Linea d'ombra - anno IV - n. 14 - maggio 1986

12 Otto Dix, I sette peccati capitali (1933). BibliotecaGino Bianco cato, era cattolico. Irrideva alla chiesa, ma aveva succhiato lo spirito totalitario della .chiesa, "una, cattolica, apostolica". Quando era professore a Bonn, molto giovane, brillantissimo, estremamente cinico, si voleva anche molto aristocratico e per questo cadde in una disavventura. Sposò una contessa ungherese, una contessa Dorotics. Per un certo tempo firmò cosl i suoi libri: Schmitt-Dorotics, ma per sua disgrazia la moglie non era né contessa né ungherese, era solo divorziata da un conte ungherese, e Schmitt dovette firmare di nuovo col suo solo nome. Non voleva restare a Bonn, aspirava all'università di Berlino. C'era allora tutta una gerarchia di università. Come oggi, quasi dovunque. Non potendo dunque essere chiamato a Berlino alla cattedra di diritto costituzionale, perché c'erano due conservatori uno dei quali era Rudolf Smend, un protestante molto fine, un nazionalista, ma un uomo molto nobile che Schmitt fece cacciare dopo l'avvento al potere dei nazisti per prendere il suo posto. Non poteva arrivare all'università di Berlino, ma a Berlino c'era una scuola superiore del commercio con una cattedra di diritto costituzionale tenuta da Hugo Preuss, professore di diritto costituzionale d'origine ebrea, l'autore della Costituzione di Weimar. Quando Preuss mori, gli succedette Schmitt, grazie a un discorso jlamboyant su Preuss, che egli detestava come detestava la costituzione di Weimar, ma si trattava di avere quella cattedra! E peraltro quella scuola era finanziata dalla ricca borghesia ebrea! Queste non sono cattiverie gratuite, sia chiaro, potrei documentarle mostrando libro per libro, articolo per articolo di Schrnitt. Schmitt sapeva bene che quella cattedra non portava lontano, che era un vicolo cieco, una carriera bloccata, al contrario che all'università. Così, negli anni della decadenza di Weimar, quando nel '32 morì il mio professore di tesi all'università di Colonia (la mia tesi era contro Smend, è stata ristampata con un certo successo dopo la seconda guerra: La crisi delle scienze politiche in Germania e la concezione dello stato in Rudolf Smend) Schmitt aspirò alla sua successione. C'erano molte difficoltà. C'era un professore di diritto amministrativo a Colonia, un fervente cattolico, che non contava molto e che morì anche lui. E c'era una terza cattedra, di diritto internazionale e filosofia del diritto tenuta da Hans Kelsen. Kelsen, che detestava Cari Schmitt, che era suo irriducibile avversario. Cosa fa allora Schmitt? Arriva a Colonia alla fine del '32 e va a trovare Kelsen per dirgli: "Senta, se lei voterà per la mia nomina sarà una cosa magnifica, sarà la base di una nuova gloria del diritto a Colonia, con Kelsen e Schmitt uniti nel rinnovamento". Kelsen diffidava, ma era un uomo molto buono e di grande integrità morale, e votò per Schrnitt. Arriva il '33, arriva il 30 gennaio con la nomina di quell'austriaco a cancelliere, e l'incendio del Reichstag, e alla fine di marzo - primi di aprile, dopo la vittoria dei nazisti, comincia il primo semestre estivo universitario a Colonia di Cari Schmitt. Appena arrivato a Colonia, egli pose delle condizioni, immediatamente: Kelsen va immediatamente cacciato. E così avvenne. Un gentiluomo, vero? Quel che racconto, Io so dallo stesso Kelsen, la visita che gli fece Schmitt me l'ha raccontata Kelsen. Schmitt diventa ora consigliere di stato. E in particolare di chi? Di Hermann Goering. Ormai egli è il supremo giurista nella gerarchia del Terzo Reich, e sta però bene attento a rion diventare membro del partito. Non era nazista di formazione, ma certo era molto più nazista di tutti, compreso probabilmente lo stesso fiihrer! Cosa fa, allora? Nel '34, quando già cominciava l'antisemitismo, c'era però un'amministrazione del diritto tenuta da vecchi conservatori, da vecchi liberali, gente di buona volontà che detestavano il disprezzo del diritto e dei diritti dell'uomo che era del nuovo regime, e detestavano soprattutto l'antisemitismo. Il 30 luglio del '34 Hitler fa eliminare tutti i suoi amici personali - sono fatti ben noti - senza nessuna base e giustificazione legale, e i giuristi trovano che è un po' troppo. È allora che Cari Schmitt pubblica un celebre e infame articolo sostenendo che la base giuridica c'è, ed è evidente: è l'onnipotenza del fiihrer, che altro si va cercando! Le esecuzioni ordinate da Hitler erano assolutamente valide, dal punto di vista del diritto, visto che le aveva ordinate il capo. E il resto sono chiacchiere di umanisti. Più tardi, dopo il '38, si comincia coi pogrom. Prima si era andati cauti, perché Hitler voleva avere i giochi olimpici a Berlino, nel '36 e bisognava dunque mostrarsi liberali. E il gioco riuscì, specialmente con gli inglesi, fino al terribile tradimento di Monaco, con quell'imbecille di Chamberlain, e con quel poveraccio di Daladier che sapeva quel che faceva ma era pieno di paura; e naturalmente a dominare furono Hitler e Mussolini. Nel 1938, Io stesso anno dell'accordo di Monaco cominciano i pogrom. E adesso ci si può permettere di tutto, nessuna remora su niente. Schmitt scrive un articolo che dice pressappoco: non solo bisogna eliminare ogni influenza ebraica, non bisogna neanche più parlare degli scrittori, giuristi, scienziati di origine ebrea. Se sono di origine ebrea, vuol dire che non abbiamo bisogno di loro. E vanno smascherati gli autori ebrei che hanno nomi tedeschi, bisogna dichiarare che non hanno il diritto di portare nomi tedeschi. C'era stato un giurista conservatore nel secolo scorso, Friedrich Juliustahl, un giurista protestante, conservatore, che insegnava a Berlino. Aveva una concezione del diritto piuttosto conservatrice, ma Schmitt scrisse: è un ebreo, che

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