Quando Snif è arrivato nella mia vita, tutto si è illuminato. La sera facevo di tutto per lui. Me lo prendevo accanto e lasciavo che si addormentasse così; solo dopo lo mettevo nella culla. Ero sicuro, solo a vederlo, che facevo qualcosa di utile. Mi interessava più di tutti gli oggetti di Albert. "Non ti preoccupare dei tuoi peccati" mi diceva il parroco quando ero giovane, "cerca quel che è veramente importante per la tua vita". Ora l'avevo trovato. Me ne fregavo di Paulette, ora, e di tutto ciò che di brutto avevo conosciuto e di tutto ciò che avrei potuto beccarmi nelle canne di scarico. Era un momento d'oro. Salve, vita, ti amo. Tu non mi fai paura, ti desidero, anzi, e mi piace tutto di te persino le immondizie. Bella, la vita! Grande! Quelli del Mali, i Turchi, gli arabi, i Portoghesi, eravamo tutti compagni e scherzavamo continuamente. Valgono molto più che tanti sudici Francesi, quelli in particolare che dicono che Snif è un bambino rubato, che me l'hanno venduto da un carbonaio o da uno stuccatore del Senegal, che non è bello, che ha le labbra grosse e un naso camuso. Questo mi rende furioso, mi fa venire voglia di spaccare tutto. Quando tornavo a casa e andavo a prenderlo dalla signora Perdreau era come un sole nero che brillasse con tutto il suo fuoco, tendeva le manine verso di me come fossero rose. Passavo ore così, senza far niente. I figli non ricordano mai quegli sguardi che danno la luce alla loro pelle, quando più tardi, in ogni minima piega del loro corpo, l'amore va a cercare l'amore. Mi sono sempre preso per un redentore e quando sono depresso ho spesso l'impressione di aver fallito la mia missione. Avevo la tendenza, si tratta senza dubbio della mia educazione cristiana, a considerare il mio mestiere come una forma di sacerdozio, mi dicevo che ero una specie di prete operaio. Può far ridere, ma io ci credevo, e ho perfino preso la tessera del sindacato. "È nel tuo interesse" diceva Georges, "tutti i capi ce l'hanno". Gli stranieri non ne avevano diritto, per me era una specie di mutua. Mai uno sciopero, la paga è buona, più di un maestro e.senza contare i premi. Poco a poco gli altri hanno cominciato a fidarsi di me, e quando avevano bisogno di una cosa, o per i loro documenti, venivano a trovarmi. Ero utile, amato, contento. Ma l'amore, la felicità,. tutte queste storie, sono solo parole e un bel giorno svaniscono. Come la vita, come le nuvole col vento, come la notte sotto le dita dell'aurora. E i compagni, e tutto quello che hai fatto, tutti se ne fottono! Sì, eri il più bello, eri il più forte, e poi? Quando invecchi, quando tutto si dilegua, tutto questo, e i ricordi, anche i migliori, ti suonano nella testa come campane a stormo nelle fresche mattine di estate. Da fartela scoppiare! Dal ridere. O dal piangere. Ti ricordi, Paulette, dei nostri baci nel fieno dorato dei granai? Ricordi il tuo desiderio che saliva e il mio che scendeva, per riunirsi alla confluenza dei nostri corpi inarcati? Le cose si sono avvizzite e l'amore se n'è andato, come un ladro. E tu, e tutti voi, nella spazzatura quotidiana. BibliotecaGino Bianco SJORIE/BESNARD D ean Berger aveva sempre meno piacere ad arrampicarsi nei giganteschi intestini di Parigi. Parigi stessadiventava una straniera e gli stranieri ancora più stranieri. Anche lui era "salito" a Parigi. La Parigi che aveva amata, la Parigi dei sogni, la Parigi-spiaggia, la Parigi-maga dai grandi occhi perversi che ti lusingano per meglio divorarti. La signora Perdreau aveva coccolato troppo Snif con i suoi sessant'anni di tenerezza inespressa, e io l'avevo allevato nella bambagia. Non volevo che avesse un'infanzia infelice come la mia, come quella di tutti, e l'avevo viziato. Aveva sempre meno bisogno della mia presenza e sempre più bisogno di soldi, diventava un figlio di brutte frequentazioni. Sentivo che era colpa mia e continuavo. Il mestiere ti segna, si finisce sempre di somigliare a ciò che si fa, a quello che si tocca, e si contamina tutto e tutti. Non ero che un miserabile, piccolo cumulo d'immondizie e Snif una spazzatura. Viva anche lui la sua vita, dopo tutto. Sarebbe andato via, un giorno, e bisognava che mi preparassi alla sua assenza. E non era neanche un mio figlio vero! Troia di una vita! E cos'è, la vita? "Sei giù di corda" diceva Georges senza cattiveria, "la vita, sai, è un tetto a due spioventi, prima sali e poi scendi". Era proprio così, e adesso tutto sarebbe sceso a gran velocità. Ero stato chiamato d'urgenza nei nuovi immobili dell'isolotto Saint-Blaise, le condotte sono troppo piccole e si bloccano continuamente. E in più un tipo furioso col figlio che faceva troppo rumore col suo stereo, aveva scaraventato tutta l'apparecchiatura nel buco. Il ragazzo è venuto a recuperare da. basso quel che era possibile, quando ho sturato lo scarico. "Un giorno l'ammazzerò" diceva. È vero che i ragazzi dell'età di Snif, e anche più grandi, non sanno che fare e allora fanno chiasso. È una cosa che capisco, io ascolto sempre la radio, anche lavorando, ci si sente meno soli. Quando mi succede di passare di sera all'ora dei pasti, sotto le case, sembra di essere al luna-park. A me personalmente non dà fastidio, sono stato tirato su così e trovo che è piuttosto allegro rispetto alle case del centro di Parigi, dov'è pieno di vecchi e di intellettuali bene educati e silenziosi, e dove nessuno scherza. Georges è malato e andrà in pensione in anticipo. Questo mi mette in agitazione. Mi hanno detto che lo sostituirò io, ma è ormai troppo tardi. Che interesse ci ho? Non ci credo più. Diventare capo dei pulitori di merda. No, sono più che stufo, quello che mi andrebbe ... , "quel che mi andrebbe?", come un bambino ho detto e ridetto questa parola tutta la vita. Credevo sempre che stesse cominciando, la mia vita. Ogni mattina, e che ricominciasse la sera, e l'indomani mattina ancora un'altra vita. Al sindacato parlavano sempre dei "domani che cantano". È vero, può capitare, ma non bisogna fantasticarci. Se si aspetta troppo ... e io avrei sempre voluto che cantassero il giorno prima di quello in cui avrebbero dovuto cantare. Non si può chieder tutto. Quando rientro Snif non c'è quasi mai. La signora Perdreau non lo può più tenere e l'altro giorno c'è stata una storia con la polizia per una bicicletta rubata. E io non mi 27
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