DISCUSSIONE ROSENZWEIG, LAFILOSOFCIAOMERACCONTO Fabrizio Rondolino È pressoché impossibile dare una definizione univoca del pensiero e dell'opera di Franz Rosenzweig (La stella della redenzione, Marietti, pp. 460, L. 55.000). Al pari di Benjamin, Rosenzweig appartiene a quella categoria di I?ensatori che assumono come metodo e contenuto della ncerca lo sconfinamento in ambiti apparentemente lontani: la ricchezza, anche contraddittoria, del loro pensiero non si lascia piegare alla catalogazione cui la storia della filosofia costringe i propri protagonisti. Condotta alla luce della grande metafora dell'esilio, la ricerca filosofica di Rosenzweig si muove all'interno del tempo e del linguaggio e vi si installa come nel luogo proprio di ogni filosofia che viene dopo l'idealismo. Il mondo in cui ci troviamo e che costituisce l'oggetto della nostra esperienza sensibile è posto sotto la costellazione del tempo: di più, esso è la temporalizzazione dell'essere, il suo accadere, il suo divenire evento nella storia. "Non accade nel tempo ciò che accade, ma il tempo, il tempo stesso accade": cogliere questo nesso significa considerare l'essere non come una cosa, né come un concetto, ma come un insieme di relazioni che si definiscono e si sviluppano nel divenire del tempo. "Il linguaggio è legato al tempo, nutrito di tempo": in quanto work in progress (speculare dunque al divenire del tempo), il linguaggio impedisce quella cristallizzazione e quella reificazione della parola che contraddistinguono la scienza e la metafisica. Il linguaggio "debole" degli uomini impedisce di apporre la parola "fine" al grande racconto della filosofia: ne lascia impregiudicato l'ultimo, possibile capitolo, e rinuncia a svelarne ogni momento in modo definitivo e irrevocabile. Il linguaggio "debole" degli uomini è, al pari della morte, simbolo del tempo e allusione a ciò che deve venire, a ciò che è a-venire. La lingua degli uomini si colloca all'incrocio fra il mondo luminoso e muto della mitologia, la cui lingua aderisce immediatamente alle cose, e il mondo redento, dove ogni cosa avrà il nome che la dice. Dal punto di vista linguistico la redenzione è il compimento della nominazione, che attraversa il tempo in una serie successiva di approssimazioni e di scarti. Lo scarto fra la parola e la cosa è il luogo dell'esistenza mondana. Soltanto tenendo presente questo scarto si afferra l'importanza che il linguaggio ha nel pensiero di Rosenzweig. Esso infatti è un dono e una ferita: in ogni parola risuona, accanto alla meraviglia, l'eco di un dolore che non trova consolazione. Affidata al tempo, la parola inizia un cammino dalla meta ignota. Il principio dialogico che incarna l'essenza del linguaggio è il simbolo di questo continuo divenire della parola: non esprime una conciliazione, ma una differenza. Mobile e frastagliato è il contorno della parola: prima che possa aderire a quello della cosa, essa vaga nel tempo, senza una patria, bussando ad ogni porta. L'esistenza (ciò che Rosenzweig chiama rivelazione) è questo bussare della parola alle porte di ogni cosa. L'altra figura centrale della Stella è la redenzione. Redenzione significa sospendere il tempo al futuro, gettare alle cose uno sguardo che a loro si rivolge come se fossero comBibliotecaGino Bianco piute. Disporre la storia secondo la costellazione che questa assumerà al proprio termine significa rifiutare il potere del tempo e contrapporvi l'immagine messianica di una storia in cui gli eventi non si esauriscono nell'istante che li consegna al passato. Nel pensiero di Rosenzweig il tempo (e il linguaggio) sono anche il luogo dell'esilio e della mancanza, il luogo in cui le cose sono abbandonate all'astrattezza della metafisica o all'omogeneità della storiografia. Parlare di redenzione significa allora cogliere la struttura temporale mondana come falsa, e volgersi a una temporalità autentica, disomogenea e colma di senso. L'attimo, nella sua complessa struttura di anticipazione, memoria e ripetizione, è il punto attraverso il quale l'eternità entra nella storia, sospendendo il tempo lineare alla possibilità di un altro da sé. Come il vagheggiato ritorno a casa dà un senso alle peregrinazioni del viandante, così il mondo (e il pensiero che ne fa esperienza) si illumina soltanto alla luce messianica dell'ultimo giorno. Il pensiero della redenzione lascia essere le cose così come sono; non usa loro violenza, ma cerca di coglierle nella figura che queste assumerebbero alla fine dei tempi. La filosofia del "punto di vista" Per comprendere il pensiero di Rosenzweig è decisivo riflettere sulla forma in cui questo si esprime. La Stella rinun-
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