Linea d'ombra - anno IV - n. 14 - maggio 1986

AMERICHE FrancescoCiafaloni E i legge sui giornali che i giovani italiani hanno scoperto l'America. In particolare pare che l'abbia scoperta la non più giovane sinistra. A me accade di avere studiato in America, ben più di venti anni fa; quasi in un'altra vita. Ma anche allora non ero certo partito verso il buio. Vere o no che fossero le immagini dell'America che avevo in testa (e non mancarono certo le sorprese alla verifica dei fatti, o almeno delle immagini in presa diretta) erano abbastanza vitali da farmi accettare un contratto certo interessante ma anche abbastanza impegnativo. Ero allora fieramente avverso alla politica del governo degli Stati Uniti; negli anni che sono passati lo sono diventato anche di più, non fosse altro perché i governi degli Stati Uniti sono considerevolmente peggiorati e la sinistra americana di cui ero arrivato a considerarmi membro, per le molte cose che credevo e credo di aver capito in quel paese e attraverso quella cultura, si è poco meno che estinta. Ma non mi consideravo e non mi considero estraneo ali' America. Non si tratta solo dell'ovvio, e massiccio, ingresso dell'America nell'Italia del dopoguerra, sotto forma di soldati e canned pork, musica e cinema e libri Usis, gli unici libri contemporanei della biblioteca del mio liceo, rimasta ferma altrimenti a Melchiorre Delfico, di cui porta il nome. Si trattava e si tratta di una presenza più vecchia e profonda, che è stata centrale per me, ma che credo importantissima per gli altri molti milioni di italiani che si sono mossi, che hanno lasciato il paese e la terra, che oscillano su e giù per l'Italia quando cambia la stagione. È l'America degli emigranti, dei partiti e ritornati, dei parenti dei partiti non più ritornati, delle lettere con qualche dollaro e senza dollari, quasi senza parole anche, perché l'alfabeto era anche più raro dei soldi dalle mie parti. r:,uest'America riempiva i discorsi di odio e di nostal- ~gia, prima della guerra e durante la guerra, negli interminabili racconti la sera, nei rari pudichi accenni delle vedove bianche durante il giorno. Parlavano i ritornati, gli "americani" (in dialetto si dice m 'rchin' plurale di m 'rcan ', per anaforesi, raccontando più o meno sempre le stesse cose; storie di fatica e di avventura, storie di pompe di benzina che distribuivano whisky, di rimpatriate tra amici e opposizione agli altri, di abbondanza ma anche di estraneità. I tornati, in fondo, almeno i tornati in montagna, erano gli sconfitti a metà. Erano riusciti a prezzo di fatiche, rischi, illegalità, astuzia, violenza fatta e subita, a mettere da parte quattro soldi ed erano tornati a comprare un po' di terra in una montagna avara e affollata dove erano stati braccianti, mezzadri, pastori. È bastato aspettare qualche diecina di anni e la loro terra se l'è comprata chi ha voluto per poche lire. Uno di loro, alto, magro, ossuto, "a la manera de los yanquis" (ma lui era proprio abruzzese), eterno, rifiutava, ha rifiutato fino all'ultimo, di accettare la caduta relativa, e qualche volta assoluta, dei prezzi agricoli. Non vendeva la terra, non vendeva il grano, non vendeva il fieno, non venBibIi Ote CaGino Bianco deva la paglia, perché non gli davano abbastanza. Lavorava duro, da solo con qualche macchina, senza figli, senza moglie, senza familiarità con i parenti, con la maglia di lana anche d'estate, come usa da noi ma anche in America una volta, con qualche bracciante, che pagava poco e trattava male, solo per il raccolto. Rifiutava i prezzi sempre più bassi per il suo fieno, per il suo grano, che peggioravano ogni anno perché né il fieno né il grano sono eterni. Neanche lui lo è stato, alla lunga. E gli eredi, non grati, che avevano tentato per anni di convincerlo a vendere al prezzo di mercato, come si dice, o almeno all'ammasso, il raccolto nuovo, hanno faticato non poco a disfarsi di tutto, e del fieno marcito hanno fatto concime. Un altro, più ricco, era partito e tornato analfabeta. Era vedovo, teneva una figlia a studiare in città, forse a Bologna. Era grosso, enorme, vestiva con la camicia di tela e i jeans e portava la pancia sopra la cintura, come gli americani. Quelli che hanno la pancia, i ricchi, da noi la tenevano invece sotto la cintura, a costo di portare la cintura sotto le ascelle se la pancia era degna del nome. (Per i contadini il problema del livello della cintura non si poneva perché non avevano pancia). Trattava i contadini come bestie, e da noi le bestie non si trattano bene. È stato l'ultimo, nel dopoguerra, a prendere i suoi mezzadri letteralmente a calci. Era famoso per questo. Doveva aver faticato molto, forte com'era, a fare i soldi, sapeva come è dura la vita; viveva, in una casa isolata, in sostanza come un cafone, e solo. Mi sembrava ricco e potente; e probabilmente lo era, in quella cerchia di paesi. Per interrompere la vedovanza faceva venire dalla città, ogni tanto, due ragazze, sempre due, naturalmente diverse da una volta all'altra, credo al variare dei turni del bordello locale. Le ragazze arrivavano col pullman, non senza imbarazzo, perché nei paesi tutti si conoscono e quindi tutti sapevano che l'americano aveva deciso di dedicarsi ad attività sessuali e che lo faceva con larghezza. Poi l'emigrazione e l'industria, che lo avevano creato, chiedendogli molto fatica, lo hanno distrutto. I mezzadri se ne sono andati perché anche quelli che non ce la fanno a sventolare una bandiera rossa ce la fanno a prendere il treno. La figlia, alla morte del padre, ha venduto le terre già in parte abbandonate. Ho fatto fatica a rendermi conto che è una maestra, non bella, di più che mezza età, appena agiata per quel che le resta del frutto della molta fatica e della considerevole ferocia del padre. Altri, più fortunati e abili, erano tornati, ma avevano comprato in pianura o si erano messi a commerciare in città. Altri, forse i meglio inseriti, i più versatili di tutti, erano rimasti in America. Due fratelli di un mio zio.tornato sono diventati col tempo, la fatica e l'abilità piccoli industriali pastai in qualche parte del New England. Dovevano aver cominciato con la pizza e le tagliatelle fatte in casa. Lo zio tornato, uno di idee socialiste, uno che aveva preso talmente sul serio il "non aderire né sabotare" del suo partito da finire davanti a una corte marziale, e se l'era cavata solo perché nel frattempo c'era stata Vittorio Veneto,

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