Linea d'ombra - anno IV - n. 14 - maggio 1986

Bozzetto di CasparNeher per la prima rappresenJazionedi L'opera da tre soldi, Berlino1928. BibliotecaGino Bianco un disprezzo profondo dei sindacati! - e ingiusta nei confronti di Brecht. Eppure tutti i registi delle ultime generazioni hanno "frequentato", chi più e chi meno, la scuola di Brecht. Ma solo Heiner Miiller e Franz-Xaver Kroetz sembrano averla frequentata con un qualche profitto. Miiller tenta di applicare la dialettica marxista a un mondo in cui il socialismo ufficiale è stato ormai profondamente compromesso. Quindi si chiede: Come posso dar vita a una drammaturgia socialista e dialettica senza tessere le lodi di un sistema politico diventato anacronistico? E questa è una domanda giusta, perfettamente legittima. Miiller è l'unico contllluatore del pensiero dialettico brechtiano, anche se perviene a una dialettica negativa. Ma forse anche Brecht avrebbe, diciamo così, concluso la sua parabola di autore dialettico approdando a un concetto simile che, beninteso, conosce però precise posizioni e negazioni, e che non ne vuole sapere di essere accantonato come negazione di una negazione. Ciò che più colpisce in Miiller è però il fatto che non possa assolutamente più credere alle soluzioni di Brecht; quindi sembra, oggi, essersi rifugiato nell'utopia. Anche qui scopriamo un precedente, un altro parallelo con Brecht, nei cui ultimi testi - e nelle parti aggiunte à redazioni di lavori precedenti - si riscontra spesso un curioso capovolgimento di termini: da "analisi scientifica" si passa a "speranza utopica" che sembrerebbe statuire la rinuncia a una scienza estetica per una sorta di messianismo socialista. Quanto all'attualità del tragico, beh, Benjamin aveva giustamente rilevato la radice comune del dramma tragico sia barocco che espressionista: ed era il rapporto precario di queste due culture col concetto di stato e di società. Si potrebbe in realtà ipotizzare una situazione simile, oggi... È certo però che il concetto di tragico, che conosciamo da Aristotele, Lessing o dal classicismo francese, ormai appartiene al passato. Una frase di Brecht è in questo senso illuminante: "Non mi rifiuto - disse - di rappresentare esperienze umane dolorose in maniera straziante; però non scrivo drammi allo scopo di provocare choc tragici". Una volta, in una discussione con lo scrittore Friedrich Wolf, questi gli contestò la struttura di Madre Coraggio, la cui protagonista avrebbe dovuto riconoscere di avere sbagliato, di avere sacrificato i figli, ed esplodere, nel finale, maledicendo la guerra. Ma Brecht rispose, impassibile, che non gli interessava che Madre Coraggio "vedesse o riconoscesse qualcosa" sul palcoscenico; doveva farlo il pubblico, invece. Brecht ha sempre insistito perché gli spettatori capissero ciò che i suoi personaggi non avevano capito. 19

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