36 LASCALA CHIOCCIOLA I . I ' Mary Roberts Rinehart negli anni '20. Souo: la copertina del suo più celebre romanzo. BibliotecaGino Bianco Quando l'hai capito? Negli ultimi cinque anni, lavorando all'analisi di altre scritture femminili. E sai qual'è il mio unico rimpianto rispetto al personaggio Kate? Che fin dai primi libri l'ho fatta bellissima e attraente. Le ragioni di rimpianto sono due: non era necessario farla bella secondo categorie convenzionali, e poi mi ha creato un sacco di problemi. Tutte le volte che sono andata in giro a fare conferenze, mi sono trovata di fronte alla delusione della gente che si aspettava che io fossi esattamente come il mio personaggio. Anni fa ero molto magra, ma bella come Kate non sono mai stata. Tutto il resto invece mi va ancora benissimo: un detective deve avere denaro, deve poter saltare su un aereo in qualsiasi momento se c'è qualcuno da inseguire; non può avere vincoli matrimoniali, né relazioni che obblighino alla staticità. Cosa avete in comune tu e Kate? Ci sono in lei elementi della tua autobiografia? Ovviamente sì. Né lei né io abbiamo assunto la prospettiva patriarcale sul femminile. Solo che lei è nata così, mentre io, ancora tre anni fa, mi turbavo se c'era da discutere con un uomo, mi sentivo in colpa, non ero capace di chiedere niente. A mio marito per esempio non sono mai stata capace di chiedere di aiutarmi, e lo avrebbe potuto fare benissimo, ero io che pensavo che non glielo si dovesse lasciare fare. A ripensarci adesso mi sembra addirittura ridicolo. Ma è esattamente quello che sentivo allora. Kate, credo, è come io avrei potuto essere se fossi stata libera da tutti quei condizionamenti. Una proiezione? Forse. Di certo abbiamo in comune la moralità. Kate però ha un coraggio che io non ho. Anche se, invecchiando, mi sembra di averne acquistato. Del resto se non se ne trovasse con gli anni, tanto varrebbe morire. Mi piace concedermi di correre dei rischi. Che cosa possono farmi? E Kate è una che si è permessa di rischiare, a dispetto degli altri, fin dal principio. Scrivere di Kate ti ha aiutata a mantenere la tua vita com'era? Hai usato Kate come tuo alter ego? Sì, e questa è una delle ragioni per cui la mia attività di giallista è rimasta così a lungo un segreto gelosamente conservato. Volevo poter chiedere alla scrittura esattamente quello che cercavo e essere sicura che il mio spazio non venisse toccato. E poi è bellissimo fare tutto dietro una maschera. In una pagina di Charlotte Brdnte si racconta di una bambina timida, che non ha il coraggio di parlare. Il padre le offre una maschera e la bambina, protetta o nascosta dalla maschera, prende la parola. Attenzione però, il padre le dà la maschera, non la voce. Il segreto per me ha voluto dire sentirmi autorizzata a raccontare, o forse non avevo bisogno di permessi. Un permesso tra te e te? Mi pare. Preferivo il segreto ai riconoscimenti. Non volevo diventare famosa. Quando per il primo dei miei libri gialli si è parlato di un premio e di un riconoscimento ufficiale, ho pregato perché non se ne facesse niente. Sarebbe stato un disastro completo per me. Adesso tutti sanno che tu sei Amanda Cross. Come e quando hai rinunciato al tuo segreto? È stato nel '72, con l'uscita di Poetic Justice, un episodio della serie Kate Fansler, la cui storia si svolgeva chiaramente alla Columbia University. Chi aveva scritto il libro conosceva bene l'ambiente universitario, tanto bene da scatenare la curiosità e una specie di caccia al ladro tra i colleghi. Furono fatte varie ipotesi, poi i sospetti confluirono su di me e su un'altra docente. Finché qualcuno non andò addirittura a informarsi del copyright presso l'apposito ufficio governativo. Il segreto fu svelato, ma la mia posizione in università era ormai consolidata e non c'era più rischio di venire cacciata via per indegnità, né d'altro canto persi il piacere di quella mia scrittura così privata. • Come ha reagito il mondo accademico? Non parlandone. I miei colleghi, tutti uomini, hanno preferito compiere un piccolo atto di rimozione. Ci sono stati solo dei piccoli accenni. Una volta svelato il segreto comunque è cominciata la mia attività pubblica come Amanda Cross, ho dovuto fare conferenze, discorsi ecc., che in non molto tempo mi hanno resa più famosa come autrice di romanzi gialli che come accademica.
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