1985/ oppure da una delle due redazioni delle riviste. 5) La giuria per l'anno 1986 è composta da 4 membri, scelti al loro interno dai promotori de premio. In caso di parità dei voli, prevale quello del presidente. La giuria designerà l'opera vincitrice attribuendone la pubblicazione. Essa potrà altresl segnalare altre opere. La giuria si riserva il diritto di non assegnare il premio. 6) L'esito del concorso sarà reso nolo entro il 15 novembre 1986 con un comunicato stampa, e sui numeri delle due riviste promotrici immediatamente successivi a questa data. 7) La partecipazione al premio comporta l'accettazione e l'osservanza di tutte le norme del presente regolamento. 8) Il premio si finanzia attraverso la sottoscrizione di singoli, di enti e di società. HANNO ADERITO: EnricaAlbites-Coen, Valeria Alinovi, A. Anselmi, Alberto Arbasino, Rosellina Archinto, Giovanna Astaldi, Roberta Baiano, Luca Baranelli, Maria Carmela Barbiero, Marcella Bassi, Gian Luigi Beccaria, Lidia M. Beduschi, Pier Giorgio Bellocchio, Riccardo Bellofiore, Carlo Bertelli, Valeria e Norberto Bobbio, Giulio Bollati, Nicoletta Bonfanti, Antonella Calzolari, Oddone Camerana, Andrea Carandini, Elena Carandini, Sergio Caprioglio, Cesare Cases, Enrico Castelnuovo, Ottavio Cecchi, Giani Celati, Roberto Cerati, Remo Ceserani, Grazia Cherchi, Francesco Ciaf'aloni, Ludovico Valerio Ciperri, Pietro Citati, Luigi Cornetto, Mimmo Cortese, Maria Corti, Antonio Crivolini, Masolino d'Amico, Lidia De Federicis, Daniele Del Giudice, Roberto Denti, Cesare De Seta, Maurizio Fedi, Beppe Focci, Goffredo Foti, Bruno Fornara, Franco Fortini, Delia Frigessi, Cesare Garboli, Michela Geri, Elena, Federico e Ferruccio Giacanelli, Carlo Ginzburg, Natalia Ginzburg, Antonio Giolitti, Stefano Giorni, Giovanni Giudici. Claudio Gorlier, Gruppo JN Editore, Margherita Lecco, Massimo Locatelli, Carlo AIE>ertoMadrignani, Ivana Marchetti, Franco Marenco, Mara Maretti Soldi, Dora Marucco, Edoarda Masi, Pietro Sergio Mauri, Gianni Merlini, Nino Merli, Gian Giacomo Migone, Massimo Mila, Antonio Minieri, Walter Mio, Franco Momigliano, Bianca Montalenti, Ennio Montasi, Rosario Muraca, Claudio Napoleoni, Antonio Nobile, Licia Oddino, Nico Orengo, Iris Origo, Orsola e Antonio Pastena, Tullio Pericoli, Michele Ranchetti, Nuto Revelli, Mario Ricciardi, Rivista «Belfagor", Gabriella Rodelli, Mario Piazz1ni,Mauro Pisini, Sergio Protopapa, Miariam e Antonio Rotondò, Laura Ricci Collepardi, Aldo Ricotti, Laila Romano, Eugenio Rosso, Carlo Ferdinando Russo, Lia Sacerdote, Adriano Salvatori, Michela Sassi, Leonardo Sciacia, Cesare Segre, Salvatore Settis, Renato Solmi, Vittorio Strada, Lore Terracini, Sebastiano Timpanaro, Michele Tondo, Claudio Varese, Angelo Verdini, Il Colobaio, libreria Incontri, Casa Editrice Einaudi, Casa Editrice Garzanti. BibliotecaGino Bianco
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