Linea d'ombra - anno IV - n. 13 - febbraio 1986

-ruoli narrativi fondamentali, andamento della trama, temi principali, procedimenti di spettacolarizzazione - sono già individuati con acutezza arguta dai tre autori del Trattato: Abel Hugo (fratello di Victor), Armand Malitourne e Jean Joseph Ader, giovanissimi letterati dai gusti aristocratici e un po' snob che scelgono di esordire nella loro carriera con una parodia del genere allora di maggior fortuna. Dalla parodia tuttavia traspare un'attenta frequentazione dello spettacolo ironizzato e uno sguardo abile nell'individuarne gli essenziali principi costruttivi. Ne nasce una singolare poetica ironica di lettura tutt'oggi abbastanza godibile, anche se utile soltanto in una prospettiva descrittiva. Ne L'immaginazione melodrammatica il "classico" melodramma francese è ancora al centro del quadro ma inserito questa volta in un disegno di più vasto respiro che intende dar conto della categoria estetica del melodrammatico. Non tanto estesa -specifica Brooks - a costante dell'immaginazione letteraria di ogni tempo, quanto circoscritta sul piano storico e culturale a "elemento vitale per l'immaginario moderno" (p. 8), a modalità rappresentativa che impronta di sé una delle principali linee di sviluppo della produzione romanzesca (più ancora che teatrale) della modernità, da Balzac a James, da Hugo a Dostoevskij, Conrad, Dickens. Nel melò francese si ritrovano infatti secondo Brooks, a un grado di massima chiarezza e semplicità, gli elementi fondamentali di un'immaginazione melodrammatica intesa come vero e proprio "sistema estetico organico" (p. 126), nel quale una determinata tecnica di raffigurazione trasmette una precisa e originale visione del mondo. Ed è nella ricostruzione del sistema espressivo del melodramma che lo studioso americano ci offre le pagine più convincenti e suggestive. Dall'analisi del ruolo centrale dell'iperbole e dell'antitesi, corrispettivi formali di un caratteristico manicheismo morale e mezzi stilistici più efficaci per fondare un nuovo "sublime" espressivo facilmente accessibile anche ad un pubblico impreparato; all'individuazione delle forme tipiche di rapporto che il testo melodrammatico instaura con i propri destinatari: stupore (di fronte agli eventi narrati), riconoscimento (dei valori posti in gioco), pienezza d'identificazione (consentita dalla purezza elementare di quei valori), tut'ti aspetti che configurano un dialogo all'insegna della democraticità di linguaggio. Per giungere almeno alle fini òsservazioni sull'importanza peculiare della gestualità nella ·rappresentazione romanzeBibliotecaGino Bianco sca aperta alle suggestioni del melodramma: il gesto - in Balzac, in James - non è, come nel realismo tradizionale, semplice simbolo dei rapporti sociali, ma assume un valore metaforico, allude cioè all'esistenza di un'altra realtà al di sotto della superficie empirica delle cose: la sfera dei significati e dei valori etici, intimamente e contraddittoriamente connessa all'interiorità individuale. Il gesto diviene - al pari e a volte più della parola - veicolo di trasmissione dei significati psicologici e insieme occasione nella quale il carattere documentaristico della rappresentazione si apre ad una ''visione'', ad una comprensione più piena e profonda del reale (secondo un processo descritto felicemente nel capitolo dedicato a Balzac, di certo più persuasivo di quello riservato a James). Si giunge così al melodramma come concezione del mondo. Percepire la realtà come animata da un dualismo costitutivo superficie-profondità che oppone lo scorrere consueto degli eventi della vita sociale ad una dimensione profonda in cui quegli eventi scoprono il proprio senso come manifestazioni di esigenze e conflitti sia etici che psicologici, è - secondo Brooks - l'essenza della visione melodrammatica. Si tratta dell'emergere di un "occulto mondo morale" (p. 20) legato alla scoperta romantica dell'interiorità dell'individuo e alla progressiva intuizione dell'esistenza di un inconscio psichico; la nascita dell'immaginazione melodrammatica è posta in relazione con un serie di avvenimenti determinati dalla rottura storica della rivoluzione francese - crisi delle istituzioni della monarchia e della chiesa, dissoluzione del mito della cristianità e di una società strutturata su gerarchie impermeabili - che, in ambito culturale, si concretizzano in quella che Brooks chiama "liquidazione definitiva del concetto di sacro" (p. 32). È un concetto - al quale in realtà Brooks sembra alludere più che definirlo puntualmente - che richiama il SCHEDE/FALCETTO tramonto di un codice etico formato da un complesso di valori tanto persuasivi quanto obbligatori che si reggevano su una matrice essenzialmente extraindividuale. Il melodramma altro non sarebbe che un'espressione letteraria della necessità di individuare e rifondare - questa volta su basi psicologiche e sentimentali - il quadro dei valori etici: da qui l'esigenza di un contatto col pubblico il più stretto ed immediato possibile. Tuttavia vedere nel melodramma una compiuta visione del mondo, e non solo un sistema espressivo, espone al rischio di ampliare eccessivamente la categoria, rintracciandola ovunque vi sia allusione all'esistenza nella vita dell'uomo di una sfera di significati etici e psicologici profondi, e finendo così per prescindere dai modi concreti nei quali questo "occulto mondo morale'' si realizza sulla pagina. Se tra il melò francese e Balzac e James vi sono elementi di continuità Brooks pare insistervi troppo, lasciando sullo sfondo le molte e rilevanti differenze: a partire dal tipo di reazione che si intende suscitare nel pubblico (dallo stupore e dalla chiarezza si passa ad un'interrogazione pensosa), fino all'immagine stessa del grado di conoscibilità - e dunque di rappresentabilità - che si attribuisce a quell'universo morale (pieno e totale nel melodramma, fortemente limitato e problematico in Balzac e ancor più in James). "Derivare il melodrammatico dal melo0 dramma" (p. 9) era il progetto di Brooks, ed è su questo piano che si giocano qualità e limiti del suo lavoro. Legare strettamente la definizione di un genere storicamente dato a quella della categoria estetica ad esso attinente infatti, se arricchisce il significato della materia trattata - istituendo una trama di rimandi, collegamenti ed amplificazioni capace di cogliere relazioni fra realtà anche distanti tra loro - e quindi suggerisce un'impressione di maggior forza esplicativa, finisce però per trascurare la necessità di una 91

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