Linea d'ombra - anno IV - n. 13 - febbraio 1986

FOTOGRAFIE Daniele Gorret IL GIARDINOD'AUTUNNO.TTOBRE1938 sul muro cresce l'erba rampicante cresce l'albero dei cachi: io mi metto in mezzo a loro due appoggiato come per aspettare anch'io di crescere al sole dell'autunno e la mia ombra la lascio piegarsi per terra e salire un po' in mezzo alle foglie all'edera e la vite colla sigaretta in cima lunghissima come un dito che perde fumo nell'aria la mano senza sigaretta posala sul cespuglio e sorridi cogli occhi guardando più lontano che puoi come per vedere arrivare qualcosa di strano in fondo al giardino: un albero che cammina o un aeroplano che atterra in mezzo all'uva ai tuoi fiori il signor fotografo non sa ma io vedo molto di più: il cane alì zoppica in mezzo al viale e il gatto lamberto che carezza le gambe alla tua macchina fotografica: pensa cosa può succeder fra poco può succedere: il pianoforte che si mette a cantare e qualcuno nascosto nella tua stanza che suona: ti porterò dall'africa un bel fiore puoi farlo smettere solo se gridi va bene ti sento: verso la finestra aperta sul giardino: la voce stai tranquillo non si farà mai fotografare non ascolto e non sento: mi basta guardare il sole che fa scendere il suo torrente di caldo su questo pomeriggio: la sua forza bollente zampilla negli occhi degli insetti sui baffi gnia dei vostri profumi e i vestiti saranno gli stessi di adesso: la giacca bianca che chiama le api: che contiene le mie penne e matite e il fazzoletto che spunta colle sue lettere rosse: elle gi: mentre in tasca stringo la castagna portafortuna e dall'altra la caramella che porto con me per quando incomincia la tosse i tuoi pantaloni fanno capire che oggi hai camminato abbastanza nel prato e in mezzo alla terra e una scarpa slegata è bianca di polvere: ma va bene così: la fotografia sembra scattata da sola all'ora più strana e parlerà da sola a chi la vedrà: raccontando il giardino i pensieri il momento dell'anno portando gli auguri a chi lariceve: saluti dal tuo amico lorenzo che pensa ancora alle storie che ci sono successe e adesso aspetta di vederti tornare in mezzo al viale carezzando i cespugli come fai sempre coi guanti e lanciando il cappello nell'aria: la fotografia ti viene a casa a trovare per stare un po' insieme e ti chiede notizie: falla subito entrare e trattala bene LASTAZIONED'ARRIVO.PRIMIMESI1944 di alì sulla terra che la succhia assetata e sulla tua lente: poi continua il viaggio verso il tramonto facendo salire al suo no posto la luna che stasera sarà solo una virgola in cielo a far compagnia al giardino che dorme: la luna accesa in ricordo la mia barba è troppo lunga e gli stivali sporchi di fango e neve per fotografarmi: e gli occhi vorrebbero richiudersi e dormire ancora nel mattino: le mani starsene nei guanti e nelle tasche: il sacco mi spinge in basso verso questo letto ghiacciato dove potrei aspettare: veder passare un altro trea me il freddo fa venire voglia di camminare: sulle strade in salita e neve fresca e spiare il caldo della luce dentro le case e i caffè del paese: il cielo abbraccia grigio le città sull'europa svegliandole dalle torri dei campanili dagli orologi nelle case: suonano le otto del mattino: scendete e guardate alle finestre: non nevica più per fare più allegra la notte se per caso ti alzi e ti sporgi a guardarla: al di sopra di lei vedrai le stelle fisse ciascuna nel suo punto di cielo ma adesso il cielo è tutto del sole insieme a una nuvola sola che si tiene a distanza e questa è l'ora più adatta per scattare le fotografie: se posso la farò anche ai fiori che sono già in posa sopra il balcone e alla tua casa che si riscalda felice bianca e gialla come tutte le sue vicine su questa discesa della collina fino alla strada e agli alberi di mele arrampicati sulla terra in salita e alla bandiera di ferro che saluta al vento sul tetto carissime erbe e fiori che avete resistito all'estate senza mai gridare di sete forse non pensavate di esser fotografati all'arrivo di ottobre e mettervi in posa in questo pomeriggio agli occhi del cugino fotografo e della sua macchina nera: potete essere allegri che le notizie son buone: vedremo un autunno di sole e le rondini si aggrappano ancora al cancello: il tempo si allunga ancora per noi e difende la casa all'intorno: la paura del freddo la dobbiamo solo pensare mentre sta aspettando nelle grotte dei suoi nascondigli: passeremo ancora i pomeriggi insieme e nel viale a leggere i libri: le storie usciranno dalle pagine a disegnarsi nell'aria in compaBibliotecaGino Bianco questa stazione è così tagliente nel mattino: voglio fotografare la neve sulle arcate di ferro i ghiaccioli penzolanti sulle teste dei soldati: com'è stata forte questa notte a fabbricarli gli occhi son stanchi: aperti com'erano di notte a riconoscere le luci le stazioni a guardarci coi loro nomi a cercar di capire i boschi e le pianure le ore gli arrivi le partenze: ancora per un po' rimani a riposarti tradotta: riscalda di bianco il marciapiede t'incontreremo di nuovo da qualche parte nei tuoi giri lunghi intorno alla guerra: qualcuno ti aspetta sempre nelle stazioni: apre le imposte quando sente il tuo fischio arrivare guarda dietro i vetri chi scende: dietro le finestre disegnate di ghiaccio passa una mano: a volte è un uomo che ascolta scrive e saluta qualcosa: la radio che parla: conosciamo tutte le stazioni: ce ne sono costruite come castelli di ferro fatte per la notte illuminate fino al tetto: sotto le cupole battono

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==