70 Peter Hdrtling. BibliotecaGino Bianco ILRICORDDOELL'AMBIGUITÀ INCONTRCOONPETERHARTLING a cura di Maria Teresa Manda/ari Alto, massiccio ma agile, una morbida zazzera grigia e lenti spesse, Peter Htirtling è per la prima volta ufficialmente ospite del Goethe-Institut di Roma, nell'àmbito degli "Incontri con l'autore" di cui da qualche tempo è promotore Paolo Chiarini. Autore fecondissimo, dopo oltre tre decenni di scrittura (poesie, libri per ragazzi, narrativa) annovera a cinquantadue anni circa 30-35 titoli, oltre a sei anni di attività editoriale come consulente e poi dirigente presso la Casa Fischer di Franco/ orte. Una vita in mezzo ai libri e per i libri, la formazione - indubbiamente - di un letterato, per il quale la scrittura, in tutte le sue sfaccettature e implicazioni di composizione, generi, indirizzi, intonazione e anche destinazione, andrà perdendo anno per anno ogni segreto e ogni velo. Nato a Chemnitz (oggi Karl-Marx-Stadt) in Sassonia, figlio di un avvocato, nel 1941 giunge con la famiglia in Cecoslovacchia, a O/omouc, dove risiede per quattro anni. Morto il padre in un campo di prigionia russo nel '45, fugge con la madre e la sorellina in Bassa Austria, a Zwett/, e dopo un anno in Germania Ovest, a Niirtingen (Wiirttemberg). L 'in/anzia è qui sigillata dal suicidio della madre. Dopo le scuole, s'inizia al giornalismo, in provincia dapprima, poi a Berlino. Nel 1953, la via del ventenne è allineata sul filo dellapoesia sperimentale allora vigente (Heissenbiittel, Riihmforf, Hildesheimer ecc.) con i primi poeme & songs e le successive "tappe" (Stationen) della figura autobiografica di Yamin, cui un decennio dopo farà da contraltare e seguito il personaggio "narrato" di Janek (il titolo del romanzo è Janek, ritratto di un ricordo ed esce in questi giorni, primo in Italia, per i tipi di Serra & Riva). Ma Htirtling non affonda e naufraga nell'autobiografismo, ultima Thu/e d'ogni bennato indirizzo narrativo odierno: per lui, è trampolino di lancio, piattaforma di partenza, una ricercad'identità, com 'è naturale specialmente per la sua vicenda di oriundo dell'Est trapiantato all'Ovest. Di quest'ultimo, sembra avere abbracciato la "diffidenza" verso la storia (tedesca, soprattutto), facendo perno sui pilastri del "tempo immobile" e del "ricordo" nel suo incomposto fluire e tramutarsi o cancellarsi, che rappresentano i capisaldi della sua poetica. La prosa sapiente ed elegante, specie agli inizi mentre oggi tende ad essenzia/izzarsi, appare a . taluni critici "poesia narrata". Molto lodato - anche da Hans Mayer, il più autorevole - il romanzo su Holderlin (1976), che segue nell'assunto le pièces teatrali di Peter Weiss all'Ovest e di Stefan Hermlin all'Est, mentre tra i più belli in assoluto è ritenuto quello su Niko/aus Lenau (Niembsch oder der Stillstand) del lfì64: entrambi esenti da giudizi storici o assunti critico-letterari, mantenuti invece su un filo di ricostruzione colorita e preziosa tra i/fantastico e il quotidiano, con abilità rimarchevole. Negli anni settanta, si profila e s'intensifica il pedale psicologico-individua/e nel racconto di semplici "vite vissute", com 'è in Eine Frau (1974) e nell'ultimo uscito quest'anno, Felix Guttmann, la storia di un ebreo, che sebbene seguite dall'inizio di secolo non rinunciano in sostanza ad una sorta di asettica sospensione atemporale. Fra gli autori più "sensibili" dell'attuale generazione e stagione letteraria tedesco-occidentale,ne confermano (così in Nachgetragene Liebe, 1980, e in Das Windrad, 1983) la fondamenta/e, malinconica "ambivalenza" di intenti e di risultati. Dopo una fitta corrispondenza, per la non facile versione di Janek disseminato di anomalie lessicali céche, lo trovo ad aspettqrmi nella hall dell'hotel Raphae/. Proprio Janek, tra i suoi libri, affronta nella storia del ragazzo il nodo centrale della vicenda che sta a base della sua esistenza di tedesco nato all'Est efuggito in giovane età, in mezzo a eventi tragici, all'Ovest. Come sente lei oggi quella vicenda? Ma vede, posso dire che per me non esiste più. Forse me ne sono liberato, appunto, con Janek e col successivo libro di ricordi, Zwett/. Nachpriifung einer Erinnerung (Zwettl, riesame di un ricordo, 1972, trad. mia), che è ancora più in-
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